Potere dei segni

In una lettera a Davide, don Tonino commenta le ingiustizie e gli atti criminosi del nostro tempo. Dov'è la giustizia?

 

Carissimo Davide

[...] oggi, quando uno si rifiuta di pagare la mazzetta, gli si fa esplodere sotto casa una bomba di avvertimento o gli si forano le gomme della macchina. Tu, invece, no.

Neppure questa delicatezza hai voluto usargli. Non gli hai sgangherato neanche la ruota di un traino, a scopo intimidatorio. Non ammettesti ragioni, insomma. Scavalcando a piè pari le manovre del galateo malavitoso, chiamasti quattrocento esponenti della tua manovalanza armata e ordinasti la rappresaglia: "Cingete tutti la spada… a Nabal non lascerò sopravvivere un solo maschio fino a domani mattina!". 

Le cose si sarebbero messe davvero male, se non fosse intervenuta Abigail, la moglie del massaro, la quale o per paura o per chi sa quel altro sentimento, capitolò di fronte a questa prepotenza di stampo mafioso, E, siccome a quel tempo, per impedire il cedimento al ricatto, non c'era la magistratura che potesse ordinare il sequestro preventivo dei beni, questa signora, che la Bibbia qualifica "di buon senso e di bell'aspetto", svuotò mezza masseria, caricò gli asini di ogni ben di Dio e ti venne incontro, per mettersi sotto la tua protezione. Fu così che, soddisfatto da quel pedaggio o affascinato dall'avvenenza della donna, placasti la tua ira di feroce taglieggiatore e non ne facesti più nulla. O meglio, qualcosa la facesti. Perché, essendogli a Nabal intervenuto un improvviso collasso cardiocircolatorio, ti sposasti Abigail e ti beccasti in un colpo solo tutta l'eredità. Alla faccia della giustizia!

Carissimo Davide, non dirmi che voglio fare dello scandalo a tutti i costi sulla tua pelle o che, rimestando nelle memorie che forse pensavi archiviate per sempre, inquino cinicamente la trasparenza con cui, presso i posteri, continua a vivere la tua immagine.

Se ho dato pubblicità al tuo gesto criminoso, non è perché intenda avanzare dubbi sui meriti che ti collocano tra i grandi santi del vecchio testamento. Ma è solo perché nessuno meglio di te ha fatto tesoro dei propri errori e si è ravveduto a tal punto, da divenire maestro di conversione per tutti. Non hai detto tu stesso nel Miserere: "Insegnerò agli erranti e le tue vie e i peccatori a te ritorneranno"? Insomma, è per apprendere meglio questa lezione che ti scrivo. Vedi, noi oggi stiamo passando un brutto quarto d'ora in fatto di estorsione. 

Se i nostri giornali arrivano anche in paradiso, non ti sfuggirà certamente come le gesta della malavita organizzata occupino la maggior parte delle prime pagine. E diventa sempre più difficile trovare un sottotitolo che abbia a che fare con "'ndrangheta" e "camorra", con "mafie" e "sacra corona unita", con violenze di "boss" e "blitz" di polizia. 

Pare che l'industria della "tangente", anche a livello internazionale, sia quella che tira di più. Non c'è imprenditore che non debba far la cresta ai suoi proventi, pagando dazi da capogiro a oscure consorterie che aleggiano sulle tue spalle. 

Non c'è commerciante su cui non gravi la sovrattassa in favore di misteriosi geni tutelari, che gli preservino la ditta dal fallimento. 

Non c'è professionista serio che non debba vivere sotto la minaccia del ricatto o che non debba percentualizzare una consistente aliquota del suo patrimonio a fondo perduto se vuole lavorare tranquillo.

 

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L'articolo (Ad Abramo e alla sua discendenza, la meridiana 1992, pp 125-135; Mosaico di pace gennaio 1992) ha inizio nel numero di maggio di Mosaico di pace (pag. 18) e proseguirà nel prossimo numero.


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