La pandemia di Sars-Cov2 ha sconvolto il mondo. È tempo di fermarsi per invertire la marcia. Perché la salute di tutti è sicurezza.  

 

Clicca qui per acquistare questo numero in formato PDF

Qualifica Autore: Già consigliere della Corte di Cassazione e Ordinario nell’Università di Bari

Restrizioni alle libertà personali per il bene comune. Una lettura giuridica dell'emergenza Coronavirus, dai decreti che si sono susseguiti al bene superiore della vita.

 

L'emergenza da Coronavirus ci ha fatti piombare in una serie di forti e durevoli restrizioni delle libertà fondamentali, a cui le nostre generazioni – nate dopo la guerra – non erano abituate.

La data è quella di Pasqua, 12 aprile. La firma è quella di Francesco. Destinatari i movimenti popolari. Già questo ci fa capire che non è una lettera normale. Quella normalità di cui si parla tanto in questi giorni e alla quale si dovrebbe o vorrebbe ritornare.

Tre giovani studentesse si confrontano sulle mafie, sul ruolo dello Stato, sugli accomodamenti del quieto vivere. A partire da un libro di Gian Carlo Caselli e Guido Lo Forte sul rapporto tra mafie e politica.

 

Le mafie non possono essere contrastate a colpi di slogan o di motivetti musicali orecchiabili. Luoghi comuni e sentenze sommarie, ignoranza e superficialità rappresentano i migliori alleati delle mafie stesse.

Qualifica Autore: Comboniana, già direttrice di Combonifem

L'Africa e i nostri silenzi, anche in tempo di epidemie e pandemie globali.

 

È vero. Noi siamo i tempi. E questa pandemia ci obbliga a riflettere su chi siamo davvero. Su come abbiamo ridotto questo mondo e su come ci siamo ridotti noi umani portando in questa folle corsa verso il baratro anche la natura stessa.

Qualifica Autore: Ingegnere ambientale, consulente in tema di ambiente, energia e sostenibilità

Crisi climatica, crisi sociale, crisi economica: serve un Green New Deal.

 

L'articolo è stato scritto precedentemente al propagarsi dell'emergenza sanitaria causata dal virus SarsCoV2. Nonostante ciò, le considerazioni riportate sono quanto mai attuali, confermate dal fatto che la diffusione del virus per l'uomo è esso stesso frutto di un modello di sviluppo che ha sacrificato la natura e distrutto gli ecosistemi (come riportato da vari studi scientifici e pubblicato su Nature Medicine) e, di conseguenza, le risposte non possono non andare nella direzione di una nuova sostenibilità, ambientale, sociale ed economica.

Era il 1932 e negli Usa veniva eletto presidente Franklin Delano Roosevelt. Il suo arrivo alla Casa Bianca giungeva dopo tre anni di dura repressione economica che travolse gli Stati Uniti seguiti a un decennio di forte crescita, ma anche di accentuazione del divario tra classi sociali. In questo contesto Roosevelt lanciò, appena eletto, un New deal di riforme economiche e sociali, con il ruolo pubblico che tornò centrale, permise di superare il periodo di crisi e gettare le basi del welfare state americano.

Il 5 giugno del 1947, invece, fu lo statunitense George Marshall a lanciare il piano per la ripresa europea, meglio conosciuto come Piano Marshall. Con uno stanziamento di 13,3 miliardi di dollari, gli Stati Uniti misero in atto un piano di aiuti economico-finanziari per la ricostruzione dell'Europa dopo la seconda guerra mondiale 

Prima di affrontare le questioni di oggi, con i problemi legati all'emergenza climatica che vedremo meglio più avanti, possiamo affermare che Roosevelt e il suo New Deal hanno (anche) contribuito a creare le condizioni per la duratura crescita economica basata sui combustibili fossili e per l'inarrestabile crescita dei consumi. E il Piano Marshall? Ha permesso la ricostruzione dei paesi devastati dalla seconda guerra mondiale ma, allo stesso tempo, ha spinto l'asse commerciale europeo verso gli Stati Uniti, sottraendolo a quello sovietico, oltre a creare le premesse per la lievitazione del debito pubblico di molti Stati europei, al di là di ogni ragionevole possibilità di poterlo ripagare.

