Ecumenismo
Qualifica Autore: Direttore dell’Ufficio ecumenismo della Cei

Una summer school con giovani musulmani e cristiani alla Casa per la Pace.

 

Firenze è una delle città più belle al mondo, e lo si sa. È anche una delle più visitate tra le città d’arte italiane, e anche questo è risaputo. Nessuna meraviglia, allora, se il 1° settembre, verso sera, lo spazio antistante Santa Maria del Fiore e il Battistero di San Giovanni era un brulicare di umanità: turisti, fiorentini a passeggio, sicuramente anche gente al lavoro e chissà quanti altri ancora.

Fra la tantissima gente che è passata di là in quel breve tempo di sabato 1 settembre, molti si sono fermati qualche istante a osservare un gruppetto del tutto particolare: una quarantina di giovani ventenni e poco più, ragazze e ragazzi che mescolavano veli di chiara appartenenza islamica con le t-shirt dell’estate, qualche fisionomia di evidente origine nordafricana e orientale con gli accenti di molte delle regioni italiane; tutti a pendere dalla bocca di un prete, Timothy Verdon, tra l’altro anch’egli di origine straniera ma capace di esprimersi in un italiano invidiabile e in una gestualità tutta mediterranea. Il tutto senza bisogno di traduzione. Italiani, insomma: colorati, esternamente diversi, ma accomunati dalla voglia di stare insieme e di scoprire qualcosa del Battistero di Firenze, uno dei tantissimi gioielli del nostro paese, e accompagnati da una guida eccezionale che ne ha messo in luce anche gli elementi di intercultura. 

Ecco la fotografia più bella di questa prima edizione di una summer school per giovani musulmani e cristiani. L’ha proposta l’Ufficio per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso della CEI; ma a costruirla è stato un gruppetto misto di cristiani e di musulmani, che già da tempo ci pensava e che ci ha lavorato dalla primavera scorsa. Quattro giorni intensi, vissuti nella splendida cornice dei colli fiorentini, ospiti della Casa per la Pace, messa a disposizione da Pax Christi: una casa appunto, non semplicemente un albergo. Il che ha contribuito non poco a creare un clima di familiarità, come se questi ragazzi si conoscessero da tempo. Lo si sa, la voglia di stare insieme è cosa tipica tra i giovani: ma qui c’era quel qualcosa in più che ha reso l’esperienza unica nel suo genere. Due fedi diverse ma non così lontane come si pensa, vissute in modi differenti ma con la stessa intensità.

A tagliare il nastro di questa esperienza sono stati l’arcivescovo e l’imam della città: testimoni anch’essi di un dialogo che, insieme anche alla comunità ebraica fiorentina, va avanti da tempo. E poi tavole rotonde, confronti di gruppo, momenti di preghiera, chiacchierate fino a tarda sera, uno spettacolo teatrale (da “Leila della tempesta”), la presentazione di un libro con un video dell’autore (Jawdat Said, siriano trasferitosi per necessità a Istanbul) e tanta, tanta spontaneità. 

A fare da filo conduttore è stato il tema della cittadinanza, della convivenza, del rapporto tra le fedi e la politica; già, perché è evidente che l’Italia è plurale, e sembra addirittura scontato ripeterlo. Questi ragazzi però, insieme a tanti altri sparpagliati nelle nostre città, testimoniano la voglia di mettersi in gioco, di non dar credito a chi vuol costruire muri, di costruire una società nella quale a ciascuno è data la possibilità di essere se stesso. L’hanno scritto anche nel breve comunicato finale (scaricabile dal sito dell’ufficio CEI per l’ecumenismo e il dialogo: www.chiesacattolica.it): “Sappiamo di vivere in un contesto dove abbondano i conflitti e le incomprensioni, ma crediamo nel valore dell’incontro, della discussione e del confronto anche su ciò che resta diverso e continua a dividerci. […] Tutto ciò che abbiamo vissuto chiede di essere custodito e trasmesso”. A testimonianza del fatto, se mai ce ne fosse bisogno, che i giovani hanno sempre qualcosa di bello da dire e da insegnare. 

Prima edizione di un’esperienza riuscita, allora. E domenica pomeriggio, al termine dei quattro giorni vissuti insieme, nessuno è tornato a casa prima di aver cominciato a pensare alla seconda edizione… 


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