Qualifica Autore: Fondazione Pangea, www.pangeaonlus.org GREVIO, https://www.coe.int/en/web/istanbul-convention/home

La Turchia fuori dalla Convenzione sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne. Cosa sta accadendo? Quali percorsi possibili di tutela dei diritti umani fondamentali e di genere?

 

La Convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica quest'anno compie 10 anni. Il testo fu elaborato a Istanbul dai rappresentanti politici di 47 paesi del Consiglio d'Europa che avevano a cuore questo problema presente in tutte le società e in ogni paese, nessuno escluso.

Come ha detto l'attuale presidente del Grevio, Marceline Naudi, che aveva fatto parte del comitato che ha contribuito alla scrittura del testo, gli Stati che all'epoca avevano redatto la Convenzione erano consapevoli che questo strumento sarebbe stato "un'ancora di salvezza per le donne e le ragazze in Europa, di fondamentale importanza per raggiungere la loro uguaglianza al pari degli uomini e dei ragazzi. Perché se non si riconosce a pieno che la violenza è perpetrata contro di loro proprio perché sono donne, saranno continuamente ostacolate e il loro potenziale negato" (https://rm.coe.int/grevio-president-statement-12-april-2021/1680a2165b).

Diritti

La Convenzione sostiene il diritto umano fondamentale delle donne a una vita libera dalla violenza e riconosce che raggiungere le pari opportunità culturalmente, giuridicamente e di fatto sono la strada maestra per eliminare la violenza. Lo scopo della Convenzione è quello di prevenire la violenza contro le donne, di tutte le età, proteggere chi la subisce e perseguire i colpevoli, tutto ciò attraverso politiche integrate, quindi con il contributo attivo dello Stato che dovrebbe mettere a disposizione tutti i mezzi possibili per raggiungere i migliori risultati affinchè ogni forma di violenza contro le donne sia affrontata e punita, anche in collaborazione con la società civile, elemento essenziale per garantire processi democratici.

Fu proprio la Turchia il paese che per primo la firmò e la ratificò nel 2012. Entrata in vigore nel 2014, sino a marzo 2021 i paesi che l'hanno ratificata sono stati 34 e altri al di fuori del Consiglio d'Europa sono interessati a farlo, come la Tunisia e il Kazakistan. Un importante segnale, visto che purtroppo, al contrario, alcuni Stati da qualche tempo hanno annunciato di volerne uscire e, da marzo 2021, la stessa Turchia lo ha fatto con decreto presidenziale. Un unicum nella storia perché uscire da una Convenzione che protegge i diritti umani non era ancora mai successo nel Consiglio d'Europa. I leader del Consiglio hanno reagito velocemente (cfr. www.coe.int) deplorando profondamente la decisione del Presidente della Turchia di ritirarsi da questa Convenzione ampiamente sostenuta nel paese, senza alcun dibattito parlamentare. Nel 2012 la Convenzione fu ratificata con un atto parlamentare.

Le proteste

Sono moltissime le donne e anche gli uomini scesi in piazza in Turchia per ribadire che la violenza sulle donne non è un fatto privato ma una questione di diritti umani fondamentali.

La Convenzione

La Convenzione è uno strumento prezioso per le donne di ogni età, estrazione e provenienza che vivono in questo paese. Privarle di uno strumento vitale per proteggersi e per far valere i loro diritti in ogni luogo, dentro e fuori la famiglia, è un segnale che decisamente non va nella direzione degli sforzi di una comunità internazionale che vuole crescere collettivamente su un tema così complesso come la violenza sulle donne. Inoltre è triste vedere che il dialogo intorno alla Convenzione di Istanbul è ostacolato e reso più difficile da interpretazioni errate in merito agli scopi e alle finalità della convenzione stessa.

La Convenzione non nasce per distruggere le famiglie; gli scopi della Convenzione di Istanbul sono chiari e semplici: è un trattato che pone un una serie completa di obblighi per gli Stati contraenti per proteggere le donne che subiscono violenza di genere e per garantire che i colpevoli siano ritenuti responsabili. È forse una ambizione troppo grande rendere uguale per tutte e tutti un diritto che ci aiuta a raggiungere i nostri obiettivi senza ostacoli e senza paura? Ma per farlo, abbiamo bisogno di credere in loro e sostenerli tutti e tutte insieme, Stati con gli Stati, istituzioni nazionali in una visione integrata delle risposte, organizzazioni della società civile, singole persone, donne ma anche uomini.

Grevio

Il Grevio è l'organismo indipendente che monitora l'applicazione della Convenzione all'interno degli Stati che hanno ratificato. Nell'arco di sei anni di attività abbiamo monitorato molti paesi e abbiamo rilevato che la violenza sulle donne è ovunque e, malgrado gli sforzi, non c'è Stato che ha raggiunto a oggi risultati soddisfacenti in ogni settore contemporaneamente. Il lavoro da fare è ancora molto e va fatto in fretta. Il Consiglio d'Europa non si tirerà indietro perché i diritti delle donne sono diritti umani – in tutto il mondo.

Oggi come oggi le donne non dovrebbero essere solo "un tema alla moda di cui parlare". Tutti gli Stati dovrebbero offrire alle donne e alle ragazze pari diritti e strumenti per eliminare la violenza in maniera concreta, non meno.

 

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Rapporto Grevio

È del 13 gennaio 2020 il primo Rapporto delle esperte del GREVIO sull'Italia che descrive lo stato di applicazione della Convenzione di Istanbul in Italia e offre raccomandazioni per la sua piena realizzazione. In un comunicato stampa del Consiglio d'Europa, un gruppo di esperti sulla lotta contro la violenza nei confronti delle donne ha esortato le autorità italiane ad adottare maggiori misure per proteggere le donne dalla violenza. Pur accogliendo con favore l'adozione di nuove leggi innovative, in particolare in materia di stalking, congedi speciali retribuiti per le lavoratrici vittime di violenza di genere e sostegno agli orfani delle vittime, il rapporto indica che molto resta ancora da fare. L'uguaglianza di genere incontra ancora resistenze nel nostro paese ed emerge una tendenza a reinterpretare e riorientare la nozione di parità di genere in termini di politiche per la famiglia e la maternità.

Info: www.coe.int/it/web/portal/-/italy-more-measures-needed-to-protect-women-from-violence