Qualifica Autore: Reporter investigativo e di guerra

Quando e perché è iniziata la guerra in Siria? Storia di una terra in cui si intrecciano tanti attori, interessi, parti in gioco.

 

353.935. È la cifra che, quando si parla di Siria, nessuno deve mai dimenticare. Sono i morti provocati da sette anni di guerra civile. Di questi, 19.811 sono bambini e 12.513 donne.

E ancora: sei milioni e mezzo di sfollati vagano per il Paese, mentre altri cinque milioni e mezzo sono fuggiti all'estero. E che dire del milione e mezzo di invalidi permanenti?

Chi fa le guerre, chi le progetta, chi le alimenta non tiene mai conto di questi dati. Li ignora. Sono i danni collaterali di una strategia politica o economica. Stati Uniti, Arabia Saudita, Emirati Arabi, Qatar, Kuwait, Iran, Israele, Turchia, Russia, Francia, Regno Unito, grandi compagnie del campo dell'energia, multinazionali che gestiscono eserciti di contractor (i moderni mercenari), grandi gruppi finanziari e bancari. Tutti coinvolti. Nessun colpevole. Tutti ciechi e sordi.

Ufficialmente, tutto ebbe inizio il 15 marzo del 2011, quando a Damasco si svolse il primo inedito corteo di protesta contro il regime, accompagnato da una massiccia manifestazione a Daraa, nel Sud, dove il mese prima alcuni studenti di una scuola superiore erano stati arrestati per aver scritto su un muro slogan contro il presidente Bashar al Assad. I poteri di uno Stato repressivo, non abituati a fare i conti con una contestazione aperta, reagirono con la violenza e in pochi mesi lo scontro degenerò.

Questa è la storia raccontata da politici e giornalisti mainstream. Fatti, documenti e testimonianze dicono altro.

L'ex ministro degli Esteri francese Roland Dumas ha confermato al giornalista investigativo britannico Nafeez Ahmed che il comando militare statunitense e quello britannico hanno avviato operazioni sotto copertura in Siria a partire dal 2009, in coincidenza con le prime apparizioni di Al Qaida nella zona di Aleppo. "Ero in Inghilterra due anni prima l'inizio della guerra civile in Siria. Durante un incontro con un alto funzionario britannico questi mi ha confessato che stavano preparando qualcosa in Siria. Londra si stava preparando a invadere la Siria", ha ripetuto Dumas alla tv francese.

Intervistato dal giornalista di Al Jazeera Mehdi Hasan, l'ex direttore della Dia ed ex direttore del Commando Operazioni Speciali congiunte dei Servizi Segreti Usa il generale Michael Flynn ha dichiarato a proposito del documento: "Gli Stati Uniti hanno coordinato l'invio di armi ai gruppi salafiti in Siria e in Iraq. Il documento della Dia è molto accurato in proposito". Hasan: "Lei sta dicendo che il suo governo era al corrente dell'esistenza del pericolo Isis e che non ha fatto nulla per arginarlo? L'amministrazione Obama si è girata dall'altra parte?". Flynn: "Non credo si siano girati dall'altra parte. Hanno preso una decisione. Una decisione disgraziata". Hasan: "La decisione disgraziata di cui parla è stata quella di aiutare i salafiti, Al Qaida e i Fratelli musulmani?". Flynn: "Una decisione disgraziata nel fare ciò che è stato fatto. Credo che la cosa migliore sia chiedere direttamente al Presidente qual è la sua politica in Medio Oriente". Hasan: "Quando è iniziata la collaborazione con i terroristi in Siria?". Flynn: "Ben prima del 2011. Prima dell'inizio della guerra civile".

Tra gasdotti e oleodotti

Attraverso la Siria passeranno le future rotte degli oleodotti e dei gasdotti provenienti dal Golfo Persico. In Siria è stato scoperto il più grande giacimento di gas del pianeta: la principale fonte di energia di questa prima parte del XXI secolo. La Siria è Stato chiave per la strategia "difensiva" di Israele, per l'accerchiamento e l'indebolimento dell'Iran e del Libano. La Siria è lo Stato chiave per poter giungere allo smembramento dell'Iraq. 

La Siria è lo Stato chiave attraverso cui la Russia influenza la politica mediorientale. Sei buoni motivi per far saltare in aria un Paese sovrano e i suoi diciotto milioni e mezzo di abitanti.

La fondazione Judicial Watch è entrata in possesso di un documento rilasciato dal Servizio Segreto del Pentagono, conosciuto anche come Dia (Defence Intelligence Agency), classificato come "top secret" e datato 12 agosto 2012.