Le conseguenze nel medio e lungo termine sono meno prevedibili ma, allo stesso tempo, necessitano di un'attenta valutazione. Per farlo cerchiamo di capire bene il contesto attuale, diverso da quello del passato, complesso, e reso intricato da un sistema globalizzato che costringe ad affrontare i problemi in modo congiunto e coordinato.

Iniziamo dall'accettazione che stiamo affrontando una crisi, ben peggiore di quelle del secolo scorso, subdola e potenzialmente devastante: per averne un'idea pensiamo alla favola della rana che, appena messa in pentola, apprezza inizialmente il progressivo intiepidirsi dell'acqua in cui è immersa, che però continua a scaldarsi fino a bollire. Così che la rana passa dallo stare bene al calduccio al perdere i sensi. E morire bollita. Affrontiamo una crisi che in realtà sono tre. 

Crisi climatica

La prima è la crisi climatica, attesa dagli scienziati da oltre 40 anni e adesso evidente nel nostro quotidiano. Ogni anno o mese che passa, è archiviato come uno dei più caldi mai registrati negli ultimi 30 anni. La temperatura media del novembre appena trascorso è stata di 1,5°C più calda delle medie del periodo 1981-2010 (fonte: Copernicus Climate Change Service/ECMWF). Il CMCC (Centro Mediterraneo Cambiamenti Climatici) afferma che, per la differenza degli effetti che si potranno avere nelle diverse aree del mondo, l'Italia rischia di diventare un hot spot (cioè un'area caratterizzata da alta vulnerabilità ed esposizione ai cambiamenti climatici) che, senza interventi seri, arriverà ad avere temperature superiori anche di 7-8°C entro il 2100 (significa finire come la rana!).

Crisi sociale

Ancora più accentuata oggi, è la crisi sociale. La crescita delle disuguaglianze negli ultimi anni è stata costante. Dalla fine degli anni Novanta del secolo scorso i poveri, sono rimasti poveri, esclusi dai miglioramenti avvenuti nei loro paesi. A livello globale è cresciuta la classe media dei paesi emergenti (grazie allo sviluppo economico di Cina, India, Brasile, ecc.). E, in parallelo, è peggiorata la situazione dei ceti medi nei paesi più sviluppati dove, invece, i ricchi lo sono diventati di più. Non solo i ricchi dei singoli paesi, i ricchi, in generale, sono divenuti una élite globale completamente svincolata da quella del paese in cui detengono la cittadinanza. 

Ricordiamo che, nel 2018, l'1% più ricco della popolazione del mondo deteneva poco meno della metà della ricchezza aggregata. Tutti gli altri si dovevano dividere il resto, con la conseguenza che i più poveri si dovevano dividere solo l'1% della ricchezza. Forse Roosvelt e Marshall, che hanno sicuramente affrontato con coraggio situazioni di crisi del loro tempo, non immaginavano che saremmo arrivati a questo.

Crisi economica 

Infine, la crisi economica. Iniziata nel 2008 e, in realtà, mai interrotta. L'equilibrio portato dal capitalismo, capace di mettere insieme dimensione spirituale, politica e tecnico-economica (secondo la visione di Max Weber), è stato sconvolto lasciandoci in una situazione di incertezza e di ricerca di un nuovo assetto che, al momento, non c'è e non ci sarà fino a che non capiremo che non è possibile tornare a prima del 2008. Queste tre crisi sono fortemente collegate tra loro, e lo saranno sempre di più, motivo per cui è necessario ragionare in modo ampio e integrato. 

