50 anni di storia e impegno del movimento per la pace. Dal Concilio Vaticano II al no al nucleare, in un libro di Candelari e Ciriaci.
"La Nonviolenza c'era già nella Chiesa primitiva, in cui il comandamento non uccidere veniva accolto nella sua pienezza. Quando dopo Costantino e Teodosio la Chiesa si gemellò con lo Stato si cercò di giustificare le guerre 'giuste', talora 'sante'".
L'osservazione di mons. Luigi Bettazzi, in appendice al testo "Guerra pace nonviolenza" di Paolo Candelarie Ilaria Ciriaci, fa comprendere perché quello che è accaduto dal Concilio Vaticano II a oggi è una rinascita della nonviolenza nella Chiesa. Gli autori ripercorrono le tappe salienti di questo cammino che si prospetta ancora lungo.
Cinquant'anni di storia e impegno del movimento per la pace, dalla Pacem in terrisal Concilio Vaticano II fino ai giorni nostri, in un percorso fatto di azioni, documenti, proposte e di cui i protagonisti sono sia cristiani che laici.
Il punto di partenza di quest'agile trattazione è il noto radiomessaggio con cui Giovanni XXIII dava l'avvio al Concilio Vaticano II, nel lontano 11 settembre 1962. Nell'appendice del libro, sono raccolte le interviste a mons. Bettazzi e a Giovanni Franzoni, presenti al Concilio e preziosi testimoni del movimento per la pace. L'impegno costante per un cammino di pace e nonviolenza costituisce l'assunto e l'idea centrale di questo ampio saggio.
I due autori, Paolo Candelari e Ilaria Ciriaci, sottolineano le fasi principali di questo processo di maturazione di principi importanti per l'intera umanità. Nel 1945 la nascita dell'Onu mette in risalto i diritti umani e la necessità di salvare le future generazioni dalla guerra e dall'apocalisse nucleare. Negli anni Cinquanta, vengono promosse forme di obiezione di coscienza, di nonviolenza e pace e di sostegno per i più deboli. Così, il Concilio Vaticano II aperto nel 1962, mette al centro la pace come diritto inalienabile, alla luce del grave rischio per la sopravvivenza del genere umano con la crisi dei missili a Cuba per la guerra fredda tra Stati Uniti e Russia che portò l'umanità a un passo dal conflitto e dallo sterminio nucleare.
Le contraddizioni della storia hanno condotto le varie Chiese talora a benedire guerre di conquista e a fare la guerra in nome di Dio. Il Novecento è il secolo della massima violenza, ma anche della nonviolenza attiva e proattiva, politica, efficace.
Le religioni potrebbero svolgere un ruolo vitale ed essenziale nel contrasto alla violenza e nella costruzione del dialogo per la pace.
La nonviolenza viene proposta come un metodo, realistico e pragmatico, per la gestione dei conflitti anche tra nazioni, come antidoto alla guerra di civiltà, dove la pace diventa un compito per l'umanità intera.
Il libro di Candelari e Ciriaci ha il merito di segnalare non solo il filone del cattolicesimo pacifista, ma la stessa diplomazia della Santa Sede come possibile partnerdi un cammino comune per chi è impegnato nella difesa della vita, vale a dire nella nonviolenza e nella giustizia.