Un ricordo personale di don Tonino. L'impegno ecumenico contro la militarizzazione della Puglia.
Era un giorno tra il 12 e il 25 giugno 1988. Io ero allora pastore a Mottola e Martina Franca (provincia di Taranto, ndr) e mia moglie, Anna Maffei, a Gioia del Colle e Santeramo (provincia di Bari, ndr).
Avevamo stabilito quelle date, insieme a Tonino Drago e Pax Christi per una iniziativa di digiuno ecumenico a staffetta contro l'installazione degli F-16, aerei militari strategici, a Gioia del Colle. L'iniziativa, coinvolgeva alcune decine di persone, con momenti formativi, informativi e meditativi.
Decidemmo di raccoglierci ogni giorno davanti all'ingresso dell'aeroporto militare di Gioia per un momento di preghiera. Quella mattina eravamo già disposti in cerchio davanti all'ingresso, mentre, man mano, arrivavano le auto che portavano ufficiali e piloti che gettavano uno sguardo fugace verso di noi. A un certo punto arrivò don Tonino. Le sue posizioni per la pace e contro la militarizzazione del territorio e del Mediterraneo erano note a tutti. Non era frequente che un vescovo partecipasse a un'iniziativa di questo tipo. Esordì, più o meno, in questo modo: "Tutti sapete della storia di Mathias Rust, questo ventenne aviatore tedesco occidentale che pilotando un CESSNA (un aereo leggero da turismo), è riuscito a valicare il confine e ad atterrare sulla Piazza Rossa a Mosca? Bene – mi sono detto – se un giovane impavido ha dimostrato al mondo col suo gesto che la sicurezza militare assoluta è una grottesca bugia, allora cosa aspetta un vescovo cattolico a trovare il coraggio per un gesto di preghiera pubblica, che dica l'opposizione cristiana al militarismo e alla violenza?".
A distanza di tanti anni, senza tanta retorica, credo che sicuramente per me e Anna, ma anche per tanti altri credenti e, forse, per lo stesso vescovo di Molfetta, fu come se al centro di quel cerchio vi fosse "un pruno che ardeva senza consumarsi". Quella preghiera accese una passione per la vita, per la pace, per una cultura e una prassi ecumenica e nonviolenta, che hanno scaldato la nostra vita per molti anni. Un'esperienza decisiva nel plasmare una nuova identità nonviolenta di molti cristiani provenienti da percorsi molto diversi.
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Francesco Comina, Abbiamo un sogno. Quando Francesco andò da don Tonino, ed. Il Margine, 2018
Don Tonino Bello, come Martin Luther King, aveva un sogno. Sognava un mondo senza guerre e una società senza sfruttatori e oppressi. Non avrebbe mai sognato che un Papa sarebbe andato in Puglia, a riconoscere la sua voce profetica, come Francesco nell'aprile 2018. Dal Luogo-non luogo che i vivi possono sognare ma non vedere, Tonino dunque fa festa insieme alle anime che abitano un aldilà dove finalmente non c'è più sangue né violenza né prepotenza, ma tutti gli spiriti sono attraversati e riempiti dalla luce amorosa di Dio. Così nasce questa visione sul sentiero di Isaia, il profeta delle spade trasformate in falci di pace. Da Maria Maddalena a Francesco d'Assisi, da Kapuscinski a Sophie Scholl, da Anne Frank ad Alex Langer, cantano i beati. Quelli che hanno avuto la forza di sognare. La copertina è del pittore Giuliano Salvaterra. E la prefazione del regista salentino Edoardo Winspeare.