Caro don Tonino,

“nell’aria c’è odore di zolfo”. Tu lo scrivevi nel lontano 1990. Oggi, a distanza di 32 anni dalla tua morte (20 aprile 1993), ti devo confessare che la situazione è molto peggiorata. La guerra non è più un tabù e si parla sempre più di riarmo. Sotto i nostri occhi ci sono bombardamenti, vittime innocenti, grida disperate di madri e padri che hanno visto uccidere i loro bambini.

Eppure, anche oggi, più di ieri, c’è chi sostiene che la guerra sia una scelta dolorosa ma inevitabile. Chesolo la corsa agli armamenti può salvare l’economia europea”. È rimasta la voce di papa Francesco a gridare che la guerra e le spese per le armi sono una pazzia. Ce lo ricorda continuamente, anche in questo tempo di malattia e sofferenza. In lui spesso ritroviamo le tue parole, il tuo coraggio nella denuncia, il non tacere davanti alle tragedie che travolgono i poveri, dai migranti alle vittime della guerra.

Quello che tu scrivevi nella lettera ad Abramo, 1990, è tragicamente attuale anche oggi.

“Il fatto che ogni guerra, sparando nel mucchio, uccida inesorabilmente dei ‘giusti’ non la rende iniqua per sempre, anche quando pretende di ristabilire una giustizia vilipesa?”.

Anche oggi, come è capitato a te più volte, chi parla di pace e vicinanza ai migranti è spesso deriso e “sbertucciato”. Ci sono ministri che hanno definito i migranti “carichi residuali”. Altri che sono orgogliosi di aver chiuso i porti per difendere i confini nazionali. Anche tu hai sentito le tue, sempre dal Ministro dell’Interno di allora che, commentando le tue proteste per l’accoglienza disumana riservata, nello stadio di Bari, a chi fuggiva dall’Albania, nel 1991, citò l’invocazione latina “A peste, fame et Bello libera nos Domine”. Ma quella frase non era stata pronunciata contro la guerra… (in latino bellum) ma contro di te, vescovo di Molfetta e presidente di Pax Christi.

“Vedermi deriso come una bertuccia sulla stampa nazionale per bocca del Ministro degli Interni – scrivevi – è stato peggio che prendere una di quelle manganellate contro cui ho protestato. Le assicuro comunque che questo incidente non mi impedirà di incorrere nella recidiva e per giunta aggravata, qualora si dovessero presentare – Dio non voglia – analoghe situazioni in cui gli uomini vengono trattati come bestie da fiera.”

E oggi, caro don Tonino, le manganellate e il carcere sono previste per legge dal Decreto Sicurezza, che colpisce anche chi manifesta in modo pacifico e nonviolento.

In molti sentiamo la tua mancanza oggi. Ma lo sappiamo: non dobbiamo vivere di nostalgia, ma tradurre e testimoniare noi, oggi, le scelte di pace e nonviolenza che tu ci hai trasmesso con la tua vita, con le tue parole e le tue scelte. Stando bene attenti a non ridurti a un santino, buono per tutte le stagioni, come qualcuno vorrebbe.

Nel tuo appassionato intervento all’Arena di Pace a Verona, il 30 aprile 1989, ci dicevi della “splendida intuizione di Isaia che, addirittura invertendone l’ordine, aveva collegato insieme salvaguardia del creato, giustizia e pace: «In noi sarà infuso uno Spirito dall’alto. Allora il deserto diventerà un giardino. e la giustizia regnerà nel giardino. e frutto della giustizia sarà la pace.»” (Is 32,15-17).

Quella pace che avevi testimoniato con la marcia dei 500 a Sarajevo, 12 dicembre 1992, (dove c’era anche il caro amico tuo e nostro, il vescovo Luigi Bettazzi): “È difficile questa idea della difesa nonviolenta… Gli eserciti di domani saranno questi: uomini disarmati!”.

Concludo, citando ancora le tue parole all’Arena di Verona: “Se non abbiamo la forza di dire che le armi non solo non si devono vendere ma neppure costruire, …che la remissione dei debiti del Terzo Mondo è appena un acconto sulla restituzione del nostro debito ai due terzi del mondo, …che la nonviolenza attiva è criterio di prassi cristiana, che certe forme di obiezione sono segno di un amore più grande per la città terrena… se non abbiamo la forza di dire tutto questo, rimarremo lucignoli fumiganti invece che essere ceri pasquali”.

Grazie don Tonino!

 

 


Mosaico di pace, rivista promossa da Pax Christi Italia e fondata da don Tonino Bello, si mantiene in vita solo grazie agli abbonamenti e alle donazioni.
Se non sei abbonato, ti invitiamo a valutare una delle nostre proposte:
https://www.mosaicodipace.it/index.php/abbonamenti
e, in ogni caso, ogni piccola donazione è un respiro in più per il nostro lavoro:
https://www.mosaicodipace.it/index.php/altri-acquisti-e-donazioni