A cura di Sergio Paronetto

Dedichiamo questo dossier a Pax Christi, movimento cattolico internazionale per la pace, in occasione del suo ottantesimo anniversario.
Per ricordare la storia, per celebrare la pace e il sogno di nonviolenza, per riflettere e agire ora, nella direzione di un altro mondo possibile ove vi sia posto per tutti e tutte, fratelli e sorelle, in un disegno organico di diritti e di dignità.
Rileggiamo, nelle pagine che seguono, alcune tappe della storia di Pax Christi International e della nostra sezione italiana.

 

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Qualifica Autore: già vicepresidente di Pax Christi Italia

Un’avventura che parte da lontano. Perché festeggiare gli 80 anni di Pax Christi? 

 

Dopo la nascita internazionale nel 1945, grazie a una donna e a un vescovo, e quella italiana tra il 1948 e il 1954 grazie ad alcune donne e al supporto di mons. Montini e del card. Roncalli, Pax Christi rinasce col Concilio (1962-1965) e la Pacem in terris (1963). Sorge come movimento di preghiera, di studio e di azione per la pace. In particolare, intende operare per la riconciliazione dei popoli, a partire da quelli francese e tedesco, cioè dall’Europa sconvolta dalla guerra e poi prigioniera della guerra fredda. Disarmo, educazione alla pace e riconciliazione diventano le sue idee generatrici per molto tempo.

Disarmo vuol dire acquisire una “mentalità completamente nuova” (Gaudium et spes), attuare un “disarmo integrale” (Pacem in terris). Vuol dire disarmo delle menti e dei cuori, delle culture e delle teologie, delle chiese e delle religioni.

Vuol dire disarmo dell’economia, della politica, dell’ecologia e delle politiche di cittadinanza (tematiche sviluppate nell’ Arena “Pace e giustizia si baceranno” del 18 maggio 2024 a Verona).

Riconciliazione vuol dire partire dalle vittime delle violenze, attenzione ai poveri, giustizia sociale e giuridica: quindi dialogo, gestione dei conflitti, sovranità del diritto, centralità dell’ONU riformata, cura del creato.

Qualifica Autore: Patriarca emerito di Gerusalemme, presidente internazionale di Pax Christi dal 1999 al 2007

Ottanta anni di lavoro per la pace.

 

Ottanta anni di lavoro per la pace. Volontà di pace, nata proprio nel focolare della Seconda guerra mondiale, Francia e Germania. Durante ottanta anni, Pax Christi Internazionale ha lavorato per la pace, guidata dal salmo: “Cerca la pace e perseguila” (Ps 33/34, 15) e dalla voce di Dio: “Ascolterò che cosa dice Dio, il Signore dice pace” (Ps 84/85, 9).

Pax Christi Internazionale ha lavorato per la pace, ha pregato, ha supplicato Dio santo, buono e onnipotente. Grazie a Pax Christi, pace è penetrata in tantissimi cuori, in tantissimi luoghi, a cominciare dal focolare della guerra tra Francia e Germania, in tutta l’Europa, in tutti i continenti, e nel nostro Medio Oriente, che l’Occidente politico – non cristiano – ha voluto trasformare in una terra di guerre, un cimitero dei valori umani e cristiani. L’Occidente politico, dopo la Prima guerra mondiale, ha voluto occupare il nostro Medio Oriente, la nostra Terra Santa, diventati un luogo dove l’uomo opprime e uccide un altro uomo.

Intervista a Marie Dennis, per diversi anni co-presidente di Pax Christi International. Il ruolo del movimento nelle istituzioni internazionali, nei conflitti e per il radicamento nella nonviolenza evangelica.

  

Marie Dennis, sei stata co-presidente di Pax Christi International. Durante il tuo mandato, quali scelte importanti ha fatto il movimento per la costruzione della pace nel mondo, anche in collaborazione con la sezione italiana?

Sono stata nel Consiglio di Pax Christi International dal 1999 al 2019 e co-presidente dal 2007 al 2019. A quel tempo, Pax Christi International aveva già più di 50 anni, era sempre più consolidata a livello internazionale e godeva dello status consultivo con l’ECOSOC (Consiglio Economico e Sociale) delle Nazioni Unite dal 1979.

