A cura della redazione
Nel venticinquesimo anniversario della morte di don Tonino Bello, ripercorriamo i sentieri, non sempre facili, da lui aperti nella direzione della pace, del disarmo, della nonviolenza.
Sentieri su cui, oggi, cammina papa Francesco, nel tempo complesso e difficile che attraversiamo.
Denaro, Chiesa dei poveri, politica, Sud, disarmo: ecco alcuni ambiti d’impegno inderogabili sui quali sia don Tonino che Francesco offrono coraggiosamente parole inedite.
In piedi, dunque, costruttori di pace!
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- Scritto da Massimo Aprile
- Categoria: Dossier - Aprile 2018 - Don Tonino nei passi di Francesco
- Qualifica Autore: Pastore battista di Milano
Un ricordo personale di don Tonino. L'impegno ecumenico contro la militarizzazione della Puglia.
Era un giorno tra il 12 e il 25 giugno 1988. Io ero allora pastore a Mottola e Martina Franca (provincia di Taranto, ndr) e mia moglie, Anna Maffei, a Gioia del Colle e Santeramo (provincia di Bari, ndr).
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- Scritto da Giuliana Martirani
- Categoria: Dossier - Aprile 2018 - Don Tonino nei passi di Francesco
- Qualifica Autore: Docente universitaria di geografia politica ed economia
No, i sud del mondo sono poeti sociali di uno sviluppo integrale e meridiano. Don Tonino Bello e papa Francesco sui passi del meridione, delle periferie e dei Sud della terra.
Sulla rivista missionaria Nigrizia, negli anni Ottanta, don Tonino Bello e io avevamo ciascuno una rubrica: lui La croce del Sud, io Nord e Sud. Quando ci incontrammo per la prima volta lui, sorridendo, disse: "Dei poveri e dei Sud tu fai la geografia e io la storia”.
Nord/Sud, centri/periferie, sviluppo/sottosviluppo, ricchi/poveri, integrati/emarginati su cui si gioca il futuro della specie umana, quello dell'Homo sapiens sapiens, dopo i fallimenti delle altre specie.
In questo tempo, fondato sulle tre tentazioni del deserto – successo soldi sfida (Matteo 4) che diventano: la cultura della superiorità e dell'indifferenza (successo), l'economia che uccide (soldi), la politica corrotta (sfida), così puntualmente ribadite nei suoi discorsi da papa Francesco e denunciate in Evangelii Gaudiume Laudato Sì – il paradosso cristiano delle Beatitudini (Matteo 5), diventa icona di un Nuovo Mondo Possibile, un altromondo, la nuova Gerusalemme, fatto di uomini e donne nuovi (Ap 21,1-5.6-7).
Del paradosso cristiano ("paradosso”, ovviamente per gli "scarsamente credenti nel Vangelo”!) secondo cui gli scarti,gli ultimi, saranno i primi, così come ci viene riferito dall'evangelista Matteo nelle Parabole degli Operai della Vigna (20,1-16), dei Vignaioli omicidi (21,33-43), dellaPietra che i costruttori hanno rifiutata che è diventata pietra angolare (21,42), don Tonino Bello e papa Francesco prendono entrambi sul serio le parole riguardo alle persone scartate dalla società (Sud come periferie esistenziali: Quello che è debole per il mondo, Dio lo ha scelto per confondere i forti; 1Cor 1,26-29).
Persone e nazioni scartate
Ma prendono sul serio anche quelle del magistero, del Concilio, che le riafferma non solo come persone scartatema come nazioni scartate(quelle da noi viste come sottosviluppate o Sud del mondo e quindi Sud come periferie geografiche) rovesciando, a un tempo, sia la piramide delle gerarchie sociali (dirigenti, funzionari, manodopera, inoccupati, emarginati) che quella delle gerarchie internazionali (Nord del mondo – G7,G8,G20 – Sud del mondo o terzomondo). E per di più quelle stesse nazioni scartatele indica come nazioni più ricche di saggezza: "L'epoca nostra, più ancora che i secoli passati, ha bisogno di questa sapienza per umanizzare tutte le sue nuove scoperte. È in pericolo, di fatto, il futuro del mondo, a meno che non vengano suscitati uomini più saggi. Inoltre va notato come molte nazioni, economicamente più povere, ma più ricche di saggezza, potranno aiutare potentemente le altre” (Gaudium et spes, 1).
