L'ecumenismo che fa bene agli uomini. Prosegue la riflessione e il dialogo sul maschile e le Chiese. Per un mondo veramente inclusivo.
C'è l'immagine di Atlante schiavo che regge il mondo sulle spalle, nella copertina della rivista di Pax Christi Mosaico di Pace, il numero di ottobre 2023 (www.mosaicodipace.it/index.php/archivio/2023/ottobre-2023/dossier-ottobre-2023).
Accanto ad Atlante, che fa parte della serie scultorea degli imprigionati di Michelangelo, compare il titolo "Ripensare la maschilità".
Sul fatto che gli uomini di oggi siano appesantiti da qualcosa sarebbero d'accordo in molti, c'è però da intendersi su cosa. Sarà che le donne da tempo non vogliono più reggere con loro (anzi, sotto di loro o al loro posto) il peso di certi meccanismi culturali, e dunque gli uomini si ritrovano schiacciati nel tentativo di mantenere tutto com'era, ma meno gratificati, e sempre più arrabbiati verso le compagne che pure vorrebbero mondi meno faticosi per tutti.
Gli stereotipi maschili che ancora resistono, quelli del pater familias, del protettore, del conquistatore e via di seguito, sembrano meno pesanti solo perché ammantati da un'aura di eroismo. Atlante, così possente, coi muscoli in risalto mentre solleva il globo, è in fondo una raffigurazione drammaticamente verosimile di un uomo che, quanto più vive con sofferenza il proprio essere maschio, tanto più ostenta virilità.
Il ruolo delle Chiese
Che ruolo hanno le Chiese in tutto ciò? Nel numero di ottobre 2023 di Mosaico di Pace, ci si è posti questa domanda "Il maschile, le Chiese e noi", e pur con qualche mese di distanza vale la pena riprenderlo per rilanciare un dibattito necessario. La raccolta di articoli che lì compare offre una varietà di voci del mondo valdese e battista, tutte preziose. Alcuni autori fanno considerazioni acute sul legame tra maschilità e ministero o tra maschilità e lettura della Bibbia; tutti riportano esperienze insperate di ascolto reciproco e, raccontando, disseminano suggerimenti pratici per chi volesse avviare nuovi gruppi di autocoscienza. Si fa notare però l'assenza di una voce cattolica maschile – l'unica è quella della teologa Simona Segoloni (mentre l'altra presenza femminile è di Cristina Arcidiacono, pastora battista).
La sedia vuota non può che essere un invito rivolto agli uomini cattolici, perché prendano parte in massa alla conversazione. C'è chi ha già provato a cimentarsi nella pratica: come ricorda Daniele Bouchard, esistono Agape, un centro ecumenico che, come tale, certamente annovera tra i suoi frequentatori anche maschi cattolici, e il Gruppo uomini della comunità di base di Pinerolo (nato nel 1993 e attivo ancora oggi); e Massimo Aprile nomina un gruppo cattolico di confronto sulla maschilità in Veneto. Ma non è un caso che la riflessione sul tema provenga più prontamente da chi ha già un'esperienza di minoranza e di asimmetria di potere, come i membri delle confessioni protestanti. I cattolici d'Occidente, invece, godono il privilegio dei numeri, della visibilità pubblica, dell'influenza politica, e così s'illudono spesso che "cattolici" e "cristiani" siano praticamente la stessa cosa. Il meccanismo è simile a quando parliamo degli "uomini" e pretendiamo di includere anche le donne, nascondendoci dietro a grammatiche ed etimologie.
Un privilegio finisce spesso per essere un punto cieco, e impedisce di elaborare altri vissuti e altre pratiche. Perciò entrare in un contesto ecumenico è già un passo utile nella direzione del ripensamento di genere, se non altro perché aiuta a smascherare la propria pretesa di universalità, a far cadere una presunta egemonia (confessionale, in questo caso). Esporre il proprio egocentrismo a una ferita, perché diventi uno spazio possibile. La speranza nell'unità della Chiesa è la stessa che aspira a realizzare relazioni liberanti tra uomini e donne: "Non c'è giudeo né greco, non c'è né schiavo né libero, non c'è maschio e femmina, perché tutti siamo uno in Cristo Gesù" (Gal 3).
Ecumenismo e genere
Il legame tra ecumenismo e ripensamento di genere si è sempre rivelato stretto: nei movimenti delle donne, la percezione della propria parzialità ha spinto spesso a realizzare percorsi intersezionali, cioè a dialogare tra donne ortodosse, cattoliche e protestanti, ma anche tra cristiane, musulmane, ebree, tra bianche e nere (in ottica anticoloniale), e così via. È un continuo esercizio per superare le proprie resistenze a raccontarsi e ad ascoltare le esperienze altrui, abbandonando giudizi e categorizzazioni. Se ne guadagna in letture più consapevoli del mondo, a molti livelli.
Come fa ben vedere Gabriele Bertin nella rivista, per esempio, il riconoscimento del proprio punto di vista sessuato da parte degli uomini smaschera i nessi tra una certa concezione di maschilità e la guerra (solo per restare su temi attualissimi e dei quali Pax Christi è esperta). Qui è urgente scardinare i presupposti culturali dell'aggressività e abbandonare ogni giustificazione a una cattiva gestione dell'emotività. Oppure chiedersi che tipo di maschile dimostrano gli uomini che oggi chiamiamo maestri e santi – in Mosaico di Pace sono nominate le belle figure del pacifista Raoul Follereau e dell'obiettore di coscienza beato Franz Jägerstätter.
Certo essere pacifisti, o custodire un afflato ecumenico, non sono di per sé garanzie di una maschilità decostruita e consapevole. Ma le persone che avanzano la possibilità di una convivenza umana alternativa, in ambito sia sociale sia ecclesiale, sono probabilmente quelle più disposte a conformarsi alla maschilità libera e liberante di Gesù, e viceversa. È consolatorio: Atlante può posare il mondo e abbracciarlo finalmente.
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Il maschile, le Chiese e noi
"'Uno dei grandi peccati che abbiamo avuto è maschilizzare la Chiesa… È un compito che vi chiedo, per favore. Smaschilizzare la Chiesa': parlando a braccio, papa Francesco si rivolgeva così alla Commissione Teologica internazionale il 30 novembre 2023.
Smaschilizzare è un neologismo forte. Un preciso modello di maschile ha impregnato e definitivamente plasmato la Chiesa cattolica: nelle istituzioni, nei ministeri, nelle relazioni, nella predicazione, nelle modalità di esercizio della autorità, nella sinodalità, nella missione, nel rappresentare il volto di Dio e dell'essere umano": iniziava così la nostra lettera aperta ad Avvenire, pubblicata nel quotidiano il 7 maggio 2024.
La lettera (cfr. www.mosaicodipace.it/index.php/rubriche-e-iniziative/rubriche/approfondimenti/la-parola-a-voi/4368-smaschilizzare-la-chiesa-itinerario-di-pace) nasceva dal Dossier di ottobre 2023 su "Il maschile, le Chiese e noi", come ben ricorda Alice Bianchi. Da allora, dai dialoghi plurali che sono seguiti e che abbiamo pubblicato negli scorsi numeri della nostra rivista, è nato un percorso aperto, fatto di voci diverse, di sguardi e di domande aperte. Continuiamo, dunque, a tenere disponibile questo spazio dialogico sul tema del maschile.
Per poter leggere il Dossier di ottobre 2023, la lettera inviata ad Avvenire e gli altri contributi sull'argomento, consultate il sito di Mosaico di pace (www.mosaicodipace.it, in homepage è visibile uno spazio sul tema).
La Redazione