Qualifica Autore: Pax Christi International

La nonviolenza è uno strumento di politica attiva che propone strategie efficaci verso una pace giusta e sostenibile.

 

Non è tradire lo scopo ultimo di questa rubrica il decidere di dedicarla, per questo numero, alla pubblicazione di una prima parte di un importante Documento di Pax Christi International sulla nonviolenza e sulle sue potenzialità politiche:

la nonviolenza, quella che ispira i nostri passi e che orienta il nostro agire, è – potrebbe essere! – anche ispiratrice di politiche pubbliche che promuovano e sviluppino strategie nuove, capaci di garantire sicurezza e pace giusta, capaci di non voltar lo sguardo dai conflitti ma di affrontarli partendo da un'analisi accurata delle loro cause storiche. Pubblichiamo in queste pagine solo una primissima parte del Documento, per ragioni di spazio, ripreso integralmente nel sito di Mosaico di pace (cfr Qrcode oppure cercando nel nostro sito, www.mosaicodipace.it, la rubrica "Documenti").

Prefazione

In tutto il mondo, i nostri membri e partner hanno applicato il principio e la pratica della nonviolenza nel loro lavoro con le comunità e hanno sostenuto politiche che supportano le opzioni nonviolente. Con azioni coraggiose hanno contribuito alla trasformazione della violenza e dei conflitti in dialoghi per la pace e la giustizia. Dalla nostra fondazione, 75 anni fa, la nonviolenza è stata al centro del nostro lavoro, che va dalla formazione alla nonviolenza rivolta ai giovani all'organizzazione di incontri con i responsabili politici e i dirigenti della Chiesa sulla pratica della nonviolenza e la costruzione di una giusta pace (cfr. Documento sull'Iniziativa Cattolica di Nonviolenza chiede alla Chiesa e ai decisori delle politiche pubbliche di dare il primato ad approcci nonviolenti per trasformare i conflitti e proteggere le comunità vulnerabili: https://paxchristi.net/wp-content/uploads/2019/10/180528-nonviolence-position-paper-en-final.pdf).

La nonviolenza, che non è la stessa cosa del pacifismo (inteso solo come il divieto della violenza, mentre la nonviolenza è una forza attiva per la giustizia, la pace e la riconciliazione), è un approccio positivamente rispettoso della dignità e della vita, utilizza una vasta gamma di strumenti atti a prevenire, interrompere o ridurre la violenza: dalla diplomazia alla giustizia riparativa, dall'attuazione delle norme internazionali alla protezione delle comunità disarmate. Resta ancora molto lavoro da fare per promuovere la nonviolenza a livello politico. Anche se le opzioni nonviolente si sono dimostrate più efficaci nel guidare il cambiamento politico in tutto il mondo, gli investimenti in armi e la preparazione militare da parte dei governi sono aumentati (cfr. www.sipri.org) con la conseguenza di un'ininterrotta presenza della violenza e di conflitti violenti, mentre gli investimenti in strategie nonviolente sono relativamente trascurabili. Se non si verifica alcun cambiamento in questo pericoloso approccio, i ripetuti cicli di violenza continueranno a provocare enormi costi sociali. La pandemia da covid-19 dimostra chiaramente l'urgenza che i governi e le organizzazioni multilaterali scelgano la via della nonviolenza per raggiungere un ordine globale in cui una pace giusta, lo sviluppo sostenibile e la cura della nostra Casa comune siano la "nuova normalità". Attraverso questo Documento, si desidera invitare i responsabili politici, compresi i dirigenti della Chiesa che hanno ruoli influenti nei processi di politica pubblica, a unirsi alla nostra missione prendendo in considerazione, adottando, finanziando e implementando politiche che promuovano opzioni nonviolente in risposta a sfide sociali violente o potenzialmente tali. I responsabili politici dispongono già di un'ampia gamma di strumenti nonviolenti sviluppati e attuati da organizzazioni governative, regionali e internazionali, dalle Chiese e dalla società civile, ad esempio nel campo dell'intermediazione dei processi di pace, della formazione antirazzista per i giovani studenti e dei programmi di formazione sui diritti umani (per ulteriori esempi, cfr. Consiglio quacchero per gli affari europei, Costruire la pace insieme: http://www.qcea.org/peace/research-project/).

Il Documento definisce la nonviolenza e la Giusta Pace in relazione alle politiche pubbliche e presenta esempi concreti di strategie nonviolente efficaci e collaudate nel tempo in contesti specifici in tutto il mondo:

  • creazione di spazi per la società civile per esprimere opinioni attraverso azioni nonviolente – esempi dal Congo e dall'Iraq;
  • fine delle ostilità attraverso il cessate il fuoco - esempio dalle Filippine;
  • protezione le comunità attraverso l'azione di Corpi Civili di Pace (UCP) – esempi dalla Palestina e dal Sudan;
  • processo decisionale inclusivo in progetti estrattivi attraverso la partecipazione delle popolazioni indigene – esempio dal Perù;
  • prevenzione dei conflitti attraverso l'educazione alla pace e alla nonviolenza – esempi dagli Stati Uniti e dalla Francia;
  • iniziative per il disarmo nucleare attraverso un'efficace collaborazione tra gli Stati e la società civile che hanno portato al Trattato sulla proibizione delle armi nucleari.