Don Tonino Bello e papa Francesco, allora, confermano Vangelo e Magistero soprattutto conciliare e post conciliare, compresiIl patto delle catacombe di Domitilla(siglato il 16 novembre del 1965, pochi giorni prima della chiusura del Vaticano II, da una quarantina di padri conciliari) e il Magistero latinoamericano di Medellin e Puebla (e papa Francesco anche quello di Aparecida) per una "scelta preferenziale per i poveri”. E allora don Tonino Bello afferma: "Che cosa può venire di buono da Nazareth? Da Debrezeit, da Addis Abeba, dai villaggetti africani? Noi siamo venuti a dare, a portare! A noi c'è rimasta questa idea che i missionari, le missionarie sono quelli che vanno a portare aiuti. Dovremmo dire ai missionari: ‘Quando tornate qui in Europa, riempite gli aerei, riempite le navi, portateci vi preghiamo, dei pacchi dono perché stiamo morendo non di fame, ma di tutti questi grandi valori, mandateci pacchi dono di speranza, di fiducia, di solidarietà che qui si muore'.Èuna cosa grande lasciarsi evangelizzare dai poveri, per portare il lieto annunzio ai poveri, che non sono stati abbandonati dal Signore. Il Signore un giorno ci rovisterà il guardaroba, così come fanno all'aeroporto per vedere non che cosa abbiamo esportato ma importato, che cosa abbiamo preso, ricevuto dagli altri, quali cose ci portiamo a casa (A. Bello, G. Martirani, Fotografie del futuro, ed. Paoline 2006).
E soprattutto, don Tonino e papa Francesco come anche altri già da allora, ribadiscono che non si tratta tanto o solo, nei Nord (centri del mondo), di fare una carità pelosa, quanto di cambiare il nostro Modello di Sviluppoe Stile di vita (LS,138) a partire da Pace Giustizia e Fraternità (G. Martirani, I tre cavalieri. Della pace don Tonino Bello, della giustizia Oscar A. Romero, della fraternità Charles de Foucauld, ed. Senza Confini, Ilmiolibro Kataweb, 2018, http://ilmiolibro.kataweb.it) e dai sud di ri-apprendere a vivere. Insomma, di lasciarsi evangelizzare dalle periferie geografiche ed esistenziali.
E ci invitano, inoltre, a conoscere i meccanismi perversi che generano le sofferenze e a chiederne perdono: "Signore, ti chiediamo perdono per la complicità di tanti peccaminosi silenzi.Ti chiediamo perdono per tutti i guasti dei nostri egoismi corporativi,per le sperequazioni economiche e per l'idolatria del profitto, per lo sterminio per fame tollerato se non provocato da noi ricchi ai danni di tutti i Sud della terra, per la crescente produzione di armi e il loro commercio clandestino, per la militarizzazione del territorio e dello spazio, per le discriminazioni razziali e per la tragica esposizione debitoria dei poveri del terzo mondo, e per il business di certi ipocriti aiuti economici e l'imperialismo culturale veicolato dai mass media (A. Bello, Articoli. Corrispondenze. Lettere. Notificazioni, Mezzina, 2003, 52, 46s. Scritti di pace, 44).
