Dedicato a don Luigi Bettazzi, operatore di pace e protagonista del Concilio e della Chiesa dei poveri.

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Era soltanto don Luigi, per tanti. Un camminatore instancabile sui sentieri del dialogo e della pace, quella vera, disarmata, senza sangue né violenza. Ricordarlo proprio in questi giorni restituisce voce al nostro sogno di un "cessate il fuoco" e "mai più la guerra".

In occasione del 25° anno di episcopato di don Luigi Bettazzi, don Tonino scrive questa riflessione dipinta di luce.

 

Non credo che per lui ci sia stato "un certo momento". Una caduta da cavallo, tanto per intenderci. Una di quelle folgorazioni, cui sono spesso riconducibili certe scelte radicali che segnano la vita umana con un marchio di origine controllata e la etichettano per l'eternità.

La Chiesa dei poveri innanzitutto. Anzi, una Chiesa povera.

 

Nel Concilio Vaticano II s'era introdotto il tema della Chiesa dei poveri. Ne aveva parlato, verso la fine del primo periodo, il card. Lercaro, dicendo che il povero è una delle presenze di Gesù Cristo nella Chiesa dopo l'Eucarestia e la gerarchia.

Quale visione ecclesiologica e teologica nelle parole di don Tonino? La Chiesa-comunione, al servizio dei poveri e dipinta di profezia. Proprio come annunciava il Concilio Vaticano II.

 

Per chi legge oggi gli scritti di mons. Tonino Bello, così come per chi ebbe la ventura di ascoltarlo, ciò che risalta è l'ispirazione teologica alla base di ogni suo discorso e suo pensiero. Questo sembrerebbe ovvio quando trattava problemi di Chiesa, dal momento che "Chiesa" è già di per sé un tema teologico. Eppure, troppo spesso questo medesimo tema viene affrontato sul piano sociale o, come si suol dire, "apologetico", cioè sul piano polemico della giustificazione delle proprie posizioni di fronte a chi le attacca o le ignora.

Il Medio Oriente dopo la guerra nel Golfo.

 

Luigi Bettazzi, presidente emerito di Pax Christi internazionale, si è recato in missione umanitaria in Medio Oriente dall'1 al 12 marzo 1991. Ha visitato Amman e Baghdad documentandosi sui danni prodotti dalla guerra, soprattutto sugli uomini e sulle comunità, e portando una concreta solidarietà, per incarico del coordinamento degli obiettori alle spese militari.

La Chiesa del grembiule e il servizio: don Tonino, la sua appartenenza alla Chiesa, il popolo di Dio e i poveri.

 

Mons. Bello – don Tonino, come amava chiamarsi ed essere chiamato – amava la Chiesa. Amava la Chiesa come la grande famiglia di Dio, dove ci deve essere anche chi autorevolmente ha la funzione di farla crescere e di guidarla, ma con l'atteggiamento del servizio, secondo la precisazione di Gesù che "tra voi chi è più grande dev'essere colui che serve" (Lc 22,26).

L'unità politica dei cristiani dovrebbe giocarsi trasversalmente nel progetto di una società solidale. Un ruolo politico, dunque, non di potere.

 

Fra le tante esternazioni del Presidente della Repubblica una, tempo fa, ha voluto precisare che l'unità dei cattolici in politica non ha più senso, che i cattolici non sono più tenuti a votare per un solo partito. Il parere dell'on. Cossiga va ascoltato con rispetto, data la qualifica che egli riveste, soprattutto quando non si lascia andare a distribuire titoli o a giocare meschinamente sui cognomi. Ma, a dire il vero, come non per lui necessario che i cattolici scegliessero il partito per cui votare, credo che non sia lui a sciogliere i cattolici dal loro impegno politico.

Riproponiamo l'articolo di don Luigi scritto per il primo numero di Mosaico di pace.

 

Dai quattro angoli della Geografia, che sono poi anche i quattro angoli della Storia, un invito per un viaggio simbolico nella globalità. Una mappa in cui fare incontrare l'impegno alla lotta contro l'ingiustizia e un nuovo atteggiamento di servizio, una nuova classe politica e il superamento della dipendenza totale. Gli interlocutori? I poveri di oggi e l'umanità di domani.

L'impegno di Pax Christi affonda le sue radici in una storia di disarmo, vicinanza ai popoli dei Sud del mondo, incontri e reti con Chiese e testimoni: la parola a chi Pax Christi Italia l'ha vista nascere.

 

Pax Christi è nata, come si sa, in Francia, dopo la fine della Seconda guerra mondiale, come movimento di riconciliazione tra due popoli cristiani, il francese e il tedesco. E poiché era nato come conseguenza di un'iniziativa di preghiera a questo scopo, ebbe un'impronta di spiritualità all'interno della Chiesa (favorita dal presidente internazionale, il card. Feltin, arcivescovo di Parigi e prevalente a lungo nella sezione francese del movimento). Dopo la Pacem in terris e il Concilio, con la presidenza dell'arcivescovo di Utrecht, card. Alfrink, Pax Christi s'è aperta ai problemi concreti della pace e della guerra, impegnandosi sul tema del disarmo, come fondamentale per un cammino concreto di pace.

