Questa Dichiarazione è un simbolo dell’abbraccio tra Oriente e Occidente, tra Nord e Sud e tra tutti coloro che credono che Dio ci abbia creati per conoscerci, per cooperare tra di noi e per vivere come fratelli che si amano.
Papa Francesco e il Grande Imam Al-Tayyib “Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune”
Abu Dhabi, 4 febbraio 2019

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Il 4 febbraio scorso, nella sontuosa sala di Abu-Dhabi in cui Papa Francesco e il Grande Imam di Al-Azhar, Ahmad Al-Tayyeb, firmavano il Documento sulla “Fratellanza umana, la pace mondiale e la convivenza comune”, non erano soli, con loro c’erano circa settecento ospiti appartenenti alle più diverse religioni.

Qualifica Autore: Comunità di Bose di Ostuni

L’essere umano nasce in relazione. Nel rapporto tra uomini e donne, come riconoscere l’altro? Come uscire dal monologo che ci chiude in una visione rigida e muta?

 

“Parlare è l’unico modo che abbiamo, noi esseri umani, di rendere il mondo comune. Spesso è difficile il dialogo. Perché non è parlare avvicendarsi in monologhi. O imporre all’altro il testo di una performancepre-confezionata.

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Conoscere, capire e democratizzare i dati ambientali: queste le frontiere del web che ci consentiranno presto di sapere anche che tipo di aria respiriamo.

  

In questi giorni sto testando un softwareper il monitoraggio ambientale. Si chiama Omniscope. Lo potete provare anche voi andando su questa pagina web: https://www.peacelink.it/citizenscience/a/46226.html. Vedete l’ultimo link in basso? Bene.

Don Giuseppe Diana al tempo di Francesco.
Il suo martirio, dopo 25 anni, evidenzia anche oggi il volto di una Chiesa in uscita, che si china sul dolore umano.

 

Noi ci troviamo a fare memoria della testimoni anza di don Giuseppe Diana ucciso dalla camorra a Casal di Principe 25 anni fa, non in un vuoto storico ma all’interno di un momento particolare della vita della Chiesa.

La Dichiarazione di fratellanza islamo-cristiana, firmata dal Papa e dal Grande Imam di Al-Azhar è per tutti segno di grande speranza.

 

Riteniamo un importante passo avanti nella pace attiva tra le grandi religioni il Documento sulla fratellanza umana, firmato ad Abu Dabhi, il 4 febbraio, da Papa Francesco e dal Grande Imam di Al-Azhar, Ahmad Al-Tayyeb. “La fede porta il credente a vedere nell’altro un fratello da sostenere e da amare”, esordisce il testo. “Il credente è chiamato a esprimere questa fratellanza umana, salvaguardando il creato e tutto l’universo e sostenendo ogni persona, specialmente le più bisognose e povere”. In questo documento – scrive Papa Francesco – “affermiamo la comune vocazione di tutti gli uomini e le donne ad essere fratelli in quanto figli e figlie di Dio, condanniamo ogni forma di violenza, specialmente quella rivestita di motivazioni religiose, e ci impegniamo a diffondere nel mondo i valori autentici e la pace” (6 febbraio 2019). “Pur nella diversità delle culture e delle tradizioni, il mondo cristiano e quello islamico apprezzano e tutelano valori comuni: la vita, la famiglia, il senso religioso, l’onore per gli anziani, l’educazione dei giovani, e altri ancora”. Il Papa e l’Imam condividono i problemi del mondo contemporaneo: la povertà, le guerre, la corsa agli armamenti, le ingiustizie sociali, la corruzione, le disuguaglianze, il degrado morale, il terrorismo, le discriminazioni, l’estremismo e tanti altri mali che affliggono molte persone. Essi invitano chiunque ha fede in Dio e nella fratellanza umana a lavorare insieme, per guidare le nuove generazioni verso la cultura del reciproco rispetto, comprendendo che la grazia divina rende fratelli tutti gli esseri umani.

