La Rete sinodale italiana: tre anni di cammino insieme.
Quando, nel 2021, sono stati indetti i due Sinodi, della Chiesa universale e di quella italiana, diverse associazioni cattoliche "di base" si sono sentite chiamate all'azione e hanno dato vita a una rete sinodale, inizialmente di una quindicina di sigle, poi cresciuta fino a contarne una trentina, alcune delle quali a loro volta reti di associazioni.
Le grandi aree rappresentate sono quelle dei gruppi donne, delle associazioni di persone LGBT e dei loro genitori, delle sigle pacifiste. Ci sono poi testate giornalistiche, le Comunità cristiane di Base, i preti operai, associazioni locali e gruppi informali.
A maggio e poi a ottobre 2021 abbiamo inviato due lettere ai "fratelli vescovi" italiani, per chiedere che il percorso sinodale fosse il più aperto, inclusivo e partecipativo possibile e che per la fase deliberativa venisse creata un'Assemblea nazionale, costituita da tutte le componenti ecclesiali, con una significativa attenzione alla componente femminile e una presenza ecumenica.
Documenti
Nel 2022 abbiamo lavorato secondo la modalità degli incontri online, rivolti ai membri delle nostre associazioni e aperti al pubblico; dagli spunti raccolti abbiamo tratto documenti da inviare alle segreterie dei due Sinodi, sottoscritti liberamente dalle associazioni della Rete che volessero aderirvi.
Nel primo documento abbiamo sottolineato che, riguardo alle persone LGBT, c'è un grande bisogno nella Chiesa di formazione degli operatori pastorali e di tutta la comunità dei credenti e abbiamo chiesto la benedizione delle coppie cattoliche omoaffettive e un cambiamento della dottrina: non ci sono "atti di omosessualità intrinsecamente disordinati", ci sono le persone con la loro dignità, i loro amori e la loro sessualità, dono di Dio.
Nel secondo documento, intitolato Lena la balena. Una Chiesa di sconfinamenti, a partire dall'illustrazione di un calendario ecumenico abbiamo provato a immaginare, anche con l'aiuto di mons. Derio Olivero e del pastore Gianni Genre, una Chiesa-balena che si liberi dalle proprie pesantezze e provi a sconfinare.
Abbiamo scritto che solo se sapranno parlare a una voce, le Chiese saranno ancora credibili, che l'ospitalità eucaristica è un'urgenza non più rimandabile, che è tempo di creare Consigli di Chiese regionali e un Consiglio nazionale delle Chiese, come spazi stabili di incontro e confronto in cui camminare insieme tra Chiese sorelle.
Il terzo documento, Ma lei gli replicò, steso dai gruppi donne della Rete, prende le mosse dalle parole del Vangelo di Marco che annunciano la "conversione" di Gesù, nello straordinario dialogo con la donna siro-fenicia. Dopo aver incontrato donne che occupano ruoli di guida delle comunità e svolgono ministeri – Lidia Maggi, pastora battista; Sandra Schnell, responsabile parrocchiale in Germania; Gigliane Leite, "diacona" brasiliana – abbiamo individuato quattro parole-chiave: exousia – quando il "replicare" genera; autorità – quando chi è preposto "autorizza", cioè rende le persone autrici della propria vita e vocazione; potere - quando la potestas si fa servizio; comunione - quando la gerarchia genera partecipazione.
Nel 2023 abbiamo scritto una lettera di solidarietà alla Presidenza del Cammino sinodale della Chiesa tedesca, partito dallo scandalo degli abusi e poi articolato in quattro forum: poteri nella Chiesa, la vita del prete, il ruolo delle donne, la morale sessuale. L'Assemblea sinodale, modello virtuoso nella sua composizione paritaria fra vescovi e laiche/i, ha deciso di istituire un Comitato sinodale misto laiche/i-vescovi per la formazione di un Consiglio direttivo parimenti misto: il Vaticano ha bloccato il progetto.
L'anno scorso abbiamo lavorato secondo la modalità dei "cantieri" proposti dal Sinodo italiano: il cantiere Giustizia-pace-creato ha proposto il documento Uscire dal sistema di guerra. La nonviolenza in azione per pace, giustizia e cura della Casa comune, con la richiesta di uscire dalla corsa al riarmo e dal possesso delle armi nucleari, dal sistema delle banche armate, dal precariato e dalle discriminazioni, anche di genere; dal sistema degli scarti di religiosi e religiose che hanno abbandonato; da attività non sostenibili per l'ambiente, dal consumo dei suoli e dall'abbandono dei terreni coltivabili; dal dominio patriarcale e predatorio sui corpi, sulle coscienze e sui beni comuni.