Gli effetti del cambiamento climatico, che stiamo sperimentando, colpiranno maggiormente gli ultimi, andando a scavare ulteriori solchi tra le classi sociali. Lo faranno attraverso una crisi economica che avrà ripercussioni diverse in base alle aree geografiche, sulla costa o in una grande in città, in periferia o nelle aree montate. Ce lo dice la relazione sullo stato della Green Economy del 2019, pubblicata lo scorso novembre, che teorizza una perdita di Pil pro capite a livello nazionale dell'ordine del 7-8% nella seconda metà del secolo, con differenze territoriali di oltre il 60%, senza cambiamenti di rotta.

Come affrontare questa situazione? Sperimentiamo il rischio che la soluzione ai problemi sia cercata limitatamente alla scienza e ai soldi. 

Chi adesso appartiene alle classi sociali più ricche, potrebbe pensare di beneficiare di queste crisi rafforzando ulteriormente la propria posizione, con la colonizzazione di altri mondi come soluzione avveniristica. È una speranza effimera, che porterebbe a un'ulteriore divergenza tra classi sociali e all'uccisione delle relazioni da cui, invece, è necessario ripartire. Insieme alla lotta alle disuguaglianze, creando azioni comuni, collegate e complesse. È qualcosa che presuppone un vero cambio culturale e sociale, che necessita di tempo. Ma il tempo, ci dice la scienza, non c'è. 

Per accelerare questo percorso, potrebbe esserci una soluzione, che deve essere dirompente, disruptive, come direbbero in America. Ed è qui, infatti, che Alexandria Ocasio-Cortez ed Ed Markey hanno lanciato l'idea di un Green New Deal, con un piano di investimenti da 1000 miliardi di dollari. 

Lavoro e giustizia 

Anche in Europa e in Italia se ne parla. Talvolta in modo inappropriato, ma si sta iniziando a lavorarci. Compito di tutti è, quindi, oggi spingere perché possa diventare concreto ed efficace: un vero Green New Deal. Che metta al centro il lavoro, la giustizia, le comunità di lavoratori, nella messa in atto di una trasformazione dell'economia e delle infrastrutture. 

Per farlo dovrebbe contenere almeno tre elementi fondamentali. 

1. Un piano di investimenti, che connetta gli obiettivi economici con la giustizia ambientale per una decarbonizzazione dell'economia, il recupero della biodiversità e la garanzia di un lavoro dignitoso per tutti. 

2. Un pacchetto integrato di provvedimenti legislativi per riallineare la politica dell'UE alle evidenze della scienza sul clima e trasformare il continente europeo nel leader della transizione verde. 

3. Una commissione di garanzia che permetta una transizione giusta: a livello internazionale, considerato che gli impatti non sono equi; a livello di singoli Stati, per affrontare le diseguaglianze che si hanno all'interno dei vari paesi; intergenerazionale, per dare voce alle nuove generazioni che, oggi, mancano di rappresentanza ma che saranno coloro che più di tutti sperimenteranno gli effetti futuri delle crisi in corso.

Potrà essere questo il modo per dare ancora un futuro alla nostra specie?

 

Qualifica Autore: Associazione Antigone

La chiusura di un mondo chiuso. Detenuti tra emergenze, attese, incertezze e paure. 

 

La diffusione massiccia e tragica del coronavirus Covid-19 nel nostro paese è arrivata rapida e inattesa nel mese di febbraio travolgendo la società italiana e portando allo scoperto contraddizioni e criticità del sistema.

Qualifica Autore: Punto Pace Pax Christi Napoli

Nord e sud d'Italia: un convegno del Coordinamento sud sul difficile rapporto tra le due aree della nostra Italia. 

 

Il 15 febbraio scorso si è svolto a Portici (Na) il convegno promosso dal Coordinamento sud di Pax Christi su "Italia del nord – Italia del sud: storia, giustizia, nonviolenza".

Qualifica Autore: Monaco della Comunità di Bose di Ostuni https://www.monasterodibose.it/fraternita/ostuni

La morte, con l'emergenza della pandemia, è messa al centro del discorso pubblico, portata al cuore dell'umanità. È una realtà non più solo individuale e privata ma collettiva e comunitaria.