I due firmatari dichiarano di “adottare la cultura del dialogo come via; la collaborazione comune come condotta; la conoscenza reciproca come metodo e criterio”. E lo fanno in nome di Dio, in nome dell’innocente vita umana che Dio ha proibito di uccidere, in nome dei poveri, dei bisognosi e degli emarginati; in nome degli orfani, delle vedove, dei rifugiati e degli esiliati,  di tutte le vittime di guerre, persecuzioni e ingiustizie; in nome di quanti vivono nella paura, dei prigionieri di guerra e dei torturati in ogni parte del mondo, senza distinzione alcuna; in nome della fratellanza umana “che abbraccia tutti gli uomini, li unisce e li rende uguali”, lacerata dalle politiche di integralismo e divisione, dai sistemi di guadagno smodato, dalle ideologie di odio; in nome della libertà, che Dio ha donato a tutti gli esseri umani; in nome della giustizia e della misericordia, fondamenti della prosperità; in nome di tutte le persone di buona volontà, presenti in ogni angolo della terra.

“Chiediamo a noi stessi e ai leaderdel mondo, agli artefici della politica e dell’economia mondiale, di impegnarsi seriamente per diffondere la cultura della tolleranza, della convivenza e della pace; di intervenire per fermare lo spargimento di sangue innocente, e di porre fine alle guerre, ai conflitti, al degrado ambientale e al declino culturale e morale che il mondo attualmente vive”. Lo stesso chiedono agli intellettuali, ai filosofi, agli uomini di religione, agli artisti, agli operatori dei media e agli uomini di cultura in ogni parte del mondo. Nella nostra civiltà moderna, insieme a passi positivi nella scienza, tecnologia, medicina, industria e benessere, in particolare nei paesi sviluppati, si verifica un deterioramento dell’etica nell’agire internazionale. Tutto ciò diffonde una generale frustrazione, solitudine e disperazione, e conduce molti nel vortice dell’estremismo ateo e agnostico, oppure nell’integralismo religioso, e nel fondamentalismo cieco, mentre altri si arrendono alla dipendenza e all’autodistruzione individuale e collettiva. 

L’estremismo religioso e nazionale e l’intolleranza hanno prodotto, sia in Occidente sia in Oriente, i segnali di una “terza guerra mondiale a pezzi”, che, in diverse condizioni tragiche, mostrano il loro volto crudele. La sapienza divina ci ha dato il dono della vita per custodirlo, dono che nessuno ha il diritto di togliere, minacciare o manipolare, ma tutti devono preservare dal suo inizio fino alla sua morte naturale. “Condanniamo tutte le pratiche che minacciano la vita e le politiche che le sostengono”. Le religioni non incitano mai alla guerra né a sentimenti di odio, ostilità, estremismo, violenza. Queste sono sciagurate deviazioni, sono uso politico delle religioni. Anche uomini di religione hanno abusato del sentimento religioso per fini politici ed economici mondani e miopi. Tutti cessino di usare il nome di Dio per giustificare atti di violenza e di oppressione. “Dio, l’Onnipotente, non ha bisogno di essere difeso da nessuno e non vuole che il Suo nome venga usato per terrorizzare la gente”. I veri insegnamenti delle religioni invitano alla pace, alla reciproca conoscenza e convivenza, alla fratellanza umana; portano a ristabilire la saggezza, la giustizia e la carità.

Il pluralismo e le diversità di religione, di colore, di sesso, di razza e di lingua sono una sapiente volontà divina nel creare gli esseri umani. Da questa sapienza divina deriva il diritto alla libertà di credo e di diversità. Perciò si condanna la costrizione a una certa religione o cultura, come pure l’imporre uno stile di civiltà che gli altri non accettano. La giustizia basata sulla misericordia è la via per la vita dignitosa, diritto di ogni essere umano. “Il dialogo tra i credenti significa incontrarsi nell’enorme spazio dei valori spirituali, umani e sociali comuni, e investire ciò nella diffusione delle più alte virtù morali, sollecitate dalle religioni; significa anche evitare le inutili discussioni”.

La protezione dei luoghi di culto  è un dovere delle leggi e delle convenzioni internazionali. Ogni attacco o minaccia (attentati, demolizioni, proibizioni) è una deviazione dalle religioni, e una violazione del diritto internazionale. Il terrorismo esecrabile che sparge panico, terrore e pessimismo non è dovuto alla religione ma alle interpretazioni errate dei testi religiosi, e alle politiche di fame, di povertà, di ingiustizia, di oppressione, di arroganza. Il rapporto tra occidente e oriente è un’indiscutibile reciproca necessità, affinché le due civiltà possano arricchirsi reciprocamente, nel dialogo. L’occidente può trovare nell’oriente rimedi al dominio del materialismo. L’oriente può trovare nell’occidente aiuti a salvarsi dalla debolezza, dalla divisione, dal conflitto e dal declino scientifico, tecnico e culturale. Le differenze religiose, culturali e storiche sono essenziali nella formazione della personalità, della cultura e della civiltà.

