In tempo di crisi economico-finanziaria, è opportuno leggere il mondo delle banche con gli occhi di chi lo vive quotidianamente, per ragioni di lavoro.
In periodi come questi, di banche in crisi, di finanza pervasiva, forse serve uno sguardo dal di dentro, lo sguardo di chi in banca ci ha lavorato, conservando uno spirito critico.
Il romanzo
Gusmani, detto Gus, il protagonista del romanzo, non è un rivoluzionario ma, assunto in un'importante banca, incontra subito difficoltà a integrarsi nei meccanismi propri dell'impiego perché continuamente alla ricerca di "altro" rispetto ai mutui fondiari, proverà a dare priorità al "bene comune" e non esclusivamente a quello della banca, quando verrà inviato a Napoli e a Bari a occuparsi di debitori insolventi.
È il momento di prendere coraggio: Gus, vinto ogni dubbio, inizia a districarsi tra due mondi, quello delle persone in carne e ossa (i clienti) e quello della ricerca del profitto richiesto dalla banca. Cercando, quindi, di superare le consuete logiche aziendali, lasciandosi coinvolgere dalle vicissitudini delle persone, riesce a ristabilire rapporti di fiducia con i clienti insolventi, ideando un approccio che ottiene ottimi risultati sia per i debitori che salvano la casa dalla vendita all'asta, sia per i suoi datori di lavoro: la banca incomincia a rientrare delle "sofferenze" ormai ritenute irrecuperabili.
Le logiche sottese
Il libro offre al lettore la possibilità di penetrare nelle dinamiche interne di una banca degli anni Novanta (per certi versi simile a quelle di oggi e per altri affatto diverse, e rintracciare i sintomi dell'attuale stato di difficoltà), di capire le logiche di un agire scorretto che Gusmani non esita a denunciare a colleghi e superiori; di comprendere i meccanismi della rendita, degli espedienti speculativi di costruttori e proprietari terrieri; di vedere le obliquità, le povertà morali, le deformazioni carrieristiche di dirigenti e impiegati, tipiche della vita d'ufficio.
Non mancano tuttavia alcuni personaggi positivi che svolgono il loro lavoro con onestà, serietà e competenza, fornendo al protagonista la fiducia, la credibilità, gli strumenti per continuare quella "collaborazione critica" con la sua banca, rivendicata in più occasioni con orgoglio e passione.
Il tema dominante s'inserisce con naturalezza nelle vicende familiari del protagonista (il fallimento del matrimoniale, le dinamiche padre figli, i rapporti con le donne) e nelle inquietudini della sua contraddittoria vita di fede, nel disincanto dalla politica e dal sindacato. Un approccio che trova forse riscontro nell'esperienza autobiografica dell'autore che ha trascorso la sua vita lavorativa in banca, e la sua vita spirituale e di credente in assidua frequentazione di David M. Turoldo e Adriana Zarri.