Cappellani sì. Militari no. Tra i pilastri di Mosaico di pace va considerata anche la campagna per la smilitarizzazione dei cappellani militari.

 

La smilitarizzazione dei "cappellani militari" è una questione aperta da tanto tempo. Un tema caldo che Pax Christi ha sollevato da molti anni, a cui Mosaico di pace ha dato voce.

Fin dal lontano 1995, in occasione del Convegno della Chiesa italiana a Palermo. Poi in occasione del 30° anniversario della morte di don Lorenzo Milani, del Congresso Eucaristico di Bologna (1997) e ancora nel novembre 1997, con un seminario di studio presso la Casa per la Pace a Firenze, promosso in collaborazione con il Centro Studi Economici e Sociali: "Cappellani militari oggi e... domani" (gli atti sono disponibili nel sito https://old.mosaicodipace.it/mosaico/a/38552.html).

In coscienza

Il 30 novembre 1997, nel comunicato stampa di Pax Christi a chiusura del Convegno "Cappellani militari oggi e… domani" si diceva: Ci si è rifatti alla storia recente del servizio religioso tra le Forze Armate e alle ripetute mozioni di Pax Christi per la revisione della fisionomia istituzionale del cappellano militare. Dopo un'ampia, animata discussione e dopo aver espresso apprezzamento per l'impegno pastorale di tanti cappellani militari, s'è ribadita la convinzione che la pur necessaria condivisione di vita che il cappellano deve avere con i giovani affidati alle sue cure più efficacemente potrebbe essere svolta da sacerdoti "senza stellette", cioè non inquadrati nelle gerarchie delle Forze Armate, sia per una maggiore libertà nell'annuncio evangelico, sia per una più chiara distinzione dei ruoli di fronte all'opinione pubblica. (…) In particolare si è puntualizzato il compito dei cappellani di approfondire e illustrare le condizioni per cui un cristiano può in coscienza partecipare alla vita militare, mantenendo la coerenza con il messaggio evangelico. Si è ribadita pertanto la necessità di un sempre maggiore impegno non solo della Chiesa presente tra le Forze Armate, di cui s'è riscontrata la disponibilità al dialogo, ma di tutta la Chiesa italiana per un cammino sempre più determinato sulla via della nonviolenza e della pace.

Ma già don Tonino Bello, intervistato da Panorama il 28 giugno 1992 sui cappellani militari, si dichiarava sensibile soprattutto ai costi relativi alla credibilità evangelica ed ecclesiale. Per lui era necessario mantenere un servizio "pastorale" distinto dal ruolo militare. "Accade già nelle carceri", osservava: "non si vede per quale motivo non potrebbe accadere anche nelle forze armate. Cappellani sì, militari no".

Nel dossier di Mosaico di Pace di novembre 2013, "Sacerdoti, padri e generali" sono intervenuti Giannino Piana, Vittorino Andreoli, il generale Fabio Mini, Paolo Naso e Rainer Schmid, pastore luterano in Germania. Nello stesso dossier veniva ricordato anche il vescovo Aldo Del Monte, già cappellano in Russia e poi vescovo di Novara, morto nel 2005. Lui stesso raccontava che gli era stato proposto l'incarico di ordinario militare, ma lo rifiutò,  motivando che un vescovo non può annunciare liberamente il Vangelo se ha le stellette.

Un altro appuntamento importante su questo tema è stata la giornata di studio che si è tenuta, sempre alla Casa per la Pace di Firenze, il 7 novembre 2015. "Pax  Christi incontra i cappellani  militari": Come conciliare Vangelo e stellette, coscienza e obbedienza a ordini militari e di guerra? Si può benedire una guerra (o 'missione di pace')? Perché una diocesi militare? E il comandamento non uccidere? E l'amore per il nemico? Come garantire assistenza spirituale ai militari? Si può pregare in guerra? In che modo? Con interventi del prof. Marco Giovannoni, docente di Storia della Chiesa presso Istituto Scienze Religiose di Arezzo, don Enrico Pirrotta, cappellano militare, direttore Ufficio Pastorale sociale dell'Ordinariato Militare e di don Renato Sacco, Coordinatore Nazionale di Pax Christi e parroco. "Senza far uso strumentale della storia – si legge nel comunicato finale – senza intenti di polemica fine a se stessa, Pax Christi chiede, nuovamente, che si ritorni a discutere sul ruolo dei cappellani militari, non per togliere valore alla presenza e all' annuncio cristiano tra quanti, soprattutto giovani, stanno vivendo la vita militare, ma per essere più liberi, senza privilegi e senza stellette".