 

Nei tempi d'emergenza emergono le contraddizioni più o meno latenti nel tempo dell'ordinarietà. Una di queste si è resa visibile nell'immagine dei camion militari in colonna, carichi di casse da morto che, all'imbrunire, escono dal cimitero di Bergamo

Qualifica Autore: Co-Presidente di Pax Christi

La vita nel tempo di una crisi pandemica globale.

 

In questo momento particolare, la Segreteria internazionale di Pax Christi e i nostri membri sparsi per il mondo stanno pregando per una pacifica e giusta fine dell'attuale crisi che coinvolge tutto il pianeta.

L'incontrollabile rivoluzione degli armamenti. Il volto rinnovato e pericoloso delle guerre del nuovo millennio.

 

Questo 2020 inaugura un decennio che sarà decisivo nel campo degli armamenti, che vedrà realizzarsi innovazioni tecnologiche-militari che potrebbero sconvolgere (non certo in meglio!) le modalità delle guerre, le normative internazionali, i sistemi di controllo.

Storia di Claudio Pozzi, in memoria di tutti coloro che hanno pagato con il carcere la loro obiezione al servizio militare obbligatorio di leva.

 

Alcuni nostalgici surfisti del web paventano il ripristino del servizio militare obbligatorio, adducendo come pretesto la cosiddetta "perdita dei valori", nonché un ritorno all'ordine e alla disciplina.

L'Europa dimentica troppo spesso la sua vocazione originaria di culla di diritti. Oltre che in Libia e in Turchia, anche sulla rotta balcanica i migranti subiscono torture. 

 

Non solo Lampedusa, il Mediterraneo orientale, i lager libici, la frontiera greco-turca. Preda di paure e impulsi irrazionali, l'Europa, dimentica dei diritti, si blinda ovunque. Con violenza inaudita.

Qualifica Autore: Punto Pace Pax Christi Taranto

Per superare il divario tra ricchi e impoveriti, è necessario un sistema economico nuovo, uno sviluppo sostenibile e un'economia circolare.

 

L'autore inizia il suo saggio analizzando tre questioni di fondo: la disuguaglianza, il rapporto drogato tra consumi ed economia e l'inadeguatezza del sistema economico di autoregolamentarsi. 

Qualifica Autore: Studentessa in Filosofia

Uno per uno è sempre uno. L'abbraccio collettivo del "restate a casa" permette di riscoprire la bellezza del bene comune.

 

Ricordo perfettamente quel momento: sedevo rannicchiata sul divano, gli occhi ridotti a fessura, il viso nascosto nel cuscino. Poi il grido: "Campioni del Mondoooo!".

Condividiamo alcune parole forti e coraggiose di papa Francesco in questo tempo di pandemia.

Qualifica Autore: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Il caso Moro e il perdono ai brigatisti. La creazione di un archivio comune su Peacelink.

 

Il caso Moro non è chiuso. Basti pensare che nel 2014 su un totale di 54.792 pagine relative al caso Moro ben 15.343, ovvero il 30%, era coperto dal segreto di stato.

A cura della Redazione

Pandemia, sicurezza e salute globale

Nel mondo occidentale avevamo riposto le nostre certezze in muri, riarmo e politiche securitarie, rabbiose e miopi. L'arrivo del virus Sars-CoV2 ha messo molto in discussione, a partire dall'idea di sicurezza. Possiamo davvero salvarci da soli? O la normalità, che tanto ci manca, era il problema?

 

Clicca qui per acquistare l'intero numero che contiene questo dossier in formato PDF


Mosaico di pace, rivista promossa da Pax Christi Italia e fondata da don Tonino Bello, si mantiene in vita solo grazie agli abbonamenti e alle donazioni.
Se non sei abbonato, ti invitiamo a valutare una delle nostre proposte:
https://www.mosaicodipace.it/index.php/abbonamenti
e, in ogni caso, ogni piccola donazione è un respiro in più per il nostro lavoro:
https://www.mosaicodipace.it/index.php/altri-acquisti-e-donazioni