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Una borsa di studio offrirà a giovani la possibilità di vivere per sei mesi nel Villaggio nonviolento israelo-palestinese.

 

"In questa fase storica, operare per l'educazione al dialogo e alla gestione dei conflitti è quanto mai necessario. Neve Shalom Wahat al Salam è un'ottima palestra per mettersi alla prova e apprenderlo sul campo".

Sceglie queste parole Brunetto Salvarani, presidente dell'Associazione Italiana Amici di Neve Shalom Wahat al Salam, per presentare la terza edizione della borsa di studio bandita di recente dall'associazione.

La borsa – intitolata a Franca Ciccolo e Walter Ceruti, figure molto significative nella storia di questa realtà nata a Milano nel 1991 – offre a una giovane studentessa o studente italiani un tirocinio formativo di sei mesi al Villaggio di Neve Shalom Wahat al-Salam ("Oasi di pace" in ebraico e arabo - wasns.org), a partire da settembre-ottobre 2023.

Il Villaggio si trova su una collina a mezz'ora da Tel Aviv e da Gerusalemme. Oggi è abitato da ottanta famiglie, metà ebree e metà arabe, e rappresenta un modello unico di convivenza alla pari all'interno del conflitto israelo-palestinese. Fu fondato all'inizio degli anni Settanta dal domenicano Bruno Hussar, figura-chiave del dialogo ebraico-cristiano e costruttore di ponti tra i popoli e le fedi di quella regione.

Sulla base dei propri ideali, il Villaggio ha creato alcune istituzioni educative che lavorano per il dialogo, e il cui valore è riconosciuto a livello internazionale: la scuola primaria bilingue e binazionale (la prima sorta in Israele) e la Scuola per la pace (sfpeace.org). Quest'ultima dal 1979 porta giovani e adulti di entrambi i popoli a guardare in faccia gli "altri" – e se stessi – nel quadro delle dinamiche legate al conflitto, con l'obiettivo di prenderne coscienza e provare ad andare oltre.

Il tirocinante avrà modo di condividere la vita della comunità; di studiarne struttura e istituzioni educative; di sviluppare una propria tesi o progetto di ricerca. Potrà, soprattutto, vivere con gli altri volontari, provenienti da diversi Paesi, un'esperienza di lavoro interdisciplinare in un contesto decisamente speciale.

Lo testimoniano le due tirocinanti delle precedenti edizioni (2016 e 2019-2020). Così, ad esempio, Anita De Stasio: "Sono stati sei mesi intensi. Vivere e lavorare in un ambiente interculturale mi ha formata tanto. I primi giorni in ufficio rimasi affascinata dalla naturalezza con cui le persone parlavano indistintamente arabo, ebraico e inglese a seconda delle situazioni, o dai giorni di riposo diversi che ognuno di noi aveva in base alle proprie osservanze religiose. Erano cose semplici, ma che mi fecero sorridere e riflettere molto".

Il bando è rivolto a studenti e laureati entro i trent'anni di qualsiasi disciplina, con un forte interesse nel campo della pace e risoluzione dei conflitti. Sono richiesti un'ottima conoscenza della lingua inglese e la cittadinanza italiana (o documento che attesti la residenza in Italia, carta di soggiorno, permesso di soggiorno). La scadenza per le candidature è il 31 maggio 2023.

 

Bando e contatti:

www.oasidipace.org

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