Voci

Il direttore di Mosaico di pace, Alex Zanotelli, è ritornato sull'argomento in un editoriale del marzo 2018: Cappellani senza stellette? – Non è una buona notizia quella che ci arriva sui cappellani militari. È una doccia fredda sulle calde aspettative che nutrivamo in proposito. Con delibera dell'8 febbraio, il Consiglio dei Ministri  informa che è stato approvato "lo schema d'Intesa tra la Repubblica Italiana e la Santa Sede sull'assistenza spirituale alle Forze Armate". Purtroppo, in questa Intesa, "l'inquadramento, lo stato giuridico, la retribuzione, le funzioni e la disciplina" dei cappellani militari restano quasi le stesse di prima. Unica novità: la riduzione del numero dei cappellani degli attuali 204 a 162. Gli stipendi invece rimangono gli stessi." (…) Dopo anni e anni di contestazione dei cappellani militari sia da parte laica come da parte ecclesiale (preti e vescovi inclusi!), non riesco a capire come si sia arrivati a una tale Intesa. (…) Chiunque abbia deciso, una cosa mi sembra chiara: questa decisione è in chiaro contrasto con il magistero di papa Francesco contro la guerra e in favore della nonviolenza attiva. Ma è in contrasto soprattutto con il Vangelo, perché l'Intesa integra i cappellani nelle Forze Armate d'Italia sempre più impegnate a fare guerra "ovunque i nostri interessi vitali siano minacciati", come recita il Libro Bianco della Difesa della ministra Pinotti. È questo che è avvenuto nelle guerre in Afghanistan, Iraq, Libia. E per far ciò, il bisogno di armarsi fino ai denti, arrivando a spendere lo scorso anno in Difesa 25 miliardi di euro, pari a 70 milioni di euro al giorno. Tutto questo è in profondo contrasto con quanto ci ha insegnato Gesù. Per cui diventa una profonda contraddizione avere sacerdoti inseriti in tali strutture. Ma sono soprattutto i fedeli a scandalizzarsi nel vedere sacerdoti con le stellette con gradi di generale, maggiore, capitano e per di più pagati così profumatamente. È da anni che tanti cristiani continuano a chiedere ai vescovi che l'assistenza spirituale al personale militare sia data alla pastorale ordinaria e che il sistema dei cappellani militari venga soppresso. Fino a quando devono attendere? Come direttore di Mosaico di Pace, non per mia scelta, ma per volere di don Tonino Bello, aggiungo la mia voce al vasto movimento cattolico e laico che chiede la fine di questo scandaloso connubio fra Forze Armate e Chiesa…

Patrono

E pochi mesi prima era "scoppiato" un altro problema, anche se non direttamente legato ai cappellani militari: la decisione di scegliere san Giovanni XXIII "Patrono presso Dio dell'Esercito Italiano". In una lettera aperta del 22 settembre 2017, promossa da Pax Christi, con l'adesione di vescovi, preti e tante autorevoli persone della Chiesa italiana, e indirizzata al card. Robert Sarah, Prefetto della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti e al card. Gualtiero Bassetti Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, si legge: (https://www.paxchristi.it/?p%3D13273) "Noi, donne e uomini che crediamo nella costruzione della pace con mezzi di pace, intendiamo manifestarvi il nostro profondo disappunto di fronte alla dichiarazione di san Giovanni XXIII, papa, quale "Patrono presso Dio dell'Esercito Italiano"… Come può proprio lui, il Papa della Pacem in Terris, il Papa del Concilio Vaticano II e delle genti, l'uomo del dialogo… proteggere un corpo armato che, per sua natura, imbraccia mezzi di morte e distruzione? (…) La proclamazione di san Giovanni XXIII patrono della nonviolenza attiva sarebbe una scelta profetica per quanti si adoperano concretamente per la pace in un mondo minacciato da guerre e dalla corsa al riarmo". E la questione cappellani militari è ancora oggi un nervo scoperto.

 

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Mosaico di pace ha pubblicato diversi interventi e contributi su questo argomento, tra i quali suggeriamo la lettura del dossier "Sacerdoti, padri e generali", pubblicato in novembre 2013. Il dossier e altri articoli sono disponibili in www.mosaicodipace.it.