Qualifica Autore: Presidente del Centro Studi Economico-Sociali per la Pace di Pax Christi

La Politica come arte nobile e difficile. Come misericordia e compassione.

 

In primo luogo, il costituzionalista-sindaco Giorgio La Pira. Ma anche Salvemini, Gramsci, Sturzo, De Gasperi, Silone, Pasolini, Moro, La Valle (fino a Giovanni Carnicella, Annalisa Altomare, Italo Calabrò e Guglielmo Minervini).

Le lotte degli operai, dei contadini, dei marittimi e dei disoccupati della Puglia. L'accoglienza degli sfrattati, degli emarginati e dei profughi. Le politiche sociali e culturali, i diritti dei poveri, la legalità, il riscatto del Sud: è "l'ultimo grande riformatore sociale del Mezzogiorno", scrive Minervini nella sua splendida introduzione a Sud a caro prezzo (la meridiana 2007). Questi gli interlocutori e i temi di don Tonino nel campo della politica intesa come luogo di misericordia e di compassione. Nella loro distinzione le due parole sono interconnesse e convergono nell'indicare il profilo di una politica nonviolentae conviviale intesa da Tonino Bello e papa Francesco, sulla scia di Paolo VI e del Concilio, come "arte nobile e difficile" da riabilitare e rivitalizzare nell'ottica di una politica generativa di buone relazioni (cfr. due testi de la meridiana, Sui sentieri di Isaia, 1999 e Mistica arte. Lettere sulla politica, 2014).

Per papa Francesco "la misericordia non è solo qualcosa di devozionale, di intimo, un palliativo spirituale, una sorta di olio che ci aiuta ad essere più soavi, più buoni. È la profezia di un mondo nuovoin cui i beni della terra e del lavoro siano equamente distribuiti e nessuno sia privo del necessario perché la solidarietà e la condivisione sono la conseguenza concreta della fraternità" (Isernia 5 luglio 2014). Bergoglio offre anche una "geopolitica della misericordia" (ne scrivono spesso sia "Limes" che "La Civiltà cattolica") rivolta ai mali più grandi: la povertà, la guerra, la tratta delle persone, il dissesto ecologico, la corruzione. E attenta anche alla costruzione dell'Europa (gli interventi del Papa sull'Europa nel novembre 2014 e nel maggio 2016 sviluppano il sogno toniniano dell'Europa come "casa comune", argomentato ad Assisi nel 1992 (Non c'è fedeltà senza rischio, San Paolo 1992). Nella Pasqua 2013 il Papa sollecita i credenti a diventare "canali di misericordia divina attraverso i quali Dio possa irrigare la terra, custodire il creato e far fiorire giustizia e pace". L'immagine bergogliana è molto simile a quella rivolta da don Tonino agli uomini politici, definiti "tecnici dell'acqua della pace", da diffondere senza sporcarla, trattenerla, comprarla o venderla, pronti ad "allagare le città di giustizia, rettitudine e solidarietà secondo lo splendido verso del profeta Amos (5,24): fate in modo che ‘il diritto scorra come acqua di sorgente e la giustizia come un torrente impetuoso'" (Sui sentieri di Isaia, 110-111). Altra immagine comune è quella dei credenti come "collaboratori dello Spirito" ricreatore dell'universo (Verona aprile 1989 per don Tonino e 1 gennaio 2014 o Pentecoste 2015 per il Papa).

Cambiare il mondo

L'invito bergogliano a "cambiare il mondo" e ad amarlo come "nostra casa comune" (Evangelii gaudium 183) incrocia l'identico invito di don Tonino ad amare il mondo e la sua storia ("Prendiamolo sottobraccio. Usiamogli misericordia. Offriamogli tenerezza") e a formare politici "capaci di misericordia" che significa "accettare il rischio della carità politica, sottoposta per sua natura alla lacerazione delle scelte difficili, alla fatica delle decisioni non da tutti comprese, al disturbo delle contraddizioni e delle conflittualità sistematiche, al margine più largo dell'errore sempre in agguato" (Sui sentieri di Isaia,125).

Fare politica è come fare pace. Vuol dire educarsi al conflitto, assumerlo, attraversarlo, gestirlo in modo generativo di bene. In tale contesto la "convivialità delle differenze" (argomentata nell'omelia crismale del 1986) vibra all'unisono con la "comunione nelle differenze" della Evangelii Gaudium 228 (all'interno delle pagine sull'unità che prevale sul conflitto).