La rivoluzione della tenerezza
E allora:Che cosa può venire di buono da Nazareth? Può venire la rivoluzione della tenerezza (G. Martirani, Nonviolenza. Don Tonino Bello, Oscar A. Romero, Charles de Foucauld, ed. Senza Confini, Ilmiolibro Kataweb, 2018, http://ilmiolibro.kataweb.it),in linea con quella tradizione biblica così ben tratteggiata dal Quarto Canto del Servo di Yavhé(Is 2,13-15;3,1-12) di seguito in parte attualizzato (G. Martirani, Poetando Dio ed io, Salmi per i nostri giorni, ed. Senza Confini, Ilmiolibro Kataweb, 2018, https://ilmiolibro.kataweb.it/book_data/interno/1227185/)che mostra comedalle periferie esistenziali e geografiche, dai Sud,viene la luce per un nuovo modo di vivere.
Eccoli qui, quelli che davvero fanno ciò che a me piace e mi aiutano nel mio sogno: finalmente ora riceveranno gli onori dei potenti, si vedranno giustamente messi in luce e messi ai primi posti. Chi avrebbe mai potuto immaginare che la potenza del Signore potesse manifestarsi proprio attraverso di loro: gli scartati i rifiutati, le periferie esistenziali e geografiche?
Maltrattati, come contadini senza terra, popoli nativi senza identità, urbani senza fissa dimora, adulti senza lavoro e senza affetti; disoccupati senza più o senza mai un lavoro dignitoso; donne abbattute da femminicidi, stalking, tratta, abbandoni; bambini cresciuti senza amore, o vessati da una sistematica e indifferente strage degli innocenti, fanciulli costretti a emigrare per la fame e la guerra; stranieri accovacciati sugli scogli e scartati da tutte le frontiere o sepolti nei mari, muri liquidi, o sotto i mille muri di frontiera, di nuovo innalzati (G. Martirani, Porte Aperte. I ministri del Benvenuto: Qui nessuno è straniero, ed. Senza Confini, Ilmiolibro Kataweb, 2017).
La Terra dei Nientee dei Nessuno ("Los nadie' è espressione usata dallo scrittore latinoamericano Eduardo Galeano; i 'nessuno': No se dejen ningunear" invece è usata da papa Francesco come invito a non lasciarsi inferiorizzare da chi si crede superiore), degli scarti, che però è anche la Terra del vero Buen vivir, della vita buona e bella dove scorre latte e miele, quella dei miti e nonviolenti(don Tonino) che erediteranno la Terra, dei poeti sociali(papa Francesco), appare allora, in entambi come il luogo biblico del futuro dell'umanità: "Voi, i più umili, gli sfruttati, i poveri e gli esclusi, potete fare e fate molto. Oserei dire che il futuro dell'umanità è in gran parte nelle vostre mani, nella vostra capacità di organizzare e promuovere alternative creative nella ricerca quotidiana di lavoro, casa, terra (le 3 T: Trabajo Techo Tierra) e anche nella vostra partecipazione attiva ai grandi processi di cambiamento, cambiamenti nazionali, cambiamenti regionali e cambiamenti globali. Non sminuitevi! Voi siete poeti sociali, creatori di lavoro, costruttori di case, produttori di generi alimentari, soprattutto per quanti sono scartati dal mercato mondiale. (Papa Francesco ai movimenti popolari, in America Latina, 2015). E papa Francesco lo ribadisce con autorità nella Evangelii Gaudium quando afferma: "Per la Chiesa l'opzione per i poveri (LS,158) è una categoria teologica prima che culturale, sociologica, politica o filosofica. Dio concede loro 'la sua prima misericordia'… Per questo desidero una Chiesa povera per i poveri. Essi hanno molto da insegnarci” (EG.198).
La Trinità
E sia don Tonino Bello che papa Francesco esprimono con fermezza una decisa critica alle politiche neoliberiste della crescita e del Prodotto Interno Lordo o della ricaduta favorevole,che trasformano le democrazie in ‘democrature' (P. Casaldaliga).
