Le proteste degli studenti nelle università, le denunce e la solidarietà alla Palestina.

 

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"Al fratello che lavora in una fabbrica di armi": più che ami attuali le parole rivolte a chi lavora nel settore bellico.

 

Caro operaio, non si direbbe. Ma scrivere a te, che con altri ottantamila compagni di lavoro strappi la vita in una delle trecento fabbriche di morte disseminate in Italia, è più difficile che scrivere al Sottosegretario della Difesa.

Si, perché a protestare sulla produzione delle armi con i funzionari delle cancellerie diplomatiche, male che vada, ti tiri addosso solo un po' di compatimento e qualche sorriso divertito sulla tua ingenuità.

Ti diranno, ammiccando, di apprezzare molto i tuoi vaporosi aneliti di pace, ma che poi bisogna saper stare con i piedi per terra.

Ti faranno intendere con eleganza che a un vescovo si addice meglio tracciare benedizioni solenni, piuttosto che impicciarsi di fabbriche di armi e dei relativi traffici clandestini.

Qualifica Autore: monaco di Bose

La guerra di Gaza ha fatto irruzione nelle Università: le proteste studentesche si sono diffuse dai campus statunitensi agli atenei europei con richieste precise (disinvestimento, sospensione di accordi e di partecipazione a bandi di concorso, boicottaggio delle Università israeliane…); il corpo docente si unisce, in molti casi, alle proteste degli studenti o firma appelli con richieste simili.

Il conflitto di Gaza sta facendo emergere ciò che avviene in modo subdolo: l'ingresso dell'industria delle armi nell'Università (la fondazione Med-Or di Leonardo) con progetti tecnologici e scientifici dual use e il controllo delle stesse da parte di finanziatori e donors privati (come per le Università statunitensi). Il rischio è la resa senza condizioni a interessi esterni, quelli delle aziende soprattutto, che, con la scusa degli sponsor, guardano ai profitti. A ciò si può aggiungere il silenziamento del dissenso nelle Università israeliane.

Plastic free e Seconda chance unite per l'ambiente e l'inclusione sociale.

 

Coniugare la tutela dell'ambiente con le opportunità di reinserimento per i detenuti. Nascono così gli appuntamenti organizzati da Plastic Free Onlus, l'organizzazione impegnata dal 2019 nel contrastare l'inquinamento da plastica che vanta oltre 1.000 referenti e più di 250mila volontari in tutta Italia, e Seconda Chance, associazione del Terzo Settore che fa da ponte tra carceri e aziende per creare occasioni di reintegro nella società. Tutto è iniziato dall'incontro di un anno fa tra Lorenzo Zitignani, direttore generale di Plastic Free Onlus, e Flavia Filippi, fondatrice di Seconda Chance. Un'iniziativa straordinaria e unica nel suo genere che ha mosso i primi passi nella primavera 2023 e che, in pochi mesi, è già giunta al terzo ciclo di eventi in contemporanea in diverse località italiane.

La forza delle madri che vedono i figli andare in esilio, la resistenza imperterrita della natura che fiorisce, l'attesa.

 

Sono appena rientrata nel mio Paese natio dopo lunghissimi anni di assenza. Sono arrivata proprio nel tempo propizio della fioritura dei palissandri, facendomi sentire una struggente nostalgia del tempo passato. La loro vista mi fa vibrare il cuore... pensando ai tempi ormai lontani e alle miriadi di cambiamenti sofferti dal Paese e non sempre in meglio purtroppo... ma loro, i palissandri, da sempre continuano imperterriti a fiorire, donando alla città quel colore violaceo che pare dare un sussulto di vitalità.

Ed è partendo da questa visione che mi è venuto spontaneo dire: ce ne vuole di coraggio a rifiorire puntualmente ogni anno, chissà, forse nella segreta speranza che questo sforzo possa sostenere la fatica di un popolo. Così ho pensato di partire da questo fenomeno della natura per concentrare la mia riflessione sulla parola: coraggio.

L'opera dell'artista altoatesina Sigrid Plattner ritrae e trasfigura in un campo di pace la giovane avvocata dei poveri.

