Qualifica Autore: presidente del Cipax

Viaggio nelle reti e nelle associazioni di ebrei per la pace.  

 

Occultate, attaccate da media e comunità istituzionali, sono molte le voci ebraiche impegnate per la pace che chiedono il Cessate il fuoco a Gaza e in Libano, e una soluzione giusta. Sono posizioni coraggiose cui, proprio per la nostra vicinanza al popolo palestinese, dobbiamo riconoscenza per l'ostracismo che subiscono nell'esporsi.

Impossibile un elenco completo. In Italia, dopo Moni Ovadia, diversi intellettuali ebrei, tra cui Gad Lerner, hanno espresso un appello dal titolo significativo "Mai indifferenti". Altri gruppi sono collegati a livello europeo e internazionale. Accanto alla Comunità ebraica progressiva Beth Hillel, aderente alla Federazione italiana ebraismo progressivo e alla European Union of Progressive Judaism, esistono e operano altre comunità, ciascuna con peculiarità proprie ma con un unico intento: perseguire la pace.

Su posizioni politiche marcate, anche se diversificate all'interno, agisce il Laboratorio Ebraico Antirazzista, "un laboratorio antifascista, transfemminista e intersezionale. Uno spazio eterogeneo e orizzontale dove affrontare la questione israelo-palestinese, a partire dall'opposizione alle politiche di occupazione dei territori palestinesi", che aspira ad uno Stato con uguali diritti per tutti i suoi cittadini, al di là del credo religioso, così da contrastare l'antisemitismo e l'islamofobia. LƏA ha aderito alla European Jewish for Palestine, presentata al Parlamento UE il 3 ottobre, Capodanno ebraico.

Si tratta di più di 20 gruppi di vari Paesi che affermano: "Il nostro ebraismo lo costruiamo con i ponti. E proprio perché siamo ebrei, fieri della propria storia, figli e nipoti di sterminati e perseguitati, siamo in modo inequivocabile con il popolo palestinese". E chiedono "uguali diritti per tutti nella Palestina storica dal fiume Giordano al Mar Mediterraneo". L'economista italiano Giorgio Gomel è presidente della sezione europea di Alliance for Middle East Peace, oltre 100 ONG israelo-palestinesi che operano congiuntamente in ambito sanitario, e aderisce a J'Call, European Jewish Call for Reason, che "nel legame indissolubile con lo Stato di Israele (…) aspira(no) alla pace in Medio Oriente basata su un accordo tra israeliani e palestinesi in base al principio due popoli, due Stati".

Molto più forte di quanto si pensi è l'opposizione in Israele. Gli obiettori di coscienza, ad esempio; ragazzi e ragazze che, con grande coraggio, rifiutano il servizio militare, e raccontano di aver preso coscienza che quello che sono chiamati a fare non fa il bene di nessuno e non è giusto. Affrontano il carcere e lo stigma sociale, ma pubblicizzano la loro scelta anche all'estero, se possono, "per portare concretamente una parola di pace e di giustizia".

Ci sono, poi, le esperienze storiche di Nevé Shalom, "Oasi della pace", un villaggio dove vivono insieme circa 50 famiglie di arabi palestinesi e ebrei israeliani, per dimostrare che la convivenza è possibile, e Parents' Circle, genitori che hanno perso un familiare nel conflitto, ma non vogliono più alimentare "il cerchio senza fine della violenza" e desiderano che "i loro figli crescano in pace". Anche il gruppo Standing Together, con una forte componente giovanile, è impegnato nella diffusione della cultura dell'incontro e organizza grandi eventi pubblici: "Audaci nella fraternità. Osiamo la fraternità. Contagiamo il mondo di fraternità".

Ma è proprio negli Stati Uniti che la presenza di voci critiche è stata più consistente, si può quasi dire che la comunità si sia spaccata. Il mondo giovanile ha partecipato da protagonista alle proteste nei campus e alle manifestazioni, subendo spesso una forte repressione. E anche molti rabbini, perfino conservatori sul piano religioso, hanno messo in scena proteste ai limiti della disobbedienza civile, come l'ingresso al Campidoglio, subendo arresti. Jews against Genocide e soprattutto Jewish Voices for Peace sono i coordinamenti più attivi. Quest'ultimo ha manifestato bloccando l'accesso di Wall Street all'inizio di novembre. Un quadro articolato che sarà un punto fermo se mai si aprirà una via di pace.

 

 

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Per approfondire

Tutti i gruppi citati si possono seguire sui loro siti e sulle loro pagine Facebook. Per approfondire la situazione in Israele: 

Pietro Frenquellucci, Israeliani contro. La battaglia per i diritti umani dei palestinesi, Leg 2023.

Nel sito di Mosaico di pace, nella sezione Mosaiconline, è possibile leggere l'appello Mai indifferenti e informazioni sul Laboratorio Ebraico Antirazzista.

 

 

 

 


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