"I Paesi occidentali, gli Stati del Golfo e la Turchia sostengono in Siria le forze di opposizione che tentano di controllare le aree orientali, adiacenti alle province irachene occidentali, aiutandole a creare rifugi sicuri sotto protezione internazionale. Se la situazione si sbroglia, ci sarà la possibilità di instaurare un principato di salafiti, riconosciuto o no, a est della Siria (al Hasaka e Deir al Zor), che è esattamente l'obiettivo dei sostenitori dell'opposizione (gli Stati occidentali, gli Stati del Golfo e la Turchia), al fine di isolare il regime siriano, ritenuto la profondità strategica dell'espansione sciita in Iraq e in Iran".

"Per principato di salafiti si intende un territorio governato da salafiti, fratelli musulmani e Al Qaida. Sono loro i nostri alleati, visto che Cina, Russia e Iran appoggiano il regime di Assad".

Poi, a pagina 7: "Al Qaida in Iraq è precursore di una nuova organizzazione chiamata Stato islamico dell'Iraq e della Siria (Isis), supportato fin dalla sua nascita dall'opposizione siriana, sia ideologicamente che con  la sua propaganda attraverso i media". E ancora: "Gli Stati Uniti devono fare la loro parte attraverso la creazione di santuari sicuri, perché protetti anche dalle incursioni aeree. Santuari simili a quelli già realizzati da noi in Libia, quando Bengasi fu scelta come centro di comando della ribellione anti Gheddafi".

Il senatore John McCain non è un politico qualsiasi. Da vent'anni è a capo dell'International Republican Institute (Iri), il ramo repubblicano di un'organizzazione governativa (il Ned) parallela alla Cia. L'Iri è un'agenzia intergovernativa, il cui budget viene annualmente approvato dal Congresso, in un capitolo di bilancio che fa capo alla Segreteria di Stato, ovvero al ministero degli Esteri. L'Iri, come il Ned o il National Democratic Institute (Ndi) sono tutti bracci diplomatici occulti della Casa Bianca, sono il lato gentile e democratico della Cia. Brigano per sovvertire governi e rovesciare regimi, senza però usare le armi, facendo leva sui meccanismi propri delle democrazie e sul controllo dell'opinione pubblica. "Difficilmente McCain agisce senza prima essersi consultato con il segretario di Stato o con la Casa Bianca. Si può dire che McCain sia il ministro degli Esteri ombra degli Stati Uniti, colui che fa ciò che dev'essere fatto, ma che non si può far sapere all'opinione pubblica", spiega l'ex senatore Usa Mike Gravel.

Probabilmente non era per visitare le sue rovine che il senatore McCain si era recato a Idlib, nel nord della Siria, il 27 maggio del 2013, come confermò qualche giorno dopo lo stesso direttore della comunicazione dello staff del senatore dell'Arizona, Brian Rogers.

Come avviene sempre in queste occasioni solenni di diplomazia, l'incontro fu documentato fotograficamente. Tre scatti di gruppo: due fuori da un edificio con degli strani disegni sulla porta d'entrata, uno nel corso di una riunione in una stanza col pavimento ricoperto di tappeti. Presumibilmente, si trattava di un edificio governativo, vista la presenza di una bandiera siriana accanto alla scrivania che dominava la stanza.

Tre fotografie che in un sistema informativo sano dovrebbero rappresentare la pistola fumante che dimostra quanto siano stretti i legami tra gli Stati Uniti e l'Isis. 

Le immagini ritraggono Mohammad Nour, Salem Idriss, Abu Mosa, John McCain e Ibrahim al Badri. Il primo è il portavoce del Fronte al Nusra (Al Qaida in Siria). Il secondo è il capo dell'Esercito siriano libero (responsabile in Siria di raccapriccianti massacri). Il terzo è il portavoce dell'Isis, il quarto è il nostro eroe americano. L'ultimo è noto anche come Abu Du'a, e figura nella lista dei cinque terroristi più ricercati dagli Stati Uniti (dieci milioni di dollari di ricompensa). Il suo nome di battaglia è Abu Bakr al Baghdadi. Il quinto è il "califfo" a capo dell'Esercito islamico dell'Iraq e del Levante (Isil, o Isis, o Is).

Particolare importante: al momento di quello scatto al Baghdadi già era stato iscritto (il 4 ottobre 2011) dal Fbi nella speciale lista dei terroristi più ricercati al mondo, e sia l'Isis che il Fronte al Nusra erano stati inseriti dalle Nazioni Unite nella lista nera delle organizzazioni terroristiche da combattere.

Tutto questo è stato mai raccontato dai grandi giornali e dalle tv occidentali? Tutt'altro. In questi sette anni ci hanno raccontato quanto fosse cattivo Assad. Ci hanno raccontato dei presunti attacchi chimici da parte del governo di Damasco nei confronti della popolazione inerme. Ci hanno riempito di propaganda, anche attraverso una fantomatica organizzazione chiamata "elmetti bianchi", che si spaccia per umanitaria quando, in realtà, è il più potente strumento di guerra psicologica creato negli ultimi decenni.

Bisognerà attendere che il pallottoliere delle vittime della guerra raggiungerà quota un milione per far cessare tutto questo?


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