Si è svolto a Roma il terzo appuntamento di Pax Christi International sulla nonviolenza attiva.
"Papa Francesco, la nonviolenza e la pienezza della Pacem in Terris": questo è il titolo del convegno tenutosi a Roma dal 5 al 7 dicembre a Roma, organizzato da Pax Christi International per chiedere un'enciclica sulla nonviolenza attiva a papa Francesco.
L'Iniziativa Cattolica per la Nonviolenza ha iniziato la sua attività nel 2016, con una prima conferenza svolta a Roma, in collaborazione con il Pontifico Consiglio di Giustizia e Pace del Vaticano. Una seconda conferenza si è poi tenuta sempre a Roma, nel 2019 e la più recente è stata, quindi, la terza iniziativa con cadenza triennale.
I partecipanti sono convenuti da tutto il mondo, Africa, Sud e Centro America, Asia. Fra gli altri erano presenti i co-presidenti dell'Internazionale Wamuyu Wachira e Marc Steinger, oltre ad alcuni vescovi Presidenti come Stowe dagli Usa, dalle Filippine e il nostro presidente Giovanni Ricchiuti. L'evento è stato organizzato con la Commissione Giustizia e Pace dell'Unione dei Superiori Generali e l'Unione Internazionale Superiore Generali Usg-Uisg.
L'incontro ha alternato relazioni con panel di discussione e lavori di gruppo. Per l'Iniziativa Cattolica per la Nonviolenza, hanno proposto riflessioni Ken Buttigan e Eli McCarthy. Il primo, esperto di divulgazione delle pratiche nonviolente, è autore di libri importanti, fra cui un manuale dal titolo "From Violence to Wholeness: A Ten Part Program in the Spirituality and Practice of Active Nonviolence". Il secondo ha esposto i termini principali di una personale riflessione che conduce da alcuni anni su quella che lui ha nominato "Pace Giusta". In una delle sezioni organizzate in forma di panel, è intervenuto monsignor Ricchiuti. Momenti di grande partecipazione sono stati i gruppi di lavori.
Alcuni relatori esterni hanno arricchito notevolmente i contenuti del convegno. Significativamente sono state due le donne invitate: Emilse Cuda, Nathalie Bequart. Cuda ha rimarcato come la povertà strutturale determina la necessità nei giovani, come in America latina, di legarsi a gruppi criminali che controllano i territori. Imputare loro le conseguenze della violenza, è una violenza ancora maggiore del mondo ricco rispetto alle periferie. Becquart, incaricata della gestione del Sinodo sulla sinodalità, ha messo in evidenza la risposta dei credenti di tutto il mondo che dichiarano si sentirsi per la prima volta veramente interpellati dalla Chiesa centrale.
I gruppi africani da Congo, Sudan, Kenya e Uganda hanno sottolineato la necessità di educare i giovani, spesso vittime di violenza, all'amore per se stessi e per la loro terra. In Uganda è attivo, ad esempio, un programma molto promettente al riguardo. I gruppi sudamericani hanno denunciato i continui danni dell'estrattivismo, tipo la contaminazione dell'acqua e dei campi. Ci sono anche speranze, come gli accordi recenti fra Messico e della Colombia. Infine, esempi di educazione alla nonviolenza sono giunti dai gruppi mediorientali in Libano e Palestina.
Il risultato dei lavori sarà elaborato e diffuso sul sito dell'Iniziativa Cattolica per la Nonviolenza. È infatti intenzione dei promotori di inviare una richiesta al Papa. Una pronunciazione esplicita sulla nonviolenza attiva, che già permea le encicliche Fratelli Tutti e Laudato Si', è ritenute necessaria per dare forza a coloro che nel mondo si confrontano con la violenza strutturale, culturale e diretta ma anche per fornire loro nuovi efficaci strumenti.
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Per approfondire
https://nonviolencejustpeace.net/resources/
https://www.paxchristi.it/?p=18683
https://www.paxchristi.it/?p=20590