Qualifica Autore: Teologa, biblista

Cos'è il perdono? Uno sguardo attraverso la Bibbia.

Odile van Deth

 

Cristina compie uno stage, ma fa fatica a inserirsi. Ilaria, la direttrice dell’ufficio, l’affianca a tal punto che presto la giovane è assunta e, dopo due anni, diventa già l’assistente di Ilaria. Al rientro dalle ferie, tuttavia, la direttrice trova Cristina al suo posto: non ha più scrivania né lavoro preciso, capisce che le resta solo andare in pensione. Come farà Ilaria a perdonare Cristina?

Il perdono sembra impossibile quando si tratta di ferite così pesanti. Senza di me, non potete fare nulla(Gv 15,5). Neanche perdonare. In realtà, preghiamo il Padre di rimettere i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori e il Signore afferma che dobbiamo perdonar fino a settanta volte sette (Mt 18, 22), cioè sempre. Come fare?

Per perdonare, è necessario innanzitutto ascoltare dentro di sé il dolore subito. Magari sentire quale vecchia ferita, forse nell’infanzia, è risvegliata dall’evento. Forse Ilaria è stata messa da parte, in famiglia, perché contava solo suo fratello minore. Quale parola consolatrice avrebbe voluto sentire dal Signore? Poiché Dio è fuori dal tempo, le è possibile sentire oggi questa parola che Lui le diceva allora, ma che lei non sapeva ascoltare. Forse aveva bisogno di sentirsi amata con un amore unico, solo per lei. Ed è proprio così che il Padre ama ognuno. Si può perdonare quando si sa con certezza di essere amati.

Ilaria potrà anche, nello scorrere lento dei mesi, forse degli anni, guardare il suo atteggiamento nei confronti di Cristina. L’ha aiutata molto ed è stata ricambiata con l’ingratitudine. Perché l’ha così protetta? Forse ha fatto con lei come quando affiancava il suo fratellino per dimostrare quanto fosse brava e ricevere così i complimenti di sua madre? E Cristina, come ha percepito l’aiuto? Forse con un senso d’inadeguatezza che l’aveva spinta a tendere al primo posto. 

Nessuno commette il male se non sta male. Quando una persona ci ferisce, ripete un male subito, a sua insaputa. Il male, infatti, è contagioso. Da inconscio a inconscio, come per telepatia, le vibrazioni della psiche si trasmettono. Di qui l’importanza di individuare le proprie motivazioni. Lo Spirito, che vive in ognuno anche se non credente, aiuta la “purificazione del cuore”, come si diceva una volta senza forse capire il meccanismo psichico dell’inconscio, che Freud ci ha poi rivelato. Intanto la ferita continua a sanguinare, corredata da pensieri depressivi di vittimismo, di vendetta. Impossibile il perdono.

La Scrittura

Il primo discendente di Adamo è un fratricida. Non è, come per Freud, il padre che viene ucciso, bensì il fratello. Come per indicare che la scommessa più difficile e importante proposta dalla Torah è l’amore del prossimo. Agli occhi di Caino, questo primo delitto non sembra degno di perdono: troppo grande è la mia colpa per ottenere perdono e aggiunge: dovrò nascondermi lontano da te. Tuttavia, da parte di Dio, appare, invece, che il perdono è offerto: il Signore impose a Caino un segno, perché nessuno, incontrandolo, lo colpisse (Gn 4). 

Quando Adamo aveva peccato, Dio era apparso subito. Letteralmente, Dio non “passeggia” come traducono, bensì “cammina su e giù”, come preso dalla disperazione per quello che è accaduto. Ma né Adamo né Caino chiedono perdono. Come se la Scrittura volesse dimostrare che, agli occhi dell’essere umano, la propria colpa è più grande del perdono di Dio. Assurdità dell’onnipotenza orgogliosa! Misuriamo l’altro con il metro del nostro cuore, attribuiamo all’altro, persino a Dio, i nostri pensieri. 

Lungo la storia del popolo ebraico, l’uomo capisce poco a poco che Dio perdona. Il primo accenno, anche se non ancora palese, compare nella lotta di Giacobbe con l’Angelo. Impaurito all’idea dell’incontro con il fratello Esau, che gli viene incontro con quattrocento uomini armati, Giacobbe lotta contro se stesso. Affronta la propria coscienza. Sa di essere stato poco onesto. All’alba chiede all’avversario, con cui ha combattuto tutta la notte, di benedirlo. Nonostante tutto quello che rimprovera a se stesso, intuisce la magnanimità divina mediante la benedizione ricevuta. Ma se lui, pur peccatore, è stato perdonato, anche suo fratello deve essere l’oggetto dello stesso Amore del Signore. Al mattino, consapevole della Presenza di Dio anche in Esau, si prostra sette volte fino a terra, mentre va avvicinandosi al fratello (Gn 33,3), come si faceva per avvicinarsi a un santuario. Il suo atteggiamento commuove Esau, che, scendendo dal cammello, bacia e abbraccia Giacobbe.