È indispensabile riconoscere il diritto della donna all’istruzione, al lavoro, all’esercizio dei propri diritti politici, per liberarla dalle pressioni storiche e sociali contrarie alla propria fede e dignità, e proteggerla da ogni sfruttamento. Si devono interrompere tutte le pratiche disumane e i costumi volgari che ne umiliano la dignità. La tutela dei diritti fondamentali dei bambini, degli anziani, dei deboli, dei disabili e degli oppressi è un’esigenza religiosa e sociale da garantire e proteggere con leggi e convenzioni internazionali. A nessun bambino manchi l’ambiente familiare, l’alimentazione, l’educazione. Occorre condannare qualsiasi pratica che violi la loro dignità e vigilare contro i pericoli a cui sono esposti – specialmente nell’ambiente digitale – e considerare come crimine qualsiasi violazione della loro infanzia.

La Chiesa cattolica e al-Azhar, nella comune cooperazione, promettono di portare questo documento alle autorità, ai leaderinfluenti, agli uomini di religione di tutto il mondo, alle organizzazioni, alla società civile, alle istituzioni religiose e ai leaderdel pensiero; e s’impegnano a diffondere questi principi, sollecitando a tradurli in politiche, leggi, studi e comunicazione. Al-Azhar e la Chiesa cattolica domandano che questo Documento divenga oggetto di ricerca e di riflessione in tutte le scuole, ai vari livelli, al fine di contribuire a creare nuove generazioni che portino il bene e la pace e difendano ovunque il diritto degli oppressi e degli ultimi.

In conclusione, auspichiamo che questa dichiarazione sia un invito alla riconciliazione e alla fratellanza tra tutti i credenti, anzi tra i credenti e i non credenti, e tra tutte le persone di buona volontà; che sia un appello a ogni coscienza viva che ripudia la violenza e l’estremismo e ama la tolleranza e la fratellanza; che testimoni che la fede in Dio unisce i cuori divisi ed eleva l’animo umano; che sia un abbraccio tra oriente e occidente, tra nord e sud e tra tutti coloro che credono che Dio ci ha creati per conoscerci, per cooperare tra di noi e per vivere come fratelli che si amano. Questo è ciò che speriamo e cerchiamo di realizzare, al fine di raggiungere una pace universale di cui godano tutti gli uomini in questa vita.

 

Qualifica Autore: Responsabile dell’Ufficio advocacy di Oxfam Italia

Il nuovo rapporto di Oxfam Italian mette in luce disuguaglianze e povertà crescenti. Tra bene pubblico e ricchezze per pochi c’è di mezzo la giustizia.

  

Vivere liberi dalla paura di ammalarsi e non potersi permettere le cure necessarie, vivere liberi dalla trappola dell’analfabetismo che preclude la possibilità di migliorare con il proprio talento la posizione sociale di partenza, vivere liberi dall’angoscia di sentirsi fortemente vulnerabili in situazioni di difficoltà perché consapevoli di non poter contare su alcuna misura di protezione sociale per sé e la propria famiglia.

Qualifica Autore: Punto Pace Pax Christi Ivrea

Un convegno sull’Europa, sulla sua politica estera e militare, sul clima e sul futuro. Per andare alle urne più consapevoli.

 

Come deciso nell’incontro del coordinamento Nord di Pax Christi tenutosi a Brescia il 3 novembre scorso, un piccolo gruppo di lavoro, con la collaborazione del Centro Studi economico-sociali per la pace dello stesso movimento, che ringraziamo, ha organizzato per sabato 9 febbraio, a Milano, un primo incontro sul tema: “Europa, casa comune”.

La politica è una forma di carità. Come quando gli enti locali mettono in atto buone pratiche e approvano mozioni e raccomandazioni per chiedere la riconversione delle industrie belliche.