Il cantiere Eucarestia ha prodotto il documento Emmaus, dell'eucaristia che è celebrazione della Vita donata, che contiene alcune proposte per una più partecipata e rinnovata celebrazione dell'eucaristia, nel linguaggio e nei gesti, ricordando che il soggetto celebrante è l'assemblea come comunità sacerdotale. Apparecchiare la tavola della cena durante la celebrazione eucaristica, con del vero pane e del vino, sarebbe un modo per riappropriarci del suo significato laico e universale. Passi possibili nell'eucaristia, per una "partecipazione attiva", sarebbero una/un ministra/o dell'accoglienza alle porte della chiesa, l'omelia preparata durante la settimana da un gruppo di parrocchiane/i, un "Credo" che racconti la fede per l'oggi.
Il cantiere Ministeri e ministerialità, composto da quasi tutti i gruppi donne della Rete, ha realizzato non un documento scritto, ma un video di 25 minuti, con gli apporti della pastora battista Cristina Arcidiacono, del teologo liturgista Andrea Grillo, della sociologa Paola Lazzarini, membro della Rete. Abbiamo riletto l'episodio dell'unzione di Betania come riconoscimento da parte di Gesù della potestas della donna che lo unge. Se la Chiesa è come un corpo, con le sue diverse membra, le traduzioni sessiste (Febe che da "diacona" diventa "a servizio" della chiesa di Cencre) hanno condotto la Chiesa ad avere un corpo a metà. La pratica delle comunità ci racconta che ad essere fondamentali sono ministeri non riconosciuti ufficialmente, rivolti alla cura delle persone e delle relazioni, in una Chiesa tutta ministeriale.
Lo scorso febbraio abbiamo scritto alla CEI e al Vaticano una Lettera aperta sui cappellani militari, perché l'assistenza spirituale al personale militare venga assicurata da cappellani "senza stellette", non inquadrati nelle Forze armate.
Quest'anno abbiamo lavorato insieme, soprattutto gruppi donne e gruppi LGBT, a un unico documento, Come ad esempio. La realtà è superiore all'idea: dopo aver letto la Relazione di Sintesi della prima sessione del Sinodo sulla sinodalità, abbiamo voluto ripartire dalla realtà di Chiesa come comunione di donne, uomini e persone non-binarie che condividono la stessa fede e la stessa dignità battesimale, per smascherare le narrative che mettono al centro modelli e dimenticano le persone; che indicano categorie che vanno "accompagnate" anziché riconoscere l'accompagnamento reciproco; che propongono un unico paradigma di famiglia ignorando tutti gli altri; che non condannano la piaga degli abusi psicologici, spirituali e sessuali, di potere ed economici, comprese le terapie riparative per le persone LGBTIQ+. Servono cambiamenti strutturali per realizzare concretamente la "partecipazione" e la "corresponsabilità", per declericalizzare e desacralizzare la ministerialità, ripensandola da capo a partire dai bisogni e dalle risorse delle comunità ecclesiali, così com'è stata nelle prime comunità cristiane.
A giugno abbiamo scritto una Lettera di solidarietà alle sorelle e ai fratelli LGBTIQ+ dopo le parole gravissime che sarebbero state pronunciate dal Papa alla presenza dei vescovi italiani, nel discorso in cui confermava il suo no all'accesso ai seminari da parte di persone omosessuali.
A ottobre, a Roma, abbiamo organizzato una conferenza stampa con Marinella Perroni (CTI - Coordinamento Teologhe Italiane), Paola Lazzarini (Donne per la Chiesa) e Rosario Lo Negro (Progetto Giovani Cristiani LGBT), per far conoscere il nostro percorso e le nostre prospettive.
Stiamo preparando per il prossimo febbraio/marzo un'assemblea in presenza, per poterci finalmente trovare dal vivo dopo tanto lavoro insieme virtuale, e per rilanciare a un pubblico più ampio le nostre richieste. Continueremo a essere Rete, in cui restano impigliati i sogni di una Chiesa più equa, più inclusiva: più evangelica.
====================
Per approfondire
Per contatti con la Rete: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Info: https://www.cdbitalia.it/2024/05/15/rete-sinodale-come-ad-esempio/