Durante l’Esodo, spesso il popolo pecca per mancanza di fiducia nel Signore e ogni volta viene perdonato. Le parole ebraiche sono varie, ma non hanno, come nelle lingue latine, la risonanza di un dono. La Bibbia parla di coprire la colpa o di innalzare il peccatore (a un altro livello), di cancellare o di fare grazia. Quasi sempre, intanto, quando si tratta di Dio, è detto che copre la colpa col suo amore materno (Rahoum), che le sue viscere (Rahamim) si commuovono. Lui sa, infatti, che chi pecca sta male.

Perdonare appare spesso impossibile per l’uomo. Il massimo che può fare sembra sia non covare odio contro il fratello (Lv 19,17) e non vendicarsi. Non solo, ma quando Gesù, prima di guarire il paralitico, afferma che gli sono perdonati i peccati, gli scribi pensano: Chi può perdonare i peccati, se non Dio solo?(Mc 2, 5-6). Per convincerli che il figlio dell’uomo ha il potere di perdonare i peccati sulla terra, dice al paralitico: alzati, prendi la tua barella e vai a casa tua (Mc 2,10-11). 

Ora l’espressione figlio dell’uomo significa l’uomo pienamente realizzato. In Cristo, diventiamo gradualmente tutti figlio dell’uomo, capaci quindi di perdonare come lui, al punto che ciò che scioglieremo sulla terra sarà sciolto in cielo (Mt 18,18). Se ci sembra impossibile, Gesù prosegue invitandoci a pregare insieme perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro(Mt 18, 20). Sarà allora Lui a darci la forza di perdonare.

Qual è allora il cambiamento portato da Cristo, perché il suo discepolo, cioè chi si lascia istruire da Lui, possa perdonare al fratello non solo sulla terra ma persino nel cielo, davanti a Dio? 

Il segreto sta nell’annuncio di Giovanni Battista, che vedendo Gesù venire verso di lui, disse: “Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo”. La parola greca tradotta da toglie significa portare, trasportare. Cristo ha preso su di sé il peccato. Abbiamo affermato che nessuno commette il male se non sta male, se non ha subito nel passato un male. Gesù assume tutto il dolore del mondo nella sua carne, nella sua psiche. Lo subisce lungo la sua vita e in modo supremo nella sua passione, ma senza mai riprodurre il male. In qualche modo lo assorbe per trasformarlo in un amore sconfinato per i suoi persecutori. Così si opera una divina alchimia: il male sparisce per diventare bene fatto, amore. 

Ecco la salvezza del mondo! Affidata ormai a chi segue Cristo per diventare “figlio dell’uomo”, capace, con la forza dello Spirito di Gesù, di trasformare ogni male in bene.

Per cui il perdono, a rigor di termini, può essere rivolto solo al prossimo, a chi ci ha ferito lungo la vita. Non si può perdonare in modo generico a una categoria: alla Chiesa, ai terroristi, ai padroni profittatori. Cristo ha preso su di sé tutto il male del mondo e lo ha anche affidato a noi, perché lavorassimo alla salvezza di tutti sin nei minimi dettagli del nostro quotidiano.

Forse Ilaria non ha potuto o saputo vagliare nella propria storia tutto il male che ha subito. Ma può perdonare seguendo l’esempio di Cristo, che non ha detto ai carnefici “vi perdono”, ma ha chiesto al Padre di perdonarli. Il più delle volte non possiamo perdonare o, se pensiamo di averlo fatto, pensieri neri ci turbano ancora e non sempre sappiamo come trasformare le conseguenze della ferita che spuntano nel quotidiano. Ma ci è possibile chiedere al Padre di perdonare a chi ci ha fatto del male. Ci sarà allora data la forza, a poco a poco, di rinunciare a lasciare che attraverso i nostri gesti, pensieri, parole, il male prosegua la sua corsa devastante attorno a noi.

 

Sul perdono e sulla riconciliazione suggeriamo un’interessante bibliografia, pubblicata nel sito di Mosaico di pace, nella rubrica mosaiconline.


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