 

Forse è l'unico dipinto in Italia che ritrae Marianella Garcia Villas, la giovane militante salvadoregna trafitta di pallottole il 14 marzo del 1983. Era la voce della verità in un mare insanguinato di menzogne. Era lei che riferiva a mons. Romero cosa stava accadendo nel Paese martoriato da una ferocissima dittatura militare.

E quando Romero venne ucciso, il 24 marzo del 1980, lei rimase nuda di fronte al potere che l'aveva condannata a morte. Venne in Italia per denunciare i crimini che avvenivano nel suo Paese. Ma non poteva rimanerci a lungo perché non voleva lasciare che il suo popolo morisse senza il suo aiuto e decise di rientrare andando alla ricerca di prove dell'uso di armi chimiche, da parte dell'esercito, per annientare i contadini dell'interno. Venne coinvolta in un'imboscata e massacrata di colpi.

Da allora Marianella è la donna-simbolo della resistenza salvadoregna, icona delle donne coraggiose che scelgono di stare dalla parte delle vittime e che lottano per l'emancipazione dei popoli.

Un Manifesto plurale per spezzare il linguaggio di odio, guerra e disumanizzazione.

 

Erano già passati più di tre mesi dall'attacco di Hamas del 7ottobre 2023 e si stava approssimando il Giorno della Memoria. Il numero dei morti accertati a Gaza si stava avvicinando a 25.000 e non c'era in vista nessuna tregua all'eccidio. L'impatto tra la memoria della Shoah e l'attualità dello sterminio in corso a Gaza era sentito con accresciuta angoscia. Così, un gruppo di donne della Comunità ebraica ha preso l'iniziativa: ha aperto un dibattito e ha delineato un appello – Mai indifferenti. Voci ebraiche per la pace – da diffondere a partire dal Giorno della Memoria.

Vi si legge: "Non siamo un gruppo che parla con una voce sola", volendo così evidenziare il comune intento di distinguersi dall'apparente compattezza della Comunità Ebraica italiana, per affermare la ricchezza delle diversità nel confronto critico, rifuggendo dall'uso semplificato di alcuni termini a volte impugnati come armi. E l'appello conclude: "Nel contesto di un difficile dibattito pubblico, a volte impossibile, sentiamo l'esigenza di non fermarci sulla soglia delle parole ma di cercare di analizzarle…" per spezzare il linguaggio dilagante di odio, guerra e disumanizzazione.

Uno spettacolo teatrale dedicato a Marianella García Villas a cura di "ControTempoTeatro" di Bolzano.

 

Lunedì 24 marzo 1980, alle ore 18,25, mentre sta celebrando la Santa Messa, l'arcivescovo di San Salvador, Oscar Arnulfo Romero, è colpito al cuore da un colpo di arma da fuoco. Caricato su una vettura, muore poco dopo in ospedale. Viene così messa a tacere la voce che nella nazione centroamericana denuncia violenze, sequestri, omicidi, indicando responsabilità e complicità. È una voce scomoda per le oligarchie politiche ed economiche che si definivano cattoliche e sostenevano di lottare per la difesa della civiltà cristiana contro il comunismo. Per i poveri e gli oppressi è, invece, una voce amica e fedele, un'autorevole difesa contro i soprusi e le prepotenze.

Tre anni dopo, il 14 marzo 1983, viene assassinata, a soli 38 anni, in El Salvador, Marianella García Villas, presidente della Commissione per i diritti umani. Le sue denunce e le sue prese di posizione erano divenute inaccettabili per la giunta militare al potere. Pertanto, come accaduto tre anni prima per mons. Oscar Romero, con il quale aveva a lungo collaborato per difendere i diritti del proprio popolo, anche la sua voce viene messa a tacere per sempre. 

Qualifica Autore: attivista per i diritti umani italo-congolese

Massacri nella Repubblica Democratica del Congo: le responsabilità del Ruanda, della UE e della comunità internazionale.

 

In un Paese normale, la volontà di cambiamento di un governo si manifesta attraverso un'impronta riformatrice e misure concrete messe in campo nei suoi primi cento giorni di mandato. Tuttavia, la Repubblica Democratica del Congo (RDC) si discosta dagli standard.

Sono trascorsi, infatti, più di 100 giorni dall'insediamento del presidente Felix Tshisekedi (il 20 gennaio scorso) ma, ad oggi, non c'è ombra del nuovo governo, mentre l'amministrazione uscente, che da sempre naviga nella corruzione, continua a dilapidare le risorse dello Stato.

