Qualifica Autore: Già avvocato e coordinatore degli ascolti della Fondazione antiusura di Napoli

Prosegue il nostro viaggio tra le proposte possibili che possono ridurre il danno sociale, oltre che economico, del ricorso all'usura.

 

Il nuovo Parlamento è chiamato, prima di ogni altra azione, a mettere mano alle proposte di  Legge che riguardano i poveri e gli impoveriti che, nella precedente legislatura, sono stati completamente ignorati quantomeno dai partiti di governo.

Eppure tutti i gruppi parlamentari hanno impostato la loro campagna elettorale sulla povertà e sulla riduzione delle diseguaglianze sociali!

Qui di seguito presento quattro punti che possono essere risolti in maniera rapida, con proposte di legge già pendenti e nuove che verranno sottoposte al Parlamento immediatamente dopo la costituzione del governo. Proposte la cui approvazione non graverà negativamente sul bilancio dello Stato o, come si usa oggi dire, saranno a costo zero.

Contrasto all'usura

La legge 108/96, voluta da padre Massimo Rastrelli e dall'on. Violante e approvata nonostante lo scioglimento delle Camere in Commissione Legislativa, era stata immaginata per risolvere il problema che si manifestava in maniera crescente nella società di commercianti e artigiani che, per risolvere una momentanea crisi economica, si rivolgevano ai così detti "cravattari" o "strozzini" di quartiere. I termini stessi con cui veniva individuata quest'attività dà il senso e il significato della stessa: il mancato pagamento di una singola rata era come un cappio che si stringeva attorno alla gola del debitore, molto spesso costretto a pagare con le buone o le cattive da questi soggetti senza alcuno scrupolo. 

Questa situazione oggi è completamente cambiata: l'usura è nelle mani della malavita organizzata, delle lobbies finanziarie, delle banche, delle finanziarie e talvolta anche del vicino di casa. È diventata, in altri termini, un'attività praticata su scala generale e l'obiettivo proposto dalla citata legge di limitare il fenomeno attraverso la denunzia dell'usuraio è completamente fallito: oggi non si denunzia l'usuraio per paura di ritorsioni, perché il debitore è sempre in stato di necessità e desidera conservare per il futuro questo "cordone". Quindi, la legge 108/96 per le mutate condizioni a contorno e per la diversa situazione sociale in cui viviamo e, da ultimo, per la pesante crisi che abbiamo attraversato in questi anni e da cui non siamo ancora completamente usciti, va modificata per adattarla a queste nuove situazioni attraverso alcune modifiche.

Articolo 1

La prima modifica riguarda la lettera e lo spirito dell'art.1 che intendeva formare un pacchetto "di tutti gli interessi e le spese delle Banche" escludendo solo e unicamente i costi relativi alle tasse delle operazioni. Quest'articolo voleva, in altri termini, determinare un numero che potesse essere conosciuto da tutti perché fosse noto il "tasso soglia" o "tasso limite", al di là del quale ci sono illecito e usura. Un articolo – il num. 1 – che, pur chiaro e preciso nella sua stesura originaria, è stato svuotato di senso nel tempo, con una serie di interventi della Banca d'Italia, che hanno generato una confusione tale che neanche i magistrati, chiamati a decidere sulle controversie, riescono a farlo in modo uniforme. Appare evidente che la soluzione del problema stia nel riportare tutto alla lettera e allo spirito dell'art. 1 della citata legge.

Il tasso soglia 

La seconda modifica riguarda l'art. 2 che si occupa del modo in cui calcolare il tasso soglia. Quest'articolo prevede che la Banca d'Italia faccia una media matematica dei tassi applicati per operazioni simili dalle banche e determini un tasso che, nell'applicazione, doveva essere prima maggiorato del 50% e poi di altri quattro punti percentuali per pervenire a determinare il tasso soglia. Questa previsione è diventata assurda in tempi come quello attuale nel quale il tasso di danaro è pari a zero, a tal punto da far lievitare il tasso soglia con una continua spirale verso l'alto (oggi addirittura per alcune operazioni al 24%). [[Box2151]] E ciò si spiega perché, pur rimanendo all'interno del tasso soglia, ogni operatore economico tende a sforare, nel limiti del consentito, facendo in modo che il successivo rilievo sia maggiore e quindi sposti in alto la soglia usura. In altre parole, i maggiori costi di banche e finanziarie vengono continuamente scaricati sui debitori. La soluzione è semplice: occorre che si modifichi la media matematica in "media ponderata", dando ad ogni numero un giusto peso e si elimini completamente la maggiorazione del tasso così calcolato di quattro punti. 

Accesso a tutti

La terza modifica riguarda l'art. 14 per consentire a coloro che sono colpiti dall'usura di accedere alle provvidenze non solo se imprenditori, commercianti e artigiani, ma anche alle persone fisiche e alle famiglie oggi sempre più escluse dal sistema e provate dalla lunga crisi economica che ha spinto la classe media verso il basso creando una nuova classe "gli impoveriti". Per questa modifica esiste già una proposta di legge in Parlamento, avanzata dalla Consulta Antiusura di Bari. Modifica non sufficiente perché non prevede un alleggerimento della procedura di accesso al fondo (non sempre si possono attendere i tempi della Magistratura e del Ministero degli Interni, troppo lunghi a causa della burocrazia e della difficoltà aggettiva della documentazione richiesta). Occorre, quindi, individuare un intervento più semplice e veloce per costoro con una denunzia indiretta sul tipo di quella prevista per la corruzione nell'ultima legge e un'erogazione veloce, con l'impegno che il cittadino dovrà restituire l'importo se gli accertamenti dimostrassero l'assoluta inconsistenza della denunzia. Solo così si vince l'usura nei confronti dei poveri e degli impoveriti ormai fuori dal sistema creditizio (http//economymag.it-vuoto-creato-dal-credit-crunch/) e si dà a costoro la possibilità di ripartire con nuovo spirito e volontà. 

Fondazioni e associazioni antiusura

Occorre modificare anche l'art. 15 che assegna delle risorse a Fondazioni antiusura e Confidi per prevenire l'usura. Questo fondo oggi è diviso in maniera tale che il 30% vada alle Fondazioni e il 70% ai Confidi. Occorre riequilibrare la divisione portandola al 50% per entrambi in quanto i Confidi hanno la possibilità di garantire i prestiti anche con la solidarietà degli altri iscritti della categoria, cosa che non hanno le Fondazioni  che sopportano il maggior peso delle famiglie e delle persone fisiche.

È necessario, poi, mettere un argine nel ricorso al credito per coloro che vi abbiano  ancora accesso, stabilendo un limite massimo di indebitamento che non debba superare il 40% dello stipendio e/o delle entrate di una persona fisica e delle risorse di una famiglia. Le banche e le finanziarie hanno gli strumenti di controllo sull'indebitamento, e questo servirebbe nel tempo a evitare che si inneschi la spirale del sovra-indebitamento, che porta all'usura e a diventare schiavi dei debiti per la vita.


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