Dobbiamo bandire le armi nucleari e intraprendere la strada del disarmo. Con l'impegno e il lavoro di tutti. Ecco i primi passi necessari.

 

Il 7 luglio 2017, dopo decenni di lavoro, l'Assemblea dell'Onu a New York ha approvato con 122 voti il Trattato per l'Abolizione della Armi Nucleari, un Trattato che può davvero trasformare il mondo e renderlo più umano e sicuro.

Ecco gli elementi che hanno portato 122 Paesi all'approvazione:

• una maggiore attenzione alle devastanti conseguenze umanitarie dell'uso di armi nucleare rimettendo la persona – ogni persona – al centro; 

• il desiderio di reintrodurre un elemento di democrazia sulle strategie militari e di guerra, anche difensiva oltre che di costruzione della sicurezza sociale;

• è necessario introdurre una nuova normativa che definisca le armi nucleari non come strumento di potenza ma come vergogna per l'umanità.

Un'idea ingenua di benpensanti? No! Basti pensare alle Campagne che hanno portato all'adozione, anche da parte dell'Italia, di Trattati per la messa al bando di armi chimiche, biologiche, di mine antipersona o delle bombe cluster. È la volontà di ridare fiducia alle istituzioni, le sole che possono, su azione e pressione della base sociale, definire, ratificare e mettere in atto un tale Trattato. È la certezza che il Trattato è forte perché costringe gli Stati a schierarsi: per il sì o per il no! Impossibile l'astensione: o si ratifica o si rifiuta. Forti saranno le conseguenze sulla ricerca, sulla tecnologia, sulle finanze e sul sistema industriale militare e civile portato ad agire su settori diversi e a non sviluppare, finanziare, sostenere Stati e realtà che puntano sul nucleare militare e bellico.

E l'Italia? 

Per ora si è semplicemente collocata fuori da ogni contributo e sostegno al Trattato. Non ha partecipato all'elaborazione del testo, non è fra i 122 Paesi che lo hanno approvato e non ne ha discusso in alcun modo in sede istituzionale. Da qui l'obiettivo del nostro lavoro. Obiettivo che si può così sintetizzare:

• l'Italia ratifichi nella prossima legislatura il Trattato per l'abolizione delle armi nucleari. Il Trattato entrerà in vigore al momento della ratifica formale di almeno 50 Paesi.

Tale obiettivo porterebbe:

• alla rimozione delle bombe nucleari Usa presenti sul nostro territorio italiano nelle basi di Ghedi e Aviano;

• alla cancellazione di una possibile guerra di distruzione di massa che ci veda direttamente protagonisti;

• alla partecipazione italiana verso un percorso mondiale di disarmo e distensione che offre maggiore sicurezza al mondo intero;  

• a un importante riconoscimento dell'azione costruttiva della società civile che ha attivamente partecipato alla definizione del Trattato.

Il 7 luglio 2018 vorremmo poter celebrare il primo anniversario dell'adozione dello storico Trattato sulla Proibizione delle Armi Nucleari consegnando al Presidente del Consiglio una valanga di firme, di ordini del giorno e appelli approvati dal maggior numero possibile di enti locali italiani, e realtà della società civile. La maniera migliore di rispondere agli appelli dei sindaci di Hiroshima e Nagasaki e, soprattutto, di reagire concretamente alle preghiere degli Hibakusha, i sopravvissuti dei bombardamenti sulle due città giapponesi.

Metodo

Dialogando con Daniel Hogsta, Coordinatore della Campagna ICAN, è emersa una triplice indicazione:

Obiettivo chiaro: l'abolizione delle armi nucleari dal territorio italiano attraverso l'adesione dell'Italia al Trattato internazionale con l'attenzione a non allargare continuamente l'obiettivo rendendolo inattuabile. L'obiettivo chiaro e non interpretabile chiede semplicità.

• Creazione di alleanze: all'obiettivo ci si arriva insieme, allargando sempre più le alleanze. In tale prospettiva non cerchiamo innanzitutto i nemici e avversari, ma crediamo in tutti come alleati.

Perseveranza: non mollare mai la presa con intelligenza e determinazione, serve credere nello spazio politico come decisivo, agire sul prepolitico e sociale come dimensione costitutiva, scommettere sull'informazione, sull'educazione alla difesa nonviolenta come unica via di futuro.

