
La delegazione di Kairos Palestine è stata in Italia: il grido di dolore di un popolo, l’appello accorato a un’azione globale
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- Scritto da A cura della Redazione
- Categoria: Marzo 2025 - La Palestina nel cuore
Stiamo attraversando una crisi ampia e profonda in cui, con un’accelerazione forse inattesa per la capacità di potenza, i poteri forti internazionali – non necessariamente statuali – puntano alla definizione di nuove egemonie. In un tempo che sembra aver smarrito la bussola del diritto internazionale e dei valori che da circa 80 anni hanno guidato politici e legislatori affinché le generazioni future venissero salvate dal flagello della guerra.
L’ordine mondiale nato sulle macerie e dalla resistenza del secondo conflitto mondiale, di cui oggi possiamo cogliere più compiutamente limiti e contraddizioni, soprattutto riguardo il reale esercizio democratico, ha avuto il merito di provare a fare di diplomazia e diritto internazionale dei capisaldi, basati su principi universali e istituzioni chiamate a difenderli. A partire dal riconoscimento della parità e dell’eguale valore di ciascuno Stato e/o popolo, o di alcune categorie di soggetti particolarmente deboli o vulnerabili.
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- Scritto da Tonio Dell'Olio
- Categoria: Marzo 2025 - La Palestina nel cuore
Da questo numero proveremo a coniugare, passo dopo passo, il senso del cammino/pellegrinaggio e il potere della speranza. Temi giubilari ma soprattutto esistenziali. Forse vitali. Lo scopriremo.
In cammino
La tentazione più rischiosa del cammino è il vagare. E non perché il vagare sia sempre un errore e un errare, ma semplicemente perché il cammino che non ha meta rasenta la follia, induce alla disperazione, rende desiderabile persino la rassegnazione. Anche il passeggiare, che di per sé non ha sempre una mappa, una meta invece ce l’ha nella volontà di dedicarsi un tempo.
Una meta è essenziale anche quando non è definita nella piantina ma almeno è incisa nella testa o nel cuore. Lo apprendiamo alla scuola del cammino per eccellenza della storia della liberazione che è esodale.
Si tratta di una strada da percorrere da un punto di partenza certo, ma che non è in grado di definire un approdo. È piuttosto un fidarsi che significa sempre abbandonare una sicurezza, una casa, un punto d’appoggio. Da Abramo al cammino di liberazione dalla schiavitù egiziana, a “quelli della via”, come vennero chiamati i primi discepoli del nazareno, percorrere una strada è sempre un atto di fiducia. In Dio prima che nella propria intelligenza o nella forza dei piedi.
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- Scritto da Sergio Paronetto
- Categoria: Marzo 2025 - La Palestina nel cuore
- Qualifica Autore: già vicepresidente di Pax Christi Italia
Con don Tonino e papa Francesco, per non perdere la capacità di sognare e di contribuire alla realizzazione di un mondo migliore.
In questo periodo così difficile e drammatico che può portarci, come persone e come movimenti, allo sconforto e a un senso di impotenza, mi sembra utile riflettere sul modo con cui operiamo, sullo spirito che ci anima.
Non sopravvivenza
Non possiamo annunciare la pace con angoscia, con toni sempre cupi o allarmati (anche se l’allarme può essere doveroso), magari litigando tra noi.
È bene non tormentarci nel moltiplicare analisi catastrofiche, nell’elencare mille problemi o nel definire programmi onnicomprensivi su tutto.
È bene evitare ogni complesso di colpa, le ansie da prestazione, la frenesia ansiogena che può portarci alla bulimia organizzativa o all’anoressia interiore, alla depressione e alla paralisi. A ciò può spingerci una psicologia da sopravvissuti. Mi piace ricordare quanto papa Francesco affermava il 2 febbraio 2017: “La tentazione della sopravvivenza è un male che può installarsi a poco a poco dentro di noi, in seno alle nostre comunità. L’atteggiamento di sopravvivenza ci fa diventare reazionari, paurosi, ci fa rinchiudere lentamente e silenziosamente nelle nostre case e nei nostri schemi.
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- Scritto da Elena Granaglia
- Categoria: Marzo 2025 - La Palestina nel cuore
- Qualifica Autore: co-coordinatrice del Forum Disuguaglianze e Diversità
Dal Rapporto Draghi all’Europa di domani: parole chiave, limiti, sfide da affrontare.