"Mestiere ingrato e incompreso", per don Tonino la "politica samaritana" dell'ora giusta (vicinanza e aiuto) e dell'ora dopo (risanamento e progetto) è veramente tale quando si concentra sull'ora prima (conversione e prevenzione), cioè quando opera "il discernimento dei segni dei tempi" (parola chiave del Concilio e della pastorale bergogliana) e affianca alla compassione del cuore "la compassione del cervello": "Bisogna trovare nelle nostre comunità una simpatia nuova per l'analisi lucida, scientifica, articolata. Conoscere i meccanismi perversi che generano le sofferenze è il primo atto di solidarietà con i poveri. Le improvvisazioni sentimentali non bastano. Il volontarismo emotivo non è sufficiente. Occorrono la competenza e lo studio. Si comprenderà allora che le cause di tante situazioni disumane non sono fatalità, ma hanno un nome preciso. Occorre convincersi che l'analisi strutturale delle situazioni di sofferenza e la ricerca delle cause che le producono sono divenute, oggi più che mai, il luogo teologico nuovo sul quale il Signore interpella la nostra Chiesa […]. È necessario stimolare una formazione politica seria per il nostro popolo, senza la quale i poveri si trasformeranno in massa manovrabile da parte di coloro che hanno in mano le leve del potere economico, politico e culturale" (Sui sentieri di Isaia, 115, 128-129 e Articoli Corrispondenze Lettere Notificazioni, ed. Mezzina, 2003, 52, 46-47).

Rifondare la democrazia 

Identica preoccupazione anima papa Francesco nei suoi interventi rivolti ai movimenti popolari definiti "poeti sociali" o "seminatori di cambiamento", quando spinge alla vigilanza critica, a "non lasciarsi imbrigliare" e a "non lasciarsi corrompere" per "rigenerare la democrazia". L'abbiamo ascoltato il 5 novembre 2016 a Roma. Non lasciarsi imbrigliare vuol dire, ad esempio, essere pronti a un rifiuto: "L'idea delle politiche sociali concepite come una politica verso i poveri, ma mai coni poveri, mai deipoveri e tanto meno inserita in un progetto che riunisca i popoli, mi sembra a volte una specie di carro mascherato per contenere gli scarti del sistema […]. Così la democrazia si atrofizza, diventa un nominalismo, una formalità, perde rappresentatività, va disincarnandosi perché lascia fuori il popolo nella sua lotta quotidiana per la dignità, nella costruzione del suo destino. Voi, organizzazioni degli esclusi e tante organizzazioni di altri settori della società, siete chiamati a rivitalizzare, a rifondare le democrazieche stanno attraversando una vera crisi. Non cadete nella tentazione della casella che vi riduce ad attori secondari o, peggio, a meri amministratori della miseria esistente […]; la partecipazione da protagonisti dei popoli che cercano il bene comune può vincere, con l'aiuto di Dio, i falsi profeti che sfruttano la paura e la disperazione, che vendono formule magiche di odio e crudeltà o di un benessere egoistico e una sicurezza illusoria".

Vincere la corruzione

Sempre il 5 novembre il Papa ricorda il rischio di lasciarsi corrompere. "C'è corruzione nella politica, nelle imprese, nei mezzi di comunicazione, nelle Chiese e anche nelle organizzazioni sociali e nei movimenti popolari. È giusto dire che c'è una corruzione radicata in alcuni ambiti della vita economica, in particolare nell'attività finanziaria, e che fa meno notizia della corruzione direttamente legata all'ambito politico e sociale. […] A qualsiasi persona che sia troppo attaccata alle cose materiali o allo specchio, a chi ama il denaro, i banchetti esuberanti, le case sontuose, gli abiti raffinati, le auto di lusso, consiglierei di capire che cosa sta succedendo nel suo cuore e di pregare Dio di liberarlo da questi lacci". Solo così è possibile passare dalla paura che innalza muri e rende crudeli all'amore politicoche costruisce ponti e nuove relazioni. Con altre parole i due sollecitano un cambio del modello di sviluppo economico e del "paradigma tecnocratico" (Laudato si' 106-114 ,189-198). Perché nasca "un nuovo ordine di giustizia e di pace", accanto alla lampada della pietà-misericordia, osserva don Tonino, occorre portare la lampada della politica"sottratta alla lussuria del dominio. Preservata dall'adulterio con i corrotti. Inossidabile alle esposizioni lusingatrici del denaro […]. Resa oggetto di reverenza quasi sacerdotale, se è vera l'ardita intuizione di Giorgio La Pira che affermava 'la politica come l'attività religiosa più alta dopo quella dell'unione intima con Dio'" (Sud a caro prezzo51 e Vegliare nella notte, San Paolo, 1995, 126-128, 148).