Uno sguardo all'evento che ha rappresentato il volto di una Chiesa umana, solidale, aperta, proiettata nel futuro. Quel guizzo di rinnovamento che attende ancora una sua attuazione.

 

Una delle domande che mi sento fare, quando giro per l'Italia a parlare del Concilio Vaticano II come uno degli ultimi superstiti membri, è se il Concilio è già stato attuato o sia stato bloccato, o quantomeno sia finito per esaurimento. E rispondo con la frase classica: "Già e non ancora!".

Pace e guerra nel Concilio Vaticano II. Dai documenti del Magistero alla possibilità che ogni persona approfondisca il tema della nonviolenza attiva come l'unica via per una vera pace.

 

Il problema della pace e della guerra fu uno dei più presenti al Concilio Vaticano II, soprattutto nella discussione su "La Chiesa nel mondo contemporaneo" (Costituzione Gaudium et spes). Il problema della pace risulterà tra quelli più urgenti da affrontare per la Chiesa e per i cristiani nel mondo d'oggi, così come lo è stato nel mondo di sempre.

Un vescovo parla ai giovani. Di Concilio e di cambiamenti. Di freschezza necessaria e di impegno.

 

Cari giovani, non meravigliatevi se vi scrive un quasi novantenne. Ho avuto la fortuna (la grazia!) di partecipare come giovane vescovo al Concilio Vaticano II (la grande Assemblea di tutti i vescovi del mondo, iniziata l'11 ottobre 1962) e sento il compito di richiamarne il valore, per la Chiesa cattolica per il mondo. Mi affido alla vostra comprensione e... fantasia (nell'ultimo libro "Il Concilio, i giovani", ho dovuto aggiungere, per correttezza, "e popolo di Dio").

Qualifica Autore: Giornata mondiale della pace

Tutto nacque a Sotto il Monte. 50 anni di Giornate mondiali per la Pace.

 

Quando, nel 1968, il Segretario della CEI, il vescovo Pangrazio, mi chiamò a Roma per propormi la presidenza della sezione italiana di Pax Christi ("Sei il più adatto" mi disse, e seppi poi che altri cinque vescovi avevano rifiutato, in quei tempi di rivoluzione giovanile), cercai di raccogliere i rappresentanti di alcuni gruppi ancora in vita (diversi in Piemonte, dove era iniziato il movimento, altri a Milano, Firenze, Siena, Roma e nel Veneto), che radunammo a Milano con sedute frequenti, per ridare un volto a Pax Christi, dopo un tempo in cui era quasi diventato collaterale alla destra della DC.

La nonviolenza attiva ha radici profonde nel Vangelo. È espressione del mistero trinitario e caratteristica della vita di Gesù.

 

La nonviolenza attiva è uno dei test più significativi per i cristiani. È stato, infatti, il centro della testimonianza di Gesù, Dio fatto uomo per insegnarci che, mentre la spinta perversa – quella che deriva dal peccato d'origine – porta il nostro io a ergersi al di sopra di Dio e degli altri, l'amore – che è la realtà, perché Dio è Amore – si esprime come accoglienza e come donazione.

Qualifica Autore: presidente Centro Studi Eeconomico-Sociali per la Pace di Pax Christi Italia

Cosa sta accadendo in Terrasanta? Per andare oltre le fake news e i silenzi mediatici, rileggiamo la Storia.

 

Da più di venti anni la Campagna Ponti non Muri di Pax Christi Italia segue la vicenda palestinese da vicino. In questi anni abbiamo fatto viaggi, incontrato persone, fra cui molti israeliani di ogni credo, e visto con i nostri occhi quale sia la reale situazione sul campo. Abbiamo aperto e alimentato un sito internet, Bocchescucite, e abbiamo fatto divulgazione tramite incontri pubblici e nelle scuole. Abbiamo organizzato giornate di approfondimento, in coincidenza con la Giornata Onu per i diritti del popolo Palestinese del 29 novembre, che questo anno si terrà a Bologna sabato 2 dicembre.

A cura della Redazione

Don Luigi Bettazzi, nella sua lunga e feconda esistenza, ha superato frontiere, attraversato Paesi e oceani, mediato conflitti. È stato protagonista profetico e nonviolento di eventi e storie diverse in politica, nella Chiesa, nella società. In queste pagine, persone che hanno camminato con lui lungo la strada dell'impegno e del servizio, ne tracciano un profilo. Colorato e composto di tasselli diversi come un mosaico.
Un profilo che parla all'oggi ed è proteso al futuro.

 

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