Durante i miei anni come co-presidente, Pax Christi International ha trasformato la sua struttura organizzativa includendo un consiglio decisionale e chiarendo il ruolo del segretariato internazionale in relazione alle organizzazioni membri. Abbiamo concordato che il segretariato internazionale avrebbe prestato particolare attenzione al rafforzamento della rete internazionale di Pax Christi, alla costruzione della rete delle organizzazioni membri, alla promozione della spiritualità della nonviolenza e alla rappresentanza di Pax Christi sulla scena internazionale, con una presenza all’ONU, all’UNESCO, al Consiglio d’Europa, all’Unione Europea e all’Unione Africana.

Come movimento cattolico internazionale per la pace, Pax Christi ha sempre mantenuto un impegno per la nonviolenza evangelica, ma negli ultimi 20 anni ha rafforzato tale prospettiva in modo significativo. Nel 2003 e 2004, due consultazioni su “Pace preventiva: oltre il terrorismo e la guerra giustificata” hanno riunito diverse persone con esperienza di conflitti violenti dal Sud del mondo, accademici, teologi, attivisti per la pace, operatori della pace e rappresentanti di istituzioni cattoliche.

Qualifica Autore: co-presidente internazionale Pax Christi

Il progetto di un mondo nuovo nasce su pilastri come il dialogo e la convivialità delle differenze. L’attualità di un sogno.

 

Pax Christi Internazionale festeggia quest’anno il suo 80° anniversario di vita. Il messaggio che arriva a noi tutti da questa ricorrenza risiede nella lunga storia che ha conosciuto il movimento. 80 anni sono il segno di un lungo cammino, di tanta strada, di un qualcosa di perenne che apre al desiderio che abita nelle coscienze, da sempre: una pace giusta e duratura. Un sogno, un desiderio mai dimenticato, non smarrito, anche se sinora non è mai giunto a compimento, non ha mai condotto a un risultato duraturo e si è rivelato “precario” e fragile attraverso i secoli.

Ciò per cui è nato e che ricorda Pax Christi nella sua azione quotidiana è che il progetto di pace è universale: da tanti anni, varie sezioni e gruppi in ogni parte del mondo s’impegnano come costruttrici e costruttori di pace. Un messaggio che cammina attraverso i cinque continenti.

La sfida che deve affrontare Pax Christi è quella di costruire e percorrere cammini di pace in situazioni di conflitti, tenendo conto del fatto che la questione della pace è sistemica. Solo attraversando e superando le sfide di giustizia, d’eguaglianza, di rispetto e di dialogo si potrà raggiungere la pace.

Tra Tonino Bello e papa Francesco.

 

Dal 1985, Tonino Bello, vescovo di Molfetta, è presidente nazionale e leader carismatico non solo di Pax Christi ma di gran parte del movimento pacifista in Italia, fino al 1993, anno della sua morte.  Con lui sappiamo che la pace “non è il lago di cigni dove precipitano i ruscelli delle nostre sdolcinate esaltazioni mistiche […].

Quello della pace è il discorso teologico più robusto e serio che oggi si possa fare, perché affonda le sue radici nel cuore del mistero trinitario” (Convivialità delle differenze). Contemporaneamente, è il discorso politico più realistico che possiamo avviare nel cambiamento d’epoca che stiamo vivendo dove il fenomeno bellico, oltre che assurdo e spietato, distrugge la politica, è totalmente ingiustificato e ingestibile per obiettivi di libertà, di giustizia e di sviluppo umano.

Con lui la nonviolenza è definita arte politica e scienza della pace: “scienza articolata e complessa con tanto di formulazioni analitiche e di scelte rigorose. Che si avvale di grandi maestri e di una ormai incontenibile produzione bibliografica. Che fa perno attorno all’educazione e rielabora, in termini laici, l’antico motto dei profeti: o convertirsi o morire” (T. Bello, La speranza a caro prezzo, S. Paolo, 113). 

Qualifica Autore: già membro di Pax Christi International

Tra cammini fecondi e creatività solidale: 80 anni di strada e di fermenti di cambiamento.

 

Sono molti i racconti sulle origini di Pax Christi International, della sua iniziale sensibilità per la pace, negli anni del dopoguerra, dell’evoluzione delle tematiche affrontate, delle persone decisive nella sua prima organizzazione.

