Dal perdono al disarmo unilaterale. Perché la vita è un dono.

 

Oggi anche il mito della legittima difesa sta tramontando. La difesa della patria è necessaria; ma che tipo di difesa? Difesa violenta o difesa nonviolenta? Ho detto che sarebbe ingeneroso verso tutti doversi attardare sul tema della difesa popolare nonviolenta. Ma la legittima difesa rimane sempre; chiaro che uno si deve difendere. Quello che proponiamo è forse una cultura che sta ancora agli stadi germinali e che bisognerebbe incoraggiare. Quello che invece vogliamo escludere è la difesa violenta.

Si parlava anche dell'obiezione fiscale che equivarrebbe a un disarmo unilaterale. Ma il disarmo unilaterale non ci deve far aggrottare le sopracciglia. Siamo anche in linea con il Vangelo. Quando non si riesce a fare il disarmo bilaterale, bisogna avare il coraggio profetico di proporre il disarmo unilaterale.

Probabilmente per la Chiesa il crinale di profezia più aperto che le rimane oggi, è quello di annunciare il disarmo unilaterale. In fondo a livello personale il perdono che cos'è se non il disarmo unilaterale? Quando Gesù è stato percosso su una guancia, ha girato l'altra e ha detto: "Se ho parlato male, dimmelo: se ho parlato bene perché mi percuoti?". Quello è rimasto incenerito da simile risposta.

Il perdono è una forma di disarmo unilaterale. Ci viene proposto dal Signore a livello singolo. Io non so perché, quando si fa il passaggio a livello comunitario, non bisogna applicarlo.

[…] Tutte le violenze nei confronti dell'uomo vanno combattute, ostacolate.

Ho scritto una preghiera proprio nel giorno della Giornata della vita intitolata: "Dammi, Signore, un'ala di riserva", ve la leggo:

Voglio ringraziarti Signore, per il dono della vita;

ho letto da qualche parte che gli uomini hanno un'ala soltanto:

possono volare solo rimanendo abbracciati.

A volte, nei momenti di confidenza,

oso pensare, Signore, che tu abbia un'ala soltanto,

l'altra la tieni nascosta,

forse per farmi capire che tu non vuoi volare senza di me;

per questo mi hai dato la vita:

Perché io fossi tuo compagno di volo,

insegnami, allora, a librarmi con Te.

Perché vivere non è trascinare la vita,

non è strapparla, non è rosicchiarla,

vivere è abbandonarsi come un gabbiano all'ebbrezza del vento,

vivere è assaporare l'avventura della libertà,

vivere è stendere l'ala, l'unica ala,

con la fiducia di chi sa di avere nel volo

un partner grande come Te.

Ma non basta saper volare con Te, Signore,

tu mi hai dato il compito di abbracciare anche il fratello e aiutarlo a volare.

Ti chiedo perdono, perciò, per tutte le ali che non ho aiutato a distendersi,

non farmi più passare indifferente vicino al fratello che è rimasto con l'ala, l'unica ala,

inesorabilmente impigliata nella rete della miseria e della solitudine

e si è ormai persuaso di non essere più degno di volare con Te.

Soprattutto per questo fratello sfortunato

dammi, o Signore, un'ala di riserva.

 

 

Antonio Bello, Scritti di pace, vol. 4, ed. Mezzina 1997

 

 

 


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