La lotta per la democrazia e la legalità apre la strada alla "società dei liberi" e alla "comunità degli amici" a partire dal Sud, secondo l'intuizione profetica di Gioacchino da Fiore (Sud a caro prezzo, 54-61). A tal fine, occorre "organizzare la resistenza", "la mobilitazione delle coscienze e un'efficace azione istituzionale contro l'illegalità, contro il malcostume pubblico.

Superare la cultura dello scarto

Sempre ai movimenti popolari, questa volta in Bolivia il 9 luglio 2015, il Papa insiste sulla trasformazione dello scarto in opportunità costruttiva: "Ho conosciuto da vicino diverse esperienze in cui i lavoratori riuniti in cooperative e in altre forme di organizzazione comunitaria sono riusciti a creare lavoro dove c'erano solo scarti dell'economia idolatrica". Analogamente don Tonino, orientato a vedere le ferite come feritoie e le pietre di ostacolo come pietre di guado, propone evangelicamente (Atti 4, 11) la prospettiva di far diventare le pietre scartate testata d'angolo per costruire le nostre città, anzi "riappropriarsi delle città" risvegliando "il coraggio di cambiare", coscienti che sulla croce Gesù ha trasformato gli "scarti residuali dell'umanità" in "polvere di stelle" (Pietre di scarto, la meridiana, 1993, 9-11, 15-20, 39-44).

L'invito comune è sempre quello di uscire e di camminare, di alimentare i "sogni diurni": negli Stati Uniti il 24 settembre 2015 Bergoglio propone i 4 sogni di Lincoln, Luther King, Doroty Day e Thomas Merton; nei suoi viaggi e ai giovani di Bologna il 1 ottobre 2017 suggerisce di "sognare in grande"); per don Tonino i giovani devono educarsi allo stupore, alla bellezza e all'arte del sogno comune (Senza misura, la meridiana). La politica come toniniana" mistica arte" è per il Papa la "mistica di vivere insieme" (Evangelii gaudium 87).

Il primato del diritto

Comune ai due, infine, è la necessità di oltrepassare l'ombra violenta di Caino verso il sogno disarmante di Isaia: la pace va amata e praticata come nonviolenza attiva e creativa, scelta prioritaria del credente, "sfida e programma" rivolto a tutti, realizzazione delle Beatitudini. Il messaggio per la Giornata mondiale della pace del 1 gennaio 2017 sulla nonviolenza, stile di una politica per la pace, sembra scritto a quattro mani con un unico cuore. Ognuno di noi può operare e "dare prova di misericordia rifiutando di scartare le persone, danneggiare l'ambiente e voler vincere ad ogni costo". Occorre essere disponibili a trasformare il conflitto "in un anello di collegamento di un nuovo processo", a "scegliere la solidarietà come stile per fare la storia e costruire l'amicizia sociale" (n.6). Per il Papa "la nonviolenza potrà assumere un significato più ampio e nuovo: non solo aspirazione, afflato, rifiuto morale della violenza, delle barriere, degli impulsi distruttivi, ma anche metodo politico realistico, aperto alla speranza. Si tratta di un metodo politico fondato sul primato del diritto" (26.8.2016). Per don Tonino è impresa difficile ma urgente: "Noi qui [a Sarajevo, dicembre 1992] siamo venuti a portare un germe: un giorno fiorirà. Quante idee un giorno fioriranno, non sono affidate soltanto a due o tre folli che vanno dicendo parole fuori posto. Ormai, lo sapete, la difesa popolare nonviolenta, la nonviolenza attiva è diventata un trattato scientifico. Gli eserciti di domani saranno questi: uomini disarmati! Dovremmo promuovere anche un'azione intellettuale di questo genere, che le nazioni, l'ONU si attrezzino di eserciti di obiettori di coscienza, di nonviolenti che promuovano un'educazione alla pace, la spiritualità della pace, le tecniche della strategia nonviolenta" (Scritti di pace, Mezzina, 1997, 340).

 

 


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