Nel libro Quale Europa (a cura di E. Granaglia e G. Riva, Donzelli, 2024), prodotto dal Forum Disuguaglianze e Diversità (ForumDD) in occasione delle scorse elezioni europee, sottolineavamo la presenza di almeno tre idee di Unione che si fronteggiavano. Una è quella che ha mosso le attività degli ultimi cinque anni e che, nonostante i passi in avanti compiuti in ambito digitale, ambientale e di autonoma capacità di investimento, resta profondamente segnata dalla cultura neoliberista; l’altra, quella conservatrice-autoritaria, che al neoliberismo aggiunge nazionalismo e corporativismo, giocando «sociale» contro «ambientale», «noi» contro «loro»; infine, l’idea di un’Europa di giustizia sociale e ambientale e di pace che, come ForumDD, promuoviamo.
I primi segnali che arrivano dall’Unione sono decisamente preoccupanti per i sostenitori di questa terza idea. Basti pensare a un’indicazione, largamente trascurata nella discussione pubblica, su cui ci invita a riflettere Luca Jahier (https://euractiv.it/section/economia-e-sociale/opinion/con-un-tratto-di-penna-la-nuova-commissione-cancella-lanalisi-annuale-della-crescita-sostenibile/).
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- Scritto da Davide Varasi
- Categoria: Marzo 2025 - La Palestina nel cuore
- Qualifica Autore: monaco di Bose, Ostuni
Un progetto sulla Costituzione e sulla partecipazione al bene pubblico condotto in una scuola di Brindisi.
Il sogno della Costituzione è ancora vivo? La domanda ha introdotto, in una classe del Liceo Ettore Palumbo di Brindisi, il progetto “Accorgermi che mi riguarda”, proposto da LabTs, Laboratorio di cultura politica del Terzo Settore, e finanziato dal CSV Brindisi Lecce -Volontariato nel Salento, realizzato in cinque incontri nei mesi di ottobre e novembre 2024.
Attraverso la rilettura del proprio vissuto, alla luce dell’articolo 3 della Costituzione, l’obiettivo è stato sensibilizzare la classe al volontariato sociale e alla partecipazione attiva, rendendo gli studenti consapevoli del contributo che possono dare per una società più giusta e solidale basata sul rispetto dei diritti umani e aiutandoli a vincere le paure e le resistenze verso gli altri, la sfiducia e la poca stima di sé.
Il progetto, realizzato partendo dall’ascolto di sé alla luce testo della Costituzione, passando per l’incontro con due ragazze e un ragazzo del Servizio Civile universale, sino all’incontro con un ragazzo neomaggiorenne del Gambia, arrivato in Italia come minore straniero non accompagnato, che, raccontando la sua integrazione in Italia, ha restituito incarnato alla classe il sogno dell’articolo 3.
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- Scritto da Gianmarco Pisa
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- Qualifica Autore: Istituto Italiano di Ricerca per la Pace – Corpi Civili di Pace
I BRICS e il 2025, tra sfide inedite e nuovi orizzonti.
Non c’è dubbio, come ormai segnalato da vari osservatori, che i BRICS rappresentino una delle novità più interessanti del complesso di fattori ed eventi che va sotto il nome di “mondo multipolare”. Dal punto di vista della ridefinizione degli equilibri internazionali e dell’apertura di inediti spazi per la diplomazia e la cooperazione, il complesso di relazioni e di accordi maturati, in ambito bilaterale e multilaterale, nel contesto dei BRICS è certo una novità di ampia portata, interessata da molteplici sfide, non esente da contraddizioni.
Nuovi orientamenti
Con l’inizio del 2025, il Brasile ha assunto la presidenza di turno dei BRICS e questi sono ora chiamati ad affrontare un anno probabilmente decisivo dal punto di vista dei loro equilibri. Dallo scorso primo gennaio, infatti, il sistema dei BRICS include nove nuovi Paesi partner: Cuba, Bolivia, Indonesia, Bielorussia, Kazakistan, Malesia, Thailandia, Uganda e Uzbekistan. Secondo quanto osservato da Dmitrij Suslov, vicedirettore del Centro di studi europei e internazionali presso la Scuola Superiore di Economia dell’Università nazionale della ricerca (Mosca), “la sfida principale della presidenza brasiliana sarà di iniziare a lavorare sulla nuova piattaforma e invitare i Paesi interessati agli eventi BRICS [...]. Il lavoro sulla creazione di sistemi di pagamento e di regolamento alternativi continuerà durante la presidenza brasiliana. Quest’ultima spingerà inoltre per un ruolo maggiore del Sud del mondo nella governance globale”.
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- Scritto da Maurizio Mazzetto
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- Qualifica Autore: Punto Pace Pax Christi Vicenza
Il pacifismo e la nonviolenza di Giacomo Matteotti.
