A cura di Renato Sacco

L'Iraq, la guerra, il Papa e la speranza di una ricostruzione senza armi.

"In questi giorni passati in mezzo a voi, ho sentito voci di dolore e di angoscia, ma ho sentito anche voci di speranza e di consolazione. E questo è merito, in buona parte, di quella instancabile opera di bene che è stata resa possibile grazie alle istituzioni religiose di ogni confessione, grazie alle vostre Chiese locali e alle varie organizzazioni caritative, che assistono
la gente di questo Paese nell'opera di ricostruzione e rinascita sociale".
Segni e parole di papa Francesco in una terra intrisa di dolore e di violenze ma anche feconda di sogni e di speranze.

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Il viaggio di Francesco nella terra di Abramo. L'Iraq è luogo di conflitti e di guerre, di scontri e di armi, ma anche di dialogo e di incontri. Di speranza e di amicizia.

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Il viaggio del Papa in Iraq dal 5 all'8 marzo scorso è stato definito da qualcuno "dirompente". Sicuramente non uno dei tanti viaggi, certo, tutti significativi. Ma questa trentatreesima visita apostolica ha in sé tanti elementi che non possono e non devono essere dimenticati.

Qualifica Autore: Un Ponte Per

Dopo la guerra, dopo le violenze occidentali e di Daesh, il paese prova a rinascere. Racconto di un Iraq in ricostruzione.

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Nel mese precedente all’arrivo di papa Francesco in Iraq, forse per la prima volta nei nostri 30 anni di progetti e campagne di solidarietà in questo paese, molti giornalisti hanno chiamato in sede a Un Ponte Per chiedendo notizie sulla società e la cultura irachena, non su guerre e attentati.

Quarant'anni in guerra. Un paese violentato nelle viscere, minoranze etniche e religiose distrutte. Quale Iraq oggi e quali responsabilità dietro tanta violenza e distruzione?

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L'Iraq, che "seguiamo" dal lontano 1991, è terra cara per noi. Vi siamo legati per storia e per amicizie oramai pluriennali. Già dai tempi di don Tonino Bello che non ha risparmiato voci e condanne di violenze in occasione della prima guerra del Golfo.

Qualifica Autore: Giornalista, scrittrice

Nadia Murad, premio Nobel per la pace 2018, è tra le ispiratrici della visita del Papa in Iraq. Vendute come schiave, violentate, prigioniere, le donne yazide sono vittime di conflitti interni ed esterni. Sguardo sulle minoranze in Iraq.

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Esisteva un listino prezzi per le sabaya (schiave di guerra) vendute al mercato di Mosul dagli aguzzini dello Stato islamico (Isis). 

In dialogo con il musulmano Mohamed Bamoshmoosh e il Patriarca caldeo Louis Sako. Da Ur, la terra di Abramo, un invito alla fratellanza e al dialogo interreligioso.

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Il dialogo interreligioso è aspetto centrale della visita di papa Francesco. Abbiamo  chiesto  di condividere con noi le proprie riflessioni a: Mohamed Bamoshmoosh, responsabile culturale della comunità islamica di Firenze, e al card. Louis Sako, Patriarca caldeo di Baghdad.

Qualifica Autore: Storico ed esperto di geopolitica, vicepresidente e cofondatore di IRIAD www.archiviodisarmo.it

Chi arma gli iracheni? In un drammatico teatro di conflitti interni ed esterni, sono giunte nel territorio dell'antica Mesopotamia munizioni e armi di ogni calibro e portata. Oltre a una cospicua presenza militare.

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L'Iraq, nel cui territorio ricade l'antica Mesopotamia compresa tra i due fiumi Tigri ed Eufrate, la cui portata peraltro è oggi condizionata dal progetto turco GAP per l'Anatolia sud-orientale, vive da un trentennio in una situazione di endemica conflittualità.


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