Il 1° aprile scorso, l'ex ministra del governo uscente, Judith Suminwa Tuluka, è stata nominata prima premier della RDC. Nonostante questa decisione sia stata salutata con favore da una buona parte dell'opinione pubblica congolese e con enfasi all'estero, a distanza di poco più di un mese, purtroppo, tutto tace!

Una Marcia per la Pace, una voce contro la militarizzazione.

  

La recente Marcia per la pace dalla Comunità Emmaus all'aeroporto militare di Amendola si è svolta il 14 aprile – proprio all'indomani dell'attacco di risposta dell'Iran a Israele che tanta apprensione ha suscitato nel mondo – e ha rappresentato un'importante, corale manifestazione di impegno per l'edificazione di un mondo più pacifico e giusto.

Organizzata dal Coordinamento provinciale Capitanata per la pace, dall'Ambasciata di pace di Foggia e dalla Rete dei Comitati per la pace di Puglia, ha visto partecipare numerose organizzazioni e persone provenienti da diversi luoghi della regione e anche d'Italia. L'appuntamento è ormai noto anche oltre i confini regionali, prova ne sia l'adesione di importanti sigle nazionali: Assopace Palestina, Centro Gandhi di Pisa, I Ricostruttori nella preghiera, Operazione Colomba, Pax Christi Italia, Peacelink, Un ponte per.

Una ventina, invece, le adesioni a livello regionale, tra cui: Acli, Agesci, Anpi, Arci, Azione Cattolica, Cgil, Cobas, Frati Minori, Forum Terzo Settore, Legambiente, Libera, Movimento dei Focolari, Tavolo di Coordinamento NO G7.

Attivamente presenti alla Marcia i Comitati per la pace di Manfredonia, della Terra di Bari e di Altamura. Molto significativa e gradita è stata la presenza della sindaca di Foggia, Maria Aida Episcopo, e di Corrado De Benedittis, sindaco di Corato (BA).

Qualifica Autore: già vicepresidente di Pax Christi Italia

Associazioni, parrocchie, movimenti e operatori di pace riuniti a Verona per rilanciare impegni di pace e di giustizia.

 

"Giustizia e pace si baceranno" (Sal. 85)

Arena di Verona, 18 maggio 2024

  

Con Tonino Bello

"Gli accordi di pace nascono dalla realtà e non dalle ideologie. Ricordiamo che le ideologie non hanno piedi per camminare, non hanno mani per curare le ferite, non hanno occhi per vedere le sofferenze dell'altro. La pace si fa con i piedi, le mani e gli occhi dei popoli coinvolti, insieme tutti.La pace non sarà mai frutto della diffidenza, frutto dei muri, delle armi puntate gli uni contro gli altri. San Paolo dice: 'Ciascuno raccoglierà quello che avrà seminato' (Gal 6,7).

Fratelli e sorelle, le nostre civiltà in questo momento stanno seminando distruzione, paura.

Seminiamo, fratelli e sorelle, speranza! Siamo seminatori di speranza! Ognuno cerchi il modo di farlo, ma seminatori di speranza, sempre. È quello che state facendo anche voi, in questa Arena di Pace: seminare speranza. Non smettete. Non scoraggiatevi. Non diventate spettatori della guerra cosiddetta 'inevitabile'. No, spettatori di una guerra cosiddetta inevitabile, no. Come diceva il vescovo Tonino Bello: 'In piedi tutti, costruttori di pace!'. Tutti insieme. Grazie".

Misericordia e riconciliazione politica sono strade possibili. 

 

Mentre le guerre imperversano e feriscono ogni sentimento umano, perché smembrano e uccidono l'umanità, nella moschea Taiba, la maggiore di Torino, è stato invitato, il 3 aprile, Raniero La Valle a presentare il suo libro Gaza delle genti. Israele contro Israele (ed. Bordeaux, 2024). Taiba è un altro nome per Medina, la città sacra del Profeta, e questa moschea è uno dei luoghi del dialogo cristiano-islamico a Torino, da oltre vent'anni, dopo l'11 settembre.

