A cura di Andrea Bigalli e Anna Scalori 

Dalla parabola del padre misericordioso ai tempi nostri. 
Il perdono e la riconciliazione chiamano in causa storie di lacerazioni, incomprensioni, la fatica della ricerca delle identità da intrecciare. 
E poi, l’accoglienza, la festa. 
Ma cosa è il perdono? 
È possibile parlarne anche in chiave sociale? 
Che relazione ha con la memoria e con l’oblio? 

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Un dossier sul perdono. Per guardare la violenza che irrompe nella vita delle persone e delle comunità.
E la possibilità di riconciliazione.

Anna Scalori

Ci sono alcune parole che spaventano. Quando si ha paura solitamente si scappa, si cambia strada, si evita di guardare e di incontrare ciò che si percepisce come potenzialmente o realmente pericoloso. Che sia dentro o fuori di noi, poco cambia. Che si tratti, cioè, di emozioni o situazioni e fatti reali, spesso rifiutiamo di vederli, siamo incapaci di riconoscerli o li edulcoriamo nella speranza di sentirli meno ostili e di sentirci meno angosciati.

Cosa è il perdono? Quali sono i suoi presupposti? Una lettura guidata della parabola del padre misericordioso, che richiama la vita quotidiana di tutti.
Con relazioni, ritorni, attese e speranze.

Andrea Bigalli

 

Non tutta la Scrittura ha superato il confine, difficilmente definibile, tra una conoscenza adeguata e diffusa di alcuni testi e l’idea che si tratti di un libro per esperti, interessati alla materia religiosa. Nella generale ignoranza della letteratura in quanto tale, quella sulla Bibbia risulta grave, in quanto significa essere privati di conoscenze culturali adeguate per altri campi di conoscenza. Si può dire di conoscere appieno la storia dell’arte di alcuni periodi, non sapendo niente delle storie bibliche che sono soggetto della maggior parte delle opere da studiare?

Qualifica Autore: Teologa, biblista

Cos'è il perdono? Uno sguardo attraverso la Bibbia.

Odile van Deth

 

Cristina compie uno stage, ma fa fatica a inserirsi. Ilaria, la direttrice dell’ufficio, l’affianca a tal punto che presto la giovane è assunta e, dopo due anni, diventa già l’assistente di Ilaria. Al rientro dalle ferie, tuttavia, la direttrice trova Cristina al suo posto: non ha più scrivania né lavoro preciso, capisce che le resta solo andare in pensione. Come farà Ilaria a perdonare Cristina?

È possibile che all'imperdonabile sul piano storico possa seguire un’altra occasione di perdono, affidata a Dio
o a “uomini non più viventi”? Le domande aperte, la complessità dei sentimenti in gioco, le parole e i tormenti che si celano dietro la richiesta e la concessione del perdono.

Alberto Conci

 

“Egregio signore, nel giugno del 1942 a Leopoli, in circostanze insolite, una giovane SS che stava per morire mi confessò i suoi delitti. Voleva morire in pace, mi disse, dopo avere ottenuto il perdono da un ebreo. Ritenni di doverglielo rifiutare. Ne discussi poi a lungo con i miei compagni di deportazione, e, finita la guerra, andai a trovare la madre del giovane nazista, ma non trovai il coraggio di rivelarle la verità su suo figlio. Questa vicenda continuava a tormentarmi. Così decisi di fissarla per iscritto, e alla fine del mio racconto rivolgo la domanda che ancora oggi merita una risposta, per il suo significato politico, filosofico e religioso: ho avuto ragione o torto negando il perdono?”.

Le Scuole del Perdono e della Riconciliazione sperimentate in Colombia quale possibilità per una pace sostenibile tra persone e popoli.

Leonel Narvaez Gómez

 

Dopo quasi 5 anni di negoziati a L’Avana (Cuba), finalmente, il 26 settembre 2016, il governo colombiano è riuscito a firmare un accordo di pace con i leader delle FARC. Una prima proposta di pace fu respinta in un plebiscito in cui vinse il no, con un margine molto ristretto. L’accordo è stato rinegoziato dal Congresso e infine approvato. Così si son conclusi ben 52 anni di conflitto armato che ha causato 8,5 milioni di vittime. Questo processo ha avuto ampia legittimazione legale, accademica e diplomatica, ma meno legittimazione politica.


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