Nel contesto della Prima guerra mondiale, Matteotti si distinse per la sua ferma opposizione al militarismo. La sua lettera alla moglie Velia del 3 settembre 1914 evidenzia il suo orrore per la guerra e la sua determinazione a opporsi a qualsiasi intervento bellico: “Il pensiero di coloro che stanno uccidendosi è terribile; mi pare giusta l’insurrezione se si volesse domani con assai poca lealtà lanciarci in una guerra contro l’Austria”. Matteotti seguì il principio dell’Internazionale socialista, che proclamava “guerra alla guerra”, impegnandosi a utilizzare la crisi generata dal conflitto per mobilitare le masse popolari contro il capitalismo. La sua posizione rimase costante anche di fronte alle pressioni dei suoi compagni socialisti, divenuti interventisti.
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- Scritto da Mikhail Maslennikov
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- Qualifica Autore: analista di policy sui dossier di giustizia economica di Oxfam Italia
L’ora più buia per l’uguaglianza: i dati e le analisi di Oxfam Italia.
Lo scatto sul mondo, proposto nel Rapporto annuale 2024 di Oxfam (“Disuguaglianza: povertà ingiusta e ricchezza immeritata” disponibile su www.oxfam.it/report-disuguaglianza), restituisce l’immagine di società attraversate da faglie profonde e di una realtà piena di contraddizioni che generano smarrimento, sgomento, talvolta senso di impotenza.
Assistiamo, disorientati, a conflitti cruenti e all’avanzare, sullo scacchiere internazionale, di una pericolosa deriva incardinata sulla pretesa di riconoscimento della dignità solo ai forti. Una pretesa che si pone in antitesi con il diritto, costruito nei secoli, che tutela i deboli e pone il rispetto alla base della pace.
Il quadro
Assistiamo, preoccupati, agli impatti nefasti del cambiamento climatico e agli imperdonabili ritardi della politica sul cammino di una transizione ecologica giusta, capace di ridurre l’impatto dell’attività umana sul pianeta, senza lasciare indietro nessuno.
L’aumento della precarizzazione economica di ampie fasce della popolazione globale e le crescenti disuguaglianze – fenomeni tristemente distintivi del nostro tempo – rappresentano il risvolto di un sistema economico poco dinamico e incapace di generare benessere per tutti. Un sistema iniquo che premia i più abbienti e spreme sempre di più il resto della società. A rilevarlo ci sono dati eloquenti.
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- Scritto da Giovanni Capurso
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- Qualifica Autore: docente di Storia e Filosofia
Un aspetto poco valorizzato di un noto personaggio storico: obiettore ante litteram?
Nel periodo di celebrazioni per il Centenario dell’assassinio di Giacomo Matteotti dello scorso anno (non quanto ci si poteva aspettare a dirla tutta), poco si è detto dell’impegno pacifista e antimilitarista del martire socialista.
Si tratta di un aspetto che, nonostante l’enorme produzione editoriale sulla sua figura, a nostro avviso non è stata adeguatamente messa in risalto.
L’occasione che mise maggiormente in risalto le sue posizioni pacifiste fu la Grande guerra, evento epocale, spartiacque. Mentre in Europa soffiavano i primi venti di Guerra l’esponente socialista del Polesine rimase fedele alla sua idea internazionalista contraria agli interessi borghesi. Ancora oggi non possiamo certo dargli torto: dietro ogni guerra c’è sempre l’industria delle armi che fa grandi affari per l’interesse di pochi.
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- Scritto da Intervista a cura di Giulia Ceccutti
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Storie di chi non si arrende alla guerra in Israele e Palestina. Intervista a Chiara Zappa.
«Mi resi conto che avevamo disumanizzato l’altro, ma in quel modo stavamo disumanizzando anche noi stessi. E decisi di dire basta». Le parole di Chen Alon, regista teatrale per molti anni ufficiale nell’esercito israeliano, sintetizzano il cuore di questo libro (Chiara Zappa, Gli irriducibili della pace. Storie di chi non si arrende alla guerra in Israele e Palestina, Terrasanta edizioni 2024): un ostinato rifiuto della violenza e della disumanizzazione a favore del dialogo.
Ci sono le donne israeliane e palestinesi che dall’interno della propria società di appartenenza si impegnano affinché le parti arrivino a parlarsi e negoziare. Ci sono i Rabbini per i diritti umani e i giovani refusenik. I membri di Parents Circle (forum che riunisce le famiglie vittime della violenza di entrambe le parti) e la scelta nonviolenta della Tenda delle Nazioni, progetto che resiste da anni in piena Area C, vicino a Betlemme. C’è la sfida della convivenza del Villaggio di Neve Shalom Wahat al Salam (“Oasi di pace”). Queste pagine delineano un mosaico vivo ed emozionante di esperienze differenti: singoli e gruppi che, da anni, lavorano dal basso per un futuro di pace. Abbiamo chiesto all’autrice, Chiara Zappa, di raccontarli più da vicino.