Nelle diverse tradizioni religiose troviamo mescolate la misericordia di Dio e la spada. Tutte le scritture sacre hanno bisogno di esegesi per distinguere l'essenziale del messaggio dalle vicende storiche violente. Il messaggio, espresso in più forme e linguaggi, è che Dio è misericordia. Come mai è avvenuta quella confusione? Non solo per il peso del male, ma per una razionalità malata.

Israele è uno Stato diverso, per quattro aspetti: il popolo, l'ordinamento giuridico, la terra, la fede messianica. Lo Stato è visto come realizzazione della promessa messianica, anche se nell'ebraismo ci sono due correnti: una attende la realizzazione non umana, ma solo ad opera di Dio, della promessa del Messia; l'altra tenta di realizzare anche militarmente la promessa. La Shoah è stato uno choc terribile, che ha portato a pensare: mai più deboli, senza potere! Israele è sorto come Stato sovrano con la piena cittadinanza dei soli israeliani, su una terra già abitata dai "nativi", in rapporto di alternativa: o noi o loro. C'è stata la resistenza palestinese, il tentativo di pace tra due Stati, tra Arafat e Rabin, accordo non realizzato: 750.000 coloni aggressivi occupano la Cisgiordania, territorio palestinese.

Qualifica Autore: referente nazionale del settore beni confiscati di Libera

I beni confiscati e l'energia delle comunità: una sfida vinta, una strada tracciata.

 

Siamo giunti, con questa, alla terza edizione di RimanDATI, l'unico report in Italia che indaga lo stato della trasparenza degli enti territoriali in materia di beni confiscati, promosso in collaborazione con il Gruppo Abele e il Dipartimento di Culture, Politica e Società dell'Università di Torino e che quest'anno si arricchisce di un prezioso contributo dell'Istat. Questa edizione rappresenta per tutta Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie un punto di svolta: la forza della comunità monitorante ha, infatti, trovato corrispondenza nei risultati raggiunti.

Oltre 100 volontariə in tutta Italia hanno partecipato a un percorso di formazione e di confronto, che ha dato vita a una squadra di 41 persone, tutte attive a rilevare il livello di trasparenza. Ma, ancora di più, possiamo registrare una percentuale di Comuni trasparenti che arriva al 45% nella prima ricognizione, per salire al 65% dopo l'invio delle domande di accesso civico.

Lavorare alla terza edizione di RimanDATI, e farlo con un così folto gruppo di persone, ha dato ancora più voce alle nostre richieste, ha stimolato nuove energie per attivare momenti di dialogo con gli Enti territoriali e con i soggetti nazionali coinvolti nella filiera del riutilizzo pubblico e sociale di un bene confiscato.

Qualifica Autore: Pax Christi Gallipoli

Don Tonino e il pensiero antimeritocratico, in un libro di Enrico Mauro.

  

Sono diversi i motivi che rendono originale e interessante il lavoro di Enrico Mauro (Contro la società del sorpasso, Ed. S. Paolo, 2023), ricercatore di Diritto amministrativo presso il Dipartimento di scienze umane e sociali dell'Università del Salento, da molti anni impegnato a scandagliare l'ideologia meritocratica nella nostra società.

Mauro avverte il disgusto di "vivere in una società fieramente o inconsciamente meritocratica" e per questo intende riscoprire, col suo lavoro, i pilastri antimeritocratici della Costituzione repubblicana.

Attratto dalla figura di don Tonino Bello ha voluto approfondire il suo pensiero decisamente antimeritocratico – come chiarisce nella prima parte del volume – per ragioni sia di ordine scientifico sia di ordine autobiografico.

Le prime appartengono al lavoro del ricercatore che, ispirato da una forte tensione etica e senza preclusioni di tipo confessionale, desidera allargare il suo campo d'indagine raccogliendo anche apporti e contributi di diversa matrice ideale e religiosa.

Qualifica Autore: vicepresidente del CNCA

Si è svolto a Bologna il Social Forum sull'abitare.

 

Oltre trecento persone hanno partecipato al Social Forum dell'Abitare dal titolo "Casa, margini, resistenze", che si è tenuto a Bologna dal 18 al 20 aprile scorso. Una partecipazione importante che evidenzia ancor più quanto sia necessario in questo Paese affrontare il tema dell'accesso alla casa con tutti i bisogni che comporta.

