Qualifica Autore: WILPF Italia

Urge un rinnovato ecopacifismo per risvegliare la sopita coscienza sociale e politica. Dalla Carovana delle Donne per il disarmo nucleare a un serio impegno per salvare l’ambiente.

 

Il 2017 ci lascia due eventi straordinari: il Trattato di Proibizione delle Armi Nucleari (TPNW), adottato il 7 luglio dall’Assemblea delle Nazioni Unite (da 122 Paesi) e il Nobel per la Pace a ICAN, la Campagna Internazionale per l’Abolizione delle Armi Nucleari che unisce 468 organizzazioni ed è presente in 101 Paesi.

È stato premiato il coraggio della ribellione degli Stati non nucleari di fronte alla deleteria logica imperante  della deterrenza nucleare che, da più di 70 anni, semina morte, malattie, sofferenze, contaminazione ambientale e terrore. Contemporaneamente, è stata riconosciuta l’indispensabile funzione della società civile che ha sospinto la politica ad “agire il grande rifiuto” della minaccia nucleare responsabile di tenere in ostaggio l’umanità: per 9 volte il mondo è stato vicino alla guerra nucleare.

Non è mancata, comunque, la grande delusione per gli scarsi risultati della COP23 di Bonn, la Conferenza Onu sul clima, che avrebbe dovuto definire gli impegni vincolanti degli Stati per contrastare il cambiamento climatico alla luce degli eventi climatici. Tutto, invece, è rinviato al dicembre 2018 COP24 a Katowize (Polonia). 

L’opinione pubblica, però, ne sa poco o nulla e affronta la questione nucleare e ambientale sotto l’effetto di un’informazione manipolata ad hoc, che altera la percezione del pericolo. I due “bombe nucleari-problemi”, invece, dovrebbero starci particolarmente a cuore. L’Italia ospita circa 70 bombe nucleari Usa stoccate a Ghedi e Aviano, pronte per essere sostituite con le più moderne e micidiali B61-12 (intervista al fisico statunitense Hans Kristensen, settembre 2017 https://www.youtube.com/watch?time_continue=1&v=IDzVowu-5njs, nda). Inoltre, ha 11 porti nucleari, così definiti in quanto possono accogliere sottomarini a propulsione nucleare con bombe nucleari a bordo. Tutto ciò in violazione dell’art. 2 del Trattato di Non Proliferazione Nucleare (TNP) firmato dall’Italia nel 1975. Di conseguenza l’Italia è diventata un obiettivo sensibile nel quadro della grave conflittualità militare in atto e noi non siamo affatto sicuri sotto l’ombrello della Nato.

Clima 

Per quanto riguarda, poi, il cambiamento globale del clima abbiamo toccato con mano la gravità della situazione, accentuata dall’impatto con l’assetto idrogeologico del nostro territorio particolarmente critico. Eppure, i principali media italiani hanno sostanzialmente ignorato di informarci sulla COP23, considerandola di scarso interesse per l’opinione pubblica. 

Vale la pena ricordare che l’orologio dell’apocalisse nucleare è tornato a segnare due minuti e mezzo alla mezzanotte proprio in considerazione del nesso che esiste tra il nucleare e il cambiamento climatico. Secondo un report commissionato dai Paesi del G7 all’istituto tedesco Adeldhi (https://www.adelphi.de/en/project/g7-report-and-knowledge-platform-climate-change-fragility-and-conflict) dal 1945 a oggi “ben 111 conflitti nel mondo sono da imputarsi a cause ambientali. Di questi, tra i 79 ancora in corso, ben 19 sono di massima intensità. Dunque, il cambiamento climatico, sconvolgendo gli ecosistemi, è un moltiplicatore di minaccia della sicurezza globale”. E le guerre che vengono attivate possono facilmente degenerare in scontri nucleari.

Più che mai necessaria, dunque, un’intensa campagna di informazione, perché anche l’Italia ratifichi il TPNW denuclearizzando il nostro territorio. Ma occorre pure che il nostro Paese assuma impegni esemplari in materia ambientale percorrendo la strada delle energie rinnovabili.

La contaminazione nucleare uccide. Ne sono testimoni i sopravvissuti di Hiroshima e Nagasaki e degli oltre 2000 test nucleari effettuati. Ma lo dimostrano anche i drammatici incidenti delle centrali nucleari (Three Mile Island 1979 Usa, Cernobil 1986 URSS , Fukushima 2011 Giappone). E uccide anche la contaminazione ambientale derivante da altri innumerevoli fattori imputabili a un modello di sviluppo non ecosostenibile. 

È urgente che la gente comprenda che la mobilitazione su queste tematiche è di vitale importanza per ottenere la sicurezza dei territori in cui si svolge la quotidianità della nostra vita; per tutelare la nostra salute, in nome del principio di prevenzione; nonché per esigere un’economia di pace quale unica garanzia per realizzare i nostri diritti oggi negati (istruzione, sanità, casa, sicurezza dei territori, tutela dell’ambiente, lavoro…).