Don Tonino Bello le critica usando la metafora della Trinità e il PIL: 1x1x1=1 "Il mistero della Santissima Trinità mette sotto accusa ogni sistema spersonalizzante di omologazione, di livellamento, di massificazione.Contesta in radice la boria degli Statiche menano vanto per la Crescita del PIL, del Prodotto Interno Lordo della nazione, mentre i singoli muoiono di fame!Quante volte i nostri Stati si vantano del loro Prodotto Interno Lordo del Reddito Pro Capite,dello stipendio medio nazionale, mentre i singoli muoiono di fame e ci sono alcuni che mangiano per dieci e altri che non mangiano niente!Il mistero della Trinità, ha un ruolo anti idolatrico nei confronti di tutti i Nord della terra che non solo confiscano le ricchezze dei popoli del Sud,ma pretendono di distruggerne perfino l'identità culturale, il nome” (G. Martirani, Misericordiando. Dall'indifferenza a un Umanesimo Misericordioso. ed. Senza Confini, IlmiolibroKataweb, 2016. http://ilmiolibro.kataweb.it/libro/narrativa/208469/misericordiando/).
Analogamente papa Francesco nella Evangelii Gaudium e Laudato Si'mette seriamente in dubbio La Teoria economica della Crescita del Pil, anche denominata Teoria delloSgocciolamento(Trickle Down) o della ricaduta favorevoleche afferma che le cosiddette élites modernizzatrici (quadri dirigenti, centri decisionali politici economici e finanziari, insieme all'industria, e cioè i Nord) provocherebbero una crescita del PIL che per sgocciolamento e ricaduta favorevole passerebbe alle masse impoverite (Sud). "In questo contesto, alcuni ancora difendono le teorie della "ricaduta favorevole”, che presuppongono che ogni crescita economica, favorita dal libero mercato, riesce a produrre di per sé una maggiore equità e inclusione sociale nel mondo. Questa opinione, che non è mai stata confermata dai fatti, esprime una fiducia grossolana e ingenua nella bontà di coloro che detengono il potere economico e nei meccanismi sacralizzati del sistema economico imperante. Nel frattempo, gli esclusi continuano ad aspettare. Per poter sostenere uno stile di vita che esclude gli altri, o per potersi entusiasmare con questo ideale egoistico, si è sviluppata una globalizzazione dell'indifferenza” (EG,54). Ribadendo nella Laudato Si', che: "La realtà è superiore all'idea. Nella realtà concreta che ci interpella, appaiono diversi sintomi che mostrano l'errore, come il degrado ambientale, l'ansia, la perdita del senso della vita e del vivere insieme. Si dimostra così ancora una volta che la realtà è superiore all'idea (LS, 110)”.
Sviluppo meridiano
E allora:che cosa può venire di buono da Nazareth?
Con don Tonino Bello viene lo sviluppo meridiano come sviluppo a livello di persone, comunità, ambiente ed etica a partire dall'ottica dei Sud, siano essi periferie esistenziali o geografiche (Pax Christi, http://www.paxchristi.it/?p=6196). Con papa Francesco i pilastri dello sviluppo umano integrale, secondo la dottrina sociale della Chiesa. E così all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite a New York (25.9 2015 - https://www.youtube.com/watch?v=ImpTLrOPT0Q) ribadendo il Preambolo della Carta delle Nazioni Unite (Salvare le future generazioni dal flagello della guerra) parla di uno sviluppo integrale in cui i poveri possano essere degni attori del loro stesso destino. Con un minimo assoluto garantito, a livello materiale: casa, terra, lavoro(le 3 T: techo, tierra trabajo) a partire da una alimentazione adeguata e acqua potabile; e a livello spirituale: libertà dello spirito, che comprende la libertà religiosa, il diritto all'educazione e gli altri diritti civili.