Il comitato promotore del Social Forum è composto da organizzazioni con storie differenti che, in qualche modo, hanno incontrato il tema dell'abitare: sindacati degli inquilini, terzo settore, attivisti dei movimenti per la casa, ambientalisti, docenti universitari, finanza etica, studenti universitari.

Tanti soggetti che hanno partecipato a un percorso a tappe di preparazione all'evento, avviatosi alla fine del 2022, con un'iniziativa allo Spin Time di Roma promossa dal Cnca (Coordinamento nazionale comunità di accoglienza) nella quale si proponeva, a una serie di realtà diverse, la costruzione di una coalizione sociale sul tema dell'abitare. Il percorso è continuato con numerosi altri appuntamenti in giro per l'Italia, Torino, Genova, Milano, Venezia, Napoli, in vista dell'assemblea di Bologna che ha sancito la nascita ufficiale del Social Forum dell'Abitare.

Movimenti studenteschi in tutto il mondo occupano le Università. In segno di solidarietà con la popolazione palestinese.

 

Con gli accampamenti studenteschi nelle Università, cresce la speranza per una Palestina libera.

Nell'attuale guerra genocida contro Gaza, l'esercito israeliano ha ucciso oltre 35.000 palestinesi, per lo più civili. I sopravvissuti affrontano crisi senza precedenti: fame, sete, mancanza di cure sanitarie e allontanamento dalle proprie case, deliberatamente causate dal governo israeliano, parte del programma di annientamento del popolo palestinese.

Il massacro continuo ha disilluso tanti, ma contemporaneamente ha innescato anche un risveglio attivista, con una crescita del movimento di solidarietà alla popolazione palestinese. Le persone si uniscono, cantano per le strade per pretendere la fine dell'occupazione e dell'apartheid, esprimono solidarietà tra ebrei e musulmani e chiedono la fine dell'ordine mondiale capitalistico e imperialista.

Dal 21 aprile, le proteste studentesche sono deflagrate in tutto il mondo, da New York ad Amsterdam, da Sydney a Roma. Una nuova generazione sta prendendo consapevolezza della situazione e fa proprie le lotte palestinesi. Combattono per la liberazione della Palestina come avanguardia della liberazione ovunque. Dall'8 maggio, nei Paesi Bassi ci sono stati accampamenti studenteschi in otto Università.

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La formazione all'Intelligenza Artificiale per la Pace. 

 

Pax Christi Italia ha promosso, assieme a PeaceLink, un corso di formazione che si è concluso il 15 maggio e che ha focalizzato l'IA generativa come strumento di promozione della pace. Il tutor del corso è stato Norberto Julini, coordinatore nazionale di Pax Christi, che ha introdotto gli incontri agevolando l'interazione fra me, che facevo da formatore, e i corsisti.

In linea con il messaggio di papa Francesco, che ha scelto l'IA per la pace come una delle principali sfide del nostro tempo, abbiamo ragionato su come usarla per il bene comune. Collegati telematicamente alle videolezioni da ogni regione d'Italia, i corsisti rappresentavano un campione interessante dell'associazionismo, della società civile e del mondo ecclesiale: Arci, Cgil, Emergency, Europe for Peace, Legambiente, Lipu, Meic, Missioni Consolata, Pax Christi, PeaceLink, scout.

Le lezioni sono state registrate. Abbiamo utilizzato tre piattaforme: ChatGPT, Gemini e Copilot.

A cura del Centro Studi Economico-Sociali per la pace di Pax Christi

Don Lorenzo Milani resta una pietra miliare nella ricerca nonviolenta di un futuro diverso, dove diritti e libertà di coscienza vanno a braccetto. In un seminario promosso dal Centro Studi Economico-Sociali per la pace di Pax Christi, don Milani emerge fuori e lontano da cliché e miti.

Le leggi, le guerre, la scuola, i giovani, la patria e i diritti: tra passato e futuro, Valeria Milani Comparetti, Eraldo Affinati, Sergio Tanzarella, Pasquale Pugliese e Franco Dinelli tracciano un profilo nuovo del priore di Barbiana. E la proposta prosegue, chiedendo a tutte le scuole di leggere in classe Lettera a una professoressa e Lettera ai Giudici.

 

 

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