Qualifica Autore: Volontaria del Roof Garden

Un giardino sul tetto: il sapore deciso del Roof Garden. Un'originale iniziativa per riqualificare e restituire dignità alle nostre periferie umane.

 

"E se organizzassimo delle cenette fra amici in un locale speciale? Potrebbe essere un modo diverso e divertente per far conoscere la semplicità e la forza degli amici della colazione della domenica".

Nasce così, quasi come una battuta, uno scherzo, quest'idea di solidarietà. Da tempo, presso la parrocchia della Resurrezione di Marghera, ogni domenica mattina volontari e senza fissa dimora si ritrovano per fare colazione assieme, chiacchierare, condividere fatiche e disagi, offrire sostegno e amicizia.

E così si intrecciano le storie personali, si raccontano le esperienze, quelle di ieri e quelle di oggi, la fatica di vivere sulla strada, la delusione per le esperienze lavorative finite, i dolori per gli affetti perduti.

A tutto purtroppo non si può rimediare, possiamo costruire nuove amicizie, sostenerli con caffè caldo e biscotti, un sorriso, un abbraccio, un giaccone pesante per il freddo, ascoltare le loro storie, le loro esperienze di lavoro passate… e… e se offrissimo loro la possibilità di passare un pomeriggio diverso magari attorno ai fornelli con qualche volontario, per cucinare per qualche amico?

Nasce da qui l'idea, nasce in punta di piedi, forse un azzardo, … chi coinvolgiamo, chi li segue e soprattutto per chi? Dove? E poi piano piano, tutto prende forma, comincia ad avere un corpo e una struttura, i volontari appassionati di cucina ci sono, il materiale si trova, qualche amico che ha già fatto il cuoco o il cameriere c'è di sicuro, manca il posto… magari quella bella terrazza sul tetto della parrocchia circondata dai pioppi, manca il nome… Roof Garden, giardino sul tetto… c'è tutto, possiamo partire! E così in una tiepida serata di giugno del 2015 comincia questa nuova esperienza; l'idea è quella di invitare amici, conoscenti, parenti al Roof Garden, dove trascorrere una piacevole serata cenando in un luogo carino e curato, dove ogni tavolo viva la sua personale intimità servito con competenza e affabilità. 

Con l'inverno l'esperienza si sposta all'interno mantenendo intatte, però, le caratteristiche essenziali: offrire un'opportunità di "riqualificazione" umana e sociale agli esclusi della nostra società, agli abitanti delle periferie "esistenziali" come le definisce papa Francesco. Inizialmente vengono coinvolti amici che hanno già fatto esperienze simili in passato, ex camerieri, cuochi, aiuti in cucina, poi via via la possibilità viene offerta a tutti, a rotazione, affiancando chi ha esperienza a chi muove i primi passi. Si lavora assieme, volontari e senza dimora fin dalle prime ore del pomeriggio, chi in cucina nella preparazione dei piatti, chi invece nell'allestimento della sala, con cura e attenzione. L'idea è anche quella di non dare l'impressione di una tavolata in patronato, ma di offrire a chi sarà ospite della serata, un luogo accogliente, dei piatti curati, buoni ma anche belli, serviti da persone preparate e professionali. L'esperienza oggi continua e funziona; lungo la strada a questa avventura si sono aggiunti altri compagni, ognuno con le proprie ricchezze: amici migranti in attesa di vedere riconosciuto il loro diritto a vivere una vita dignitosa e due splendide musiciste "Le Storie Storte" che donano il loro tempo e la loro professionalità arricchendo di racconti cantati le nostre serate. Alla fine della cena i protagonisti di questa avventura raccontano la loro storia e questa pazza idea includendo così in questo progetto ogni ospite della serata. Con le offerte raccolte vengono "retribuiti" il tempo e la fatica che ogni amico ha investito per preparare questo evento, ridando dignità e inclusione sociale a chi, nonostante il bagaglio di storie di dolore e marginalità, coltiva in cuore speranze mai sopite. Ci sembra così di dare corpo e concretezza agli stimoli che ogni giorno papa Francesco ci regala, quando ci invita come chiesa a uscire, a costruire ponti e non muri, a coltivare delle relazioni che poi diventino solidarietà e ricerca continua di giustizia.

E allora, venite a cena da noi?


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