In questo contesto di allerta, la WILPF (The Women’s International League for Peace and Freedom) – che fa parte del gruppo guida di ICAN e ha partecipato al lungo percorso diplomatico che si è concluso col Trattato di Proibizione delle Armi Nucleari, nonché alla Conferenza sul clima COP 23 (di Bonn) si sente in prima linea, determinata a mettere in moto tutta la forza trasformativa delle donne, quando promuovono i diritti collettivi che si ispirano alla giustizia sociale, alla pace e alla tutela dell’ambiente.

La comunità scientifica internazionale a Bonn ha rilanciato l’appello firmato da oltre 15.000 personalità del mondo accademico per ribadire la necessità di agire subito e con urgenza, perché il 2016 ha segnato un record mondiale nelle emissioni di gas serra. Se non si inverte rotta gli Accordi di Parigi non raggiungeranno l’obiettivo di contenere il riscaldamento climatico sotto un aumento di 2°C. 

L’impegno delle donne 

In merito all’emergenza nucleare, la WILPF ha dato un importante contributo alla Campagna di ICAN attraverso la promozione in Italia della Carovana delle donne per il disarmo nucleare svoltasi dal 20 novembre al 10 dicembre 2017, quale ulteriore strumento per attivare la pressione della società civile sulla politica del governo italiano, pericolosamente asservito al diktat del complesso industriale-militare che impone la guerra come volano dell’economia. La Carovana era dedicata a Rosa Genoni cofondatrice della WILPF nel 1915 e Alberto L’Abate simbolo del contrasto nonviolento al nucleare militare e civile. Partita da Livorno, si è attivata in simultanea in tante città: Bergamo, Brescia, Milano,Varese,Vicenza, Padova,Parma, Guastal-la,Trieste, Ravenna, Firenze, Pisa, Val di Cecina, Roma, Viterbo, Nepi, Napoli, Lecce, Palermo, Alghero, Iglesias. Convegni sulla riconversione delle industrie militari, presentazione di dossier sulle conseguenze sanitarie e ambientali delle servitù militari, manifestazioni di fronte alle basi militari, presentazione di libri, mostre sul disarmo nucleare, presidi cittadini per l’attivazione di piani di sicurezza, esposizioni di mostre sul disarmo nucleare, dibattiti, presentazioni di libri,proiezioni di filmati, incontri con gli studenti.

Il passaggio della Carovana ha lasciato nei territori un rinnovato attivismo che ora è in rete e si sta ampliando ad altre città con altre iniziative rivolte a incrementare processi partecipativi sempre più allargati ai giovani. Durante la conferenza stampa di chiusura della Carovana, è stato rilanciato il nostro impegno rivolto anche ai 243 parlamentari che hanno firmato un accordo con ICAN per la ratifica del governo italiano.

La Carovana ora è in attesa di essere ricevuta dal Presidente della Repubblica nella sua veste di “garante” della Costituzione. In quell’occasione verrà consegnato il report con le firme della petizione “Bando delle armi nucleari: Italia ripensaci!

(https://www.petizioni24.com/italiaripensacisulbandodellearminuclearine). 

Chiederemo di farsi reale garante dell’articolo 11 che, nell’affermare il ripudio della guerra, richiede che l’Italia svolga un ruolo attivo nella promozione di politiche di Pace. L’emergenza impone che il governo italiano ascolti il grido di indicibile dolore delle vittime delle armi nucleari e faccia proprio l’appello di ICAN, che chiede il disarmo nucleare quale diritto dell’umanità a vivere libera da questa minaccia, in un ambiente salvaguardato nella sua integrità ecologica. 

Che l’Italia dunque firmi e ratifichi il Trattato!

Ma l’obiettivo potrà essere raggiunto solo superando la miope logica settoriale che ingabbia i movimenti e la politica, e promuovendo un reale pensiero ecologico profondo capace di attivare l’ancestrale sentimento di appartenenza a un’unica umanità che deve vivere in stretta alleanza con tutto ciò che ha vita. Le minacce globali riguardano il genere umano e la salvezza sarà per tutti o per nessuno. Siamo vicini al punto del non ritorno!

 

===========

International League for Peace and Freedom

La WILPF (International League for Peace and Freedom) è un’Organizzazione Internazionale Non Governativa (ONG) con sezioni nazionali che coprono tutti i continenti, un segretariato internazionale con sede a Ginevra e un ufficio di New York incentrato sul lavoro delle Nazioni Unite (ONU). Dalla sua fondazione nel 1915, abbiamo riunito donne provenienti da tutto il mondo che si sono riunite per lavorare per la pace con mezzi non violenti e per promuovere la giustizia politica, economica e sociale per tutti. È una delle prime organizzazioni a ottenere lo status consultivo con le Nazioni Unite e l’unica organizzazione contro la guerra delle donne così riconosciuta. Info: http://wilpf.org 

 


Mosaico di pace, rivista promossa da Pax Christi Italia e fondata da don Tonino Bello, si mantiene in vita solo grazie agli abbonamenti e alle donazioni.
Se non sei abbonato, ti invitiamo a valutare una delle nostre proposte:
https://www.mosaicodipace.it/index.php/abbonamenti
e, in ogni caso, ogni piccola donazione è un respiro in più per il nostro lavoro:
https://www.mosaicodipace.it/index.php/altri-acquisti-e-donazioni