In questo periodo denso di molteplici sfide sociali, tra cui i disordini civili raddoppiati nell'ultimo decennio (cfr: http://visionofhumanity.org/global-peace-index/civil-unrest-on-the-rise/), in qualità di soggetti politici dotati del potere di decidere vi trovate a un bivio.

Perché non investire in politiche e progetti che hanno dimostrato di portare stabilità e resilienza alle società piuttosto che sul perpetrarsi della violenza?

Le politiche che promuovono opzioni nonviolente non sono state sufficientemente messe all'ordine del giorno nel settore pubblico. Voi politici possedete la capacità di agire concretamente nei vostri ambiti di lavoro per sviluppare tali politiche e rendere disponibili i finanziamenti per portarle avanti in modo che possano contribuire alla costruzione di società più stabili e pacifiche. Inoltre, i politici hanno il mandato di ascoltare la società civile e Pax Christi International è pronta a collaborare, auspicando che questa pubblicazione induca a considerare la nonviolenza il valore fondamentale dell'azione politica.

Dare forma e sostanza a politiche pubbliche che promuovano la nonviolenza attraverso un'etica della Giusta Pace.

Le politiche pubbliche che sviluppano e promuovono strategie nonviolente sostengono anche misure innovative sul piano dell'umanizzazione dei rapporti, dell'interdisciplinarietà e dell'agire globale. Tali strategie affrontano meglio le sfide della pace e della sicurezza, in contrasto con l'uso o la minaccia della violenza. Le politiche che promuovono opzioni nonviolente aiuteranno perciò a trasformare i conflitti, a prevenire la violenza, a costruire una pace duratura nelle situazioni postbelliche, a promuovere il buongoverno e ad affrontare le cause profonde della violenza e dei conflitti ivi comprese le cause storiche alla radice della violenza diretta e strutturale. Aiuteranno a promuovere e a rafforzare la resilienza degli individui, delle famiglie, delle comunità e delle società e promuoveranno una pace giusta e sostenibile.

Nel tentativo di definire politiche che promuovano la nonviolenza, raccomandiamo ai responsabili politici di mettere in atto l'etica della giusta pace. Nel senso più profondo dell'accezione, con la locuzione giusta pace ci si riferisce a una pace positiva – non solo quindi all'assenza di violenza diretta, ma a una pace radicata nelle relazioni e in sistemi sociali in grado di rispettare la dignità di tutte le persone e della terra, la nostra Casa comune.

Un'etica della giusta pace è un insieme di norme pratiche che consentono alla società di ridurre la violenza e costruire e sostenere la pace. Tutto ciò offre un quadro di riferimento per considerare come tutta una serie di politiche e programmi nonviolenti, dall'intervento disarmato nei conflitti allo sviluppo sostenibile, funzionino insieme come parti di un sistema più ampio e organico, affrontando le cause profonde della violenza e sviluppando competenze nonviolente cruciali. Questo quadro invita inoltre alla partecipazione di tutti gli attori coinvolti, in particolare le donne, i giovani, le comunità indigene e i gruppi vulnerabili, maggiormente interessati dalla violenza istituzionale e dall'uso della forza violenta.

 

Settembre 2021

Traduzione a cura di Barbara Peruzzi

 

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I contenuti del Documento

Il Documento integrale è pibblicato anche nel sito di Mosaico di pace. Questi i suoi contenuti:

Capitolo 1: Prefazione

Capitolo 2: Dare forma e sostanza a politiche pubbliche che promuovano la nonviolenza attraverso un'etica della giusta pace

Capitolo 3: Creare spazi per la società civile nei quali esprimere opinioni attraverso azioni nonviolente

Capitolo 4: Fine delle ostilità attraverso il cessate il fuoco: esempio dalle Filippine

Capitolo 5: Proteggere le comunità attraverso la Difesa Civile Non Armata (UCP)

Capitolo 6: Processo decisionale inclusivo sui progetti estrattivi attraverso la partecipazione di persone indigene: esempio dal Perù

Capitolo 7: Prevenire i conflitti attraverso l'educazione alla pace e alla nonviolenza

Capitolo 8: Compiere passi verso il disarmo nucleare attraverso un'efficace collaborazione da parte degli Stati e della società civile che porti al Trattato sulla Proibizione delle Armi Nucleari