Il potere incommensurabile della conversione del cuore di fronte alle grandi ingiustizie del nostro tempo richiama la vittoria di Davide contro Golia.

 

Pare che l’industria della “tangente”, anche a livello internazionale, sia quella che tira di più. Non c’è imprenditore che non debba far la cresta ai suoi proventi, pagando dazi da capogiro a oscure consorterie che aleggiano sulle tue spalle.

Non c’è commerciante su cui non gravi la sovrattassa in favore di misteriosi geni tutelari, che gli preservino la ditta dal fallimento. 

Non c’è professionista serio che non debba vivere sotto la minaccia del ricatto o che non debba percentualizzare una consistente aliquota del suo patrimonio a fondo perduto se vuole lavorare tranquillo. Le classiche società di assicurazione non coprono più. Occorre contrarre polizze salatissime con le compagnie emergenti del crimine. Si può evadere il fisco, ma non si possono evadere le cosche. Si può sfuggire al braccio della giustizia, ma non si sfugge ai tentacoli della piovra.

Si può rinunciare perfino alla protezione dei patroni del cielo, ma non si può fare a meno di affidarsi alla protezione dei “padrini” della terra. Abbiamo davvero toccato il fondo della barbarie e non sappiamo come liberarcene. Le stiamo tentando un po’ tutte: la mobilitazione delle coscienze perché si ribellino alla legge dell’omertà, il ricorso ai numeri telefonici speciali della prefettura per denunciare i tentativi di estorsione, il potenziamento delle forze dell’ordine per scoraggiare gli illeciti, le istituzioni di speciali commissioni antimafia per contenere i guasti del male… Ma non c’è niente da fare. Sono tutte armature pesanti, come quelle di Saul, che non ci permetteranno mai di abbattere Golia. 

Ci vuole ben altro per vincere questa battaglia di civiltà: il rifiuto di ogni logica di violenza, la demistificazione della ricchezza, lo smascheramento degli idoli del denaro, il ripudio del guadagno facile, il rispetto della persona umana, la riscoperta della forza liberatrice del lavoro, l’orrore per ogni forma di connivenza con l’ingiustizia.

Occorre, insomma, quel cambio interiore di cui, dopo l’iniquità che hai commesso, tu ci sei stato impareggiabile maestro, e che porta un nome solo: conversione del cuore. Forse nella fionda, per abbattere il gigante, non ci è rimasto che quest’ultimo ciottolo.


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