A cura del Cipax, Centro Interconfessionale per la Pace

Una lettura plurale e interreligiosa dell'enciclica Fratelli tutti sull'amicizia sociale.

Le religioni di fronte alla pandemia riscoprono l'importanza della fratellanza e dell'amicizia sociale, il valore del bene comune e del dialogo.
Un Dossier che raccoglie voci di diverse culture e religioni. Per una sola umanità che metta al bando ogni forma di guerra e di violenza, che rifugga gli egoismi
e che riparta dalla solidarietà, dal dialogo e dai diritti. Perché siamo tutti sulla stessa barca. Fratelli e sorelle.

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Qualifica Autore: Teologo islamico, professore di studi islamici e di relazioni islamo-cristiane presso la Pontificia Università Gregoriana – Roma

La fratellanza come principio di nonviolenza. Una società civile e pacifica non ha posto per guerre e populismi di alcun tipo.

 

L'enciclica Fratelli tutti conferma e approfondisce il documento sulla Fratellanza umana, firmato dal Papa e il Grande Imam Ahmed al-Tayyeb, e lo supera in alcuni punti. I punti comuni tra i due testi sono tanti, tra cui l'importanza della piena cittadinanza; la rinuncia all'uso discriminatorio del termine "minoranza", affinché tutti siano cittadini uguali davanti alla legge e allo Stato; la condanna categorica della guerra e del terrorismo, con l'attribuzione alle religioni di una missione di pace e di nonviolenza, essendo esse, per definizione e per vocazione, "al servizio della fraternità nel mondo", o almeno tali dovrebbero essere.

Qualifica Autore: Pastora valdese

I poveri al centro. La guerra e la pena di morte al bando e la bellezza dell'amore politico. L'enciclica sulla fraternità e sororità è fondata su valori universali.

 

La prima osservazione sull'enciclica Fratelli tutti è che l'abbiamo letta subito, tutta d'un fiato appena pubblicata, ma indubbiamente ci vorrà tempo per essere meglio compresa e approfondita; si tratta infatti di un testo ampio e articolato che non solo richiederà un attento lavoro di studio, ma che solleva inoltre grandi interrogativi circa la sua "operatività".

La fratellanza che ci viene proposta non è fraternità contro, di breve respiro. È una fraternità da un cuore ampio, capace di accogliere tutti.

 

Inizio questa mio articolo ricordando l'amico Cesare Frassineti, un compagno di cammino del Cipax, col quale abbiamo condiviso momenti di fratellanza e di amicizia. Lui forse ha precorso i tempi parlando di un'economia di fraternità, con idee e valori che ritroviamo nell'enciclica "Fratelli Tutti": gli siamo debitori e lo sentiamo unito al nostro viaggio. E il suo ricordo irriga il nostro terreno della riflessione.

Qualifica Autore: Teologa musulmana

Un commento all'enciclica dalla terra d'Iran. Un appello a cogliere il sapore della poesia sociale contenuta nel testo e un invito ad aprirsi al mondo e all'unità.

 

Nel momento in cui scrivo sono in un luogo apparentemente lontano, ma anche molto vicino. Sono a Teheran, in Iran, e questo mi permette di raccontare ciò che io ho potuto cogliere nei due paesi, Italia e Iran, in ognuno dei quali ho trascorso la metà della mia vita. Sono onorata di chiamarmi "irano-italiana".

Qualifica Autore: Docente

Una nota sul linguaggio di Fratelli tutti. Un'enciclica creativa e diretta, evangelica e quotidiana. 

 

La scrittrice Dacia Maraini, sottolineando la differenza tra lingua parlata e lingua scritta, osserva che quella scritta è la lingua del pensiero, e per questo ha bisogno di ascolto, silenzio, tempi di acclimatazione e di confronto.

Qualifica Autore: Responsabile della Comunicazione della UISG

Un'enciclica da pregare e da contemplare. Dal dialogo all'amicizia sociale. Dall'accezione nuova di sottomissione all'invito alla conversione. Perché non è più il tempo di girare la testa dall'altra parte.

 

Ti prego, papa Francesco, non scrivere più documenti!

Vorrei dirgli queste parole mentre tengo in mano la sua ultima creazione. E non perché non li leggo volentieri, ma perché in realtà sono così densi, in particolare le tre encicliche che ci ha consegnato, che non abbiamo il tempo di digerirle, farle nostre, trasformarle in prassi nella Chiesa e nella società.


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