Quanto a me, arrivato a vent’anni nel Movimento, vi scoprivo l’esigenza di organizzare e politicizzare i temi legati alla pace. C’era una generazione portatrice di fermenti di contestazione al sistema. Eravamo negli anni Sessanta, il Sessantotto entrava nella società e nella Chiesa. Il Movimento c’era ma, al suo interno, soprattutto tra i giovani, si chiedevano prese di posizione più precise sui nodi storici del momento.

Una rinascita del Movimento partì, infatti, dai giovani che negli anni del ‘66, ‘67 e ‘68 iniziarono a riunirsi in assemblee in città del Centro Europa. In Germania e in Svizzera ricordo due assemblee, lunghe una notte intera, in cui attorno alla pace si focalizzavano, con coraggio e puntualità, le tematiche politiche ad essa inerenti. A Friburgo fu chiesto che un giovane rappresentasse tali sensibilità nel Comitato Esecutivo internazionale del Movimento. Fu così che la scelta cadde su di me, approvata poi dai vertici del Movimento.

Qualifica Autore: già presidente internazionale

Dieci punti per un cammino di pace.

 

Riproponiamo una sintesi di quanto scritto da mons. Bettazzi (deceduto il 16 luglio 2023), quando ricopriva l’incarico di presidente internazionale di Pax Christi.

1. Tenere conto dei segni dei tempi. I segni dei tempi sono le situazioni della storia nelle quali si realizza la chiamata del Signore; questa attenzione alla pace che, molte volte sollecitata dalla paura, sta però crescendo nella coscienza dell’umanità e nella stessa comunità cristiana, è un segno dei tempi.

2. Non dimentichiamo mai che il Signore è venuto a portare la “gloria a Dio nell’alto dei cieli e la pace in terra agli uomini che Dio ama”… Questo amore è la riconciliazione con Dio ma è anche la riconciliazione con gli uomini, soprattutto con i più poveri ed emarginati. Quando Gesù si presentò alla sinagoga (Lc 4, 19) annunciò un tempo di grazia ma anche gioia ai poveri: ai poveri fisicamente (agli zoppi), ai poveri moralmente (ai contriti di cuore), ai poveri socialmente (ai prigionieri).

3. Abbiamo il magistero della Chiesa: il Concilio, i pronunciamenti dei papi, i documenti delle conferenze episcopali...All’inizio vi è l’enciclica Pacem in terris…

Qualifica Autore: già segretaria nazionale di Pax Christi Italia

Dal movimento internazionale alla sezione italiana di Pax Christi.

  

Nel 1948 mons. Théas, vescovo di Lourdes, presidente di Pax Christi Internazionale e della sezione francese, organizza a Lourdes un convegno e invita come relatore il card. Schuster, arcivescovo di Milano. Il segretario di Schuster, mons. Luigi Corbella, tornato a Milano, col sostegno dei Paolini riunisce un gruppo di persone e crea il primo nucleo di Pax Christi in Italia.

Nel 1949 mons. Théas convoca, presso il santuario mariano di Oropa nel biellese, il Consiglio Internazionale. Mons. Rossi, vescovo di Biella, si reca a salutarlo e Théas gli chiede se vuol essere il presidente di Pax Christi Italia. Rossi dice di sì e come segretario (o, come si diceva allora, “assistente ecclesiastico”) viene nominato mons. Corbella. Possiamo dire che Pax Christi Italia nasce nel 1949. Mons. Rossi, per circa due anni, lascia fare a Corbella, ma nel 1951, su sollecito del card. Feltin, nuovo presidente internazionale, e del sostituto alla Segreteria di Stato mons. Montini, prende in mano le redini di Pax Christi Italia, dopo aver chiesto precise informazioni alla Segreteria di Stato Vaticana.

Ricordiamo che Pax Christi Internazionale, nata nel 1945, riceve il “placet” della Santa Sede solo nell’estate del 1952. Dopo un convegno internazionale ad Assisi, Pio XII incontra in udienza i membri di Pax Christi Internazionale offrendo così il suo assenso al movimento.

Questo riconoscimento disperde le preoccupazioni di mons. Rossi. Mons. Corbella, per motivi di salute, lascia l’incarico di segretario e viene sostituito da don Fausto Vallainc, sacerdote e giornalista valdostano che si trova a Roma, chiamato dalla Presidenza dell’Azione Cattolica. La segreteria di Pax Christi Italia si sposta perciò a Roma.


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