Papa Francesco non solo ne parla di sviluppo integrale ma con la Lettera Apostolica del 17 agosto 2016ne organizza la struttura, creando il dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale (http://www.vatican.va/roman_curia/sviluppo-umano-integrale/documents/rc_sviluppo-umano-integrale_20170509_note-storiche_it.html)sull'asse portante dei pilastri dello sviluppo umano integrale e della Laudato Si'che magistralmente ne individuano gli obiettivi, e dell'Evangelii Gaudiumche ne offre il metodo. Insomma, sia don Tonino Bello che papa Francesco, con la loro duplice e contemporanea "scelta della pace e della nonviolenza” e della "scelta preferenziale dei poveri” completano l'antico assioma della dottrina sociale della Chiesa: non c'è pace senza giustizia, con quello ad esso speculare: non c'è giustizia senza pace. E lo fanno attraverso la scelta della nonviolenza attiva perché, come dice papa Francesco: la nonviolenza attiva è un modo per mostrare che davvero l'unità è più potente e più feconda del conflittoe che la nonviolenza è stile di una politica per la pace.
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Dedicato:
A Hismana Hassan Abdulle sepolta nel cimitero dei migranti di Armo (Reggio Calabria, Registro MM, Croce 14,2016, n.17) e morta nel Mediterraneo, il 27 maggio 2016 inseguendo il suo sogno di libertà, alla stessa età e mentre i nostri figli inseguivano il loro sogno, partendo con i programmi Erasmus su regolari linee aeree lowcost e supportati da borse di studio.
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A don Tonino Bello che a chi gli chiedeva, negli ultimi giorni della sua vita tra noi, se avesse timore della morte, rispondeva: "No! Io sono certo di vedere il Signore!”. E, accarezzando col suo dolce sguardo l'interlocutore, un po' turbato da tanta certezza, aggiungeva: "Io lo vedrò, perché ce l'ho proprio messa tutta. Ho fatto tutto ciò che potevo e sapevo fare. Certo ho fatto tanti errori, ma a quelli ci pensa l'immensa misericordia di Dio, quell'oceano di misericordia dove tutti anneghiamo!”.
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La semente della nonviolenza
Poi rimango solo e sento per la prima volta una gran voglia di piangere. Tenerezza, rimorso e percezione del poco che si è potuto seminare e della lunga strada che rimane da compiere? Attecchirà davvero la semente della nonviolenza? Sarà davvero questa la strategia di domani? È possibile cambiare il mondo col gesto semplice dei disarmati? È davvero possibile che, quando le istituzioni non si muovono, il popolo si possa organizzare per conto suo e collocare spine nel fianco di chi gestisce il potere? Fino a quando questa cultura della nonviolenza rimarrà subalterna? Questa impresa contribuirà davvero a produrre inversioni di marcia? Perché i mezzi di comunicazione che hanno invaso la Somalia a servizio di scenografie di morte hanno pressoché taciuto su questa incredibile scenografia di pace? Ma in questa guerra allucinante chi ha veramente torto e chi ha ragione? E qual è il tasso delle nostre colpe di esportatori di armi in questa delirante barbarie che si consuma sul popolo della Bosnia? Sono troppo stanco di rispondere stasera. Per ora mi lascio cullare da una incontenibile speranza: le cose cambieranno, se i poveri lo vogliono (Don Tonino Bello, Dal diario della marcia a Sarajevo, dicembre 1992).
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In piedi costruttori di pace: da Lucignoli Fumiganti a ceri pasquali
Coraggio! Non dobbiamo tacere, braccati dal timore che venga chiamata orizzontalismo la nostra ribellione contro le iniquità che schiacciano i poveri. Se non abbiamo la forza di dire che le armi non solo non si devono vendere ma neppure costruire, che la politica dei blocchi è iniqua, che la remissione dei debiti del Terzo Mondo è appena un acconto sulla restituzione del nostro debito ai due terzi del mondo, che la logica del disarmo unilaterale non è poi così disomogenea con quella del Vangelo, che la nonviolenza attiva è criterio di prassi cristiana, che certe forme di obiezione sono segno di un amore più grande per la città terrena... se non abbiamo la forza di dire tutto questo, rimarremo lucignoli fumiganti invece che essere ceri pasquali (Don Tonino Bello, Sui sentieri di Isaia, la meridiana, 1989).