Il nostro impegno è importante per "imparare a pensare in una nuova maniera chiedendoci non "quali passi possono essere compiuti per dare la vittoria militare al gruppo che preferiamo, perché non ci saranno più ulteriori mosse; ma chiedendoci: quali passi possono essere compiuti per impedire un conflitto armato il cui esito sarebbe disastroso per tutti" come invitava a pensare il Manifesto Russell-Einstein del 9 luglio 1955.

Per non mettere al bando la nostra coscienza, poiché noi oggi siamo "colpevolmente colpevoli".  Sappiamo bene quali conseguenze porta il lancio di una bomba nucleare, eppure le teniamo ben custodite nel grembo di questa nostra terra.

Per ricordare che "in questa nostra età, che si vanta della forza atomica, è contrario alla ragione essere sempre predisposti alla guerra per recuperare i diritti violati" come diceva Giovanni XXIII nella Pacem in Terris (ed era il 1963).

Per annunciare che "un mondo senza armi nucleari" è un obiettivo condiviso di milioni di persone.

Per non cedere alla logica della paura che rende il mondo intero più fragile e arrabbiato, più diviso e fondamentalista, più rigido e meno fraterno e per rilanciare la nostra responsabilità che ci porta a chiedere il disarmo nucleare e una miglior politica di cooperazione e prevenzione dei conflitti.

Per dire basta all'illusione di dominio e controllo.

Per chiedere l'adesione dell'Italia al Trattato per la messa al bando di tutte le armi nucleari, perché siano eliminate, anche da questa base di Ghedi, le B-61 e non arrivino mai le B61-12 e perché gli F35, già tristemente presenti, non siano mai attrezzati al lancio di questo flagello dell'umanità. Questa azione vede persone provenienti da storie e appartenenze diverse capaci di mobilitarsi insieme per un obiettivo comune. Dopo molti anni di frammentazione stiamo ritrovando la passione di essere popolo nonviolento per un mondo nuovo e possibile, prima che contro qualcuno. Un mondo di bugie genera solo odio e guerra; è la verità che ci libera, tutti e tutte. E oggi dire la verità significa dire no a ogni guerra nucleare e a ogni suo strumento strategico e tattico, o politica, o economia, o scienza, o generale, o benedizione che la contempli e giustifichi.

Proposte operative

Per le nostre comunità, associazioni, gruppi, movimenti, cooperative, parrocchie... Alcune istituzioni locali si sono già attivate approvando delibere che sostengono l'adesione dell'Italia al Trattato e chiedono al Governo (qualunque esso sia) di aprire la discussione parlamentare e votarne l'adesione. Ma è importante l'impegno concreto e la spinta umana, spirituale ed evangelica della società civile e della Chiesa in tutti i livelli partecipativi.

Un punto di riferimento fondamentale è l'incontro svoltosi in Vaticano lo scorso 10-11 novembre, alla presenza di papa Francesco e di 11 premi Nobel: "Prospettive per un mondo libero dalle armi nucleari e per un disarmo integrale", promosso dal Dicastero vaticano per il servizio dello sviluppo umano integrale. Di seguito alcune proposte operative:

Conoscere il Trattato per l'abolizione delle Armi Nucleari proposto all'Onu il 7 novembre 2017.

Conoscere ICAN (Campagna Internazionale per l'Abolizione delle Armi Nucleari) premio Nobel per la pace 2017.

Conoscere le testimonianze degli Ibakusha, sopravvissuti a Hiroshima e Nagasaki.

Informare sulla presenza e sul potenziamento della presenza di armi nucleari sul nostro territorio presso l'aeroporto militare di Ghedi e di Aviano.

Ripercorrere, come esempio costruttivo, l'impegno che ha portato nel 1997 all'adesione dell'Italia al Trattato per l'Abolizione delle Mine Antipersona, su pressione della Campagna che ha avuto il Premio Nobel 1997.

Valorizzare i luoghi di partecipazione perché conoscano e aderiscano all'appello che invita il governo italiano a ratificare il Trattato internazionale. 

Organizzare momenti di preghiera per la pace e il disarmo, magari ecumenici o interreligiosi.

Agire sulle istituzioni locali, amministrazioni, enti, scuole..., perché sostengano la Campagna "ItaliaRipensaci" verso l'adesione dell'Italia al Trattato e aderiscano a "Maior for peace" e all'iniziativa "Albero di Kaki".


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