 

Ho l’onore e il privilegio di amministrare la città di Assisi, una città meravigliosa, simbolo nel mondo di pace e accoglienza, grazie ai valori fondanti trasmessi da san Francesco. Ogni giorno è speciale perché questi luoghi, che hanno visto il poverellospogliarsi dei propri beni e dedicarsi agli ultimi della terra, emanano un profondo messaggio di fratellanza. 

Unisce, avvicina, mette in relazione: la parola e l’uso che ne facciamo.

 

C’è qualcosa di molto caro ad ognuno, ovunque sia nato, da quando acquista consapevolezza della propria identità e della propria attitudine a comunicare con gli esseri umani. Si tratta della lingua, una delle prime acquisizioni del bambino, già dal secondo e terzo anno di vita.

Qualifica Autore: Obiettore di coscienza negli anni Settanta

È morto Fabrizio Fabbrini, storico obiettore di coscienza al servizio militare negli anni Sessanta.
La sua testimonianza, la fermezza nell’obiezione gli costarono la scomunica, l’allontanamento dal lavoro di assistente universitario e la condanna al carcere.

 

Fabrizio Fabbrini ci ha lasciato il 23 gennaio scorso. Gli si farebbe un torto se lo ricordassimo solo per la sua obiezione di coscienza (1965), secondo obiettore di coscienza cattolico dopo Giuseppe Gozzini (1936-2010), peraltro entrambi già anticipati nella loro obiezione da Gianfranco Ciabatti (1936-1994), poeta e sindacalista, caso poco conosciuto perché ritenuto “matto” e finito in ospedale psichiatrico, éscamotagespesso usato dai medici militari, ma mai riuscito, per togliersi di torno persone così scomode per le strutture militari.

Vite ferite capaci di luce, spaccati del vivere quotidiano che vibrano di umanità: oltre i luoghi comuni c’è lo scorrere appassionato della vita.
Quella bella, che resiste ai pregiudizi.

 

Al riparo dai media accadono storie ordinarie, storie non da prima pagina, storie scomode, ma degne di straordinarietà.

Qualifica Autore: Attivista per i diritti umani

L’olocausto del popolo romanì e l’esigenza del suo riconoscimento è punto di partenza per lottare contro la discriminazione razziale oltre il giorno della memoria.

Il giorno della memoria ricorda il crimine più inumano che l’essere umano ha mai perpetrato: annientare l’altro perché di una razza diversa e perciò inferiore.

Qualifica Autore: Punto Pace Pax Christi Catania

“Ho udito il grido del mio popolo”: in un libro di Anselmo Palini tutto l’amore di san Romero per la gente, i poveri, la giustizia.

 

Molti libri sono stati scritti sulla vita e sulla drammatica testimonianza resa da Oscar Arnulfo Romero, arcivescovo di San Salvador, profeta e martire, recentemente canonizzato da papa Francesco. 

Dedicato a tutte le ragazze e le bambine violate. A tutti coloro che sono sacrificati al dio della guerra e della morte. Per danzare anche con le lacrime agli occhi.

 

Non chiedesti grazia; ma, dopo averlo rincuorato a mantener fede alla parola data al Signore, gli chiedesti solo una piccola proroga: due mesi di tempo per andartene errando sui monti, a piangere, con le compagne, una verginità da cui non sarebbe mai maturata né gioia di sposa né tenerezza di madre. Poi il tragico epilogo.

Gli arbitrati internazionali tra investitori e stati, arma di distruzione della politica.

 

La ricerca di un equilibrio ragionevole, e magari anche virtuoso, fra sviluppo economico e tutela dei  diritti umani e ambientali sta al cuore del dibattito pubblico globale da decenni.

Pax Christi incontra Pietro: come costruire oggi un “altro mondo possibile”?


A cura di Renato Sacco e Rosa Siciliano

Un incontro tra il Consiglio nazionale di Pax Christi e Papa Francesco: quali priorità sono emerse?
Quale impegno per costruire un mondo a misura di diritti e dove i poveri ritrovino dignità?
Come tenere viva la memoria?
In tempi difficili, di nazionalismi, guerre e violenze, sia culturali sia verbali, Pax Christi rilegge i passi compiuti e si confronta con le nuove sfide.
Per rendere possibile la nonviolenza evangelica e il disarmo integrale.

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