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La nonviolenza: stile di una politica per la pace
[...] Che siano la carità e la nonviolenza a guidare il modo in cui ci trattiamo gli uni gli altri nei rapporti interpersonali, in quelli sociali e in quelli internazionali. Quando sanno resistere alla tentazione della vendetta, le vittime della violenza possono essere i protagonisti più credibili di processi nonviolenti di costruzione della pace. Dal livello locale e quotidiano fino a quello dell'ordine mondiale, possa la nonviolenza diventare lo stile caratteristico delle nostre decisioni, delle nostre relazioni, delle nostre azioni, della politica in tutte le sue forme.
[…] La nonviolenza praticata con decisione e coerenza ha prodotto risultati impressionanti. i successi ottenuti dal Mahatma Gandhi e Khan Abdul Ghaffar Khan nella liberazione dell'India, e da Martin Luther King Jr contro la discriminazione razziale non saranno mai dimenticati. Le donne, in particolare, sono spesso leaderdi nonviolenza, come, ad esempio, Leymah Gbowee e migliaia di donne liberiane, che hanno organizzato incontri di preghiera e protesta nonviolenta (pray-ins) ottenendo negoziati di alto livello per la conclusione della seconda guerra civile in Liberia […].
Papa Francesco (Messaggio di Papa Francesco per la Giornata Mondiale della Pace, 2017)
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- Scritto da Mons. Luigi Bettazzi
- Categoria: Dossier - Aprile 2018 - Don Tonino nei passi di Francesco
- Qualifica Autore: Già vescovo di Ivrea e presidente internazionale di Pax Christi
L'impegno e la testimonianza di don Tonino contro le guerre e le loro radici. Ce ne parla uno dei suoi più grandi amici e compagni di strada.
La radice del pensiero e dell'azione di mons. Tonino Bello – don Tonino, come amava essere chiamato – sta nelle sua attenzione e dedizione ai poveri, derivategli dall'educazione della madre, convinta terziaria francescana.
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- Scritto da Sergio Paronetto
- Categoria: Dossier - Aprile 2018 - Don Tonino nei passi di Francesco
- Qualifica Autore: Presidente del Centro Studi Economico-Sociali per la Pace di Pax Christi
La Politica come arte nobile e difficile. Come misericordia e compassione.
In primo luogo, il costituzionalista-sindaco Giorgio La Pira. Ma anche Salvemini, Gramsci, Sturzo, De Gasperi, Silone, Pasolini, Moro, La Valle (fino a Giovanni Carnicella, Annalisa Altomare, Italo Calabrò e Guglielmo Minervini).
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- Scritto da Nicoletta Dentico
- Categoria: Dossier - Aprile 2018 - Don Tonino nei passi di Francesco
Parliamo di denaro. Anzi, di profitto e di iniquità. Don Tonino e papa Francesco, con il loro appassionato sguardo pastorale, chiedono maggiore attenzione verso i diseredati della terra.
E chiamano le cose con il loro nome.
Ci voleva papa Francesco per riportare alla ribalta la carica profetica di don Tonino Bello, la spinta dirompente e poetica delle sue parole, la raschiosa conseguenza dei temi che il vescovo di Molfetta non cessava di illuminare e tessere nella sua "pastorale delle pietre di scarto".
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- Scritto da Tonio Dell'Olio
- Categoria: Dossier - Aprile 2018 - Don Tonino nei passi di Francesco
La Chiesa dei poveri tra papa Francesco e don Tonino Bello. Bisogna spogliarsi per lavare i piedi, come fece Gesù.
Prima ancora che dichiarata, annunciata, denunciata, la povertà va vissuta, ovvero autenticata da una coerenza che non lasci crepe e fraintendimenti e che non faccia gridare allo scandalo.
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