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- Scritto da Angelo Maddalena
- Categoria: Marzo 2025 - La Palestina nel cuore
In un convegno a Loppiano, alla riscoperta delle radici bibliche del Giubileo e delle sue ripercussioni positive sui diritti e l’uguaglianza.
“Le radici non sono il passato ma il futuro”, inizia così la relazione di Luigino Bruni sul tema “La dimensione economico-sociale del Giubileo e le sue radici bibliche”, sottotitolo del convengo La speranza, risorsa essenziale di ogni comunità, svoltosi al Polo Lionello Bonfanti, nei pressi di Incisa e Figline in Valdarno, il 25 gennaio.
“Il giubileo biblico e quello della Chiesa cattolica non coincidono sempre”, ha specificato Bruni, per chiarire poi che il Giubileo che celebriamo nel nostro tempo è stato “fondato” da Bonifacio VIII nel 1300. “Non è solo l’attraversamento della Porta Santa il Giubileo”, ci tiene a sottolineare Bruni, professore ordinario di economia alla Lumsa di Roma e vicepresidente della Fondazione Economy of Francesco.
“Sono i profeti, Ezechiele 47, e Levitico 25, le radici del Giubileo, ma è nel Vangelo di Luca che Gesù parla di un giubileo di liberazione”. Liberazione non solo dal peccato ma dall’oppressione sociale, economica, politica. Bruni ricorda l’importanza del Nuovo Testamento citando Marcione, il quale fu considerato eretico proprio perché sosteneva che “basta solo il Nuovo Testamento”.
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- Scritto da Francesco Comina
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Aldo Palazzeschi, futurista e pacifista.
Forse dovremo rimetterlo al centro della riflessione critica e letteraria. A 150 anni dalla nascita, Aldo Palazzeschi torna a noi per incendiare l’aurora e aprire un pertugio nel crepuscolo. Perché Palazzeschi fu una coscienza critica e pensante nel turbinio della guerra, di quella Prima guerra mondiale che i suoi amici futuristi si ostinavano a definire: “Sola igiene etica dei popoli”.
Fu un intellettuale libero, che si emancipò dai sentimenti di esaltazione di quegli anni e si liberò dallo spirito bellicista che animava il cuore pulsante dei colleghi-poeti inzaccherati fino al collo dal richiamo all’azione come fosse un incantevole segno dei tempi. Egli lo denunciò con tale forza e con tale energia che quello slancio “pacifista” rimase come un unicum in quel contesto storico-letterario. Lui, che si credeva un “saltimbanco dell’anima mia”, un poeta non-poeta nel grigiore della malinconia, un musico senza spartito, in grado di suonare soltanto una nota. Lui che cercava “una lente” per mostrare il cuore alla gente… Quello stesso omino del crepuscolo e del futuro si librava nel cielo oramai spoglio dai residui del passato (così volevano le avanguardie) come “l’incendiario mancato”: «Ogni verso che scrivo è un incendio. / Oh! Tu vedessi quando scrivo! / Mi par di vederle le fiamme, / e sento le vampe, bollenti / carezze al mio viso. / Incendio non vero / è quello ch’io scrivo, / non vero seppure è per dolo… Io sono una fiamma che aspetta! / Va’, passa fratello, corri, a riscaldare / la gelida carcassa / di questo vecchio mondo!».
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- Scritto da Franco Dinelli
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- Qualifica Autore: presidente Centro Studi Economico-Sociali per la Pace
Come educare alla pace i giovani oggi, in un’era di conflitti e insicurezza? Ce ne parlano Andrea Bigalli ed Elisa Lelli.
Questo libro nasce dalla richiesta che Elisa Lelli, ora insegnante, fa ad Andrea Bigalli, suo ex professore: lavorare insieme per trovare una modalità efficace per educare alla pace gli studenti di oggi. Da questo incipit, ha origine un intenso dialogo che si dipana su sette capitoli, attraverso i quali, i due autori delineano una proposta di percorso per rilanciare la educazione alla pace in questi tempi oscuri.
Il libro si fonda essenzialmente sul dialogo fra due generazioni passate che si interrogano sulla generazione presente. Il libro è di agile lettura e affronta temi come identità, relazione, conflitto, guerra e chiesa, senza per questo perdere in densità. La densità è anzi una caratteristica positiva di questo testo, che ci porta a leggere e rileggere singoli capitoli o parte di essi. E ogni nuova lettura genera sempre nuove riflessioni e idee.
Quello che però più colpisce, e colpisce nel centro a mio avviso, non sono tanto i contenuti, seppur anche essi siano di importanti. Di contenuti buoni, a volte anche migliori sulla carta, se ne possono trovare in molte pubblicazioni. Spesso ci si dimentica quante volte ne abbiamo sentiti da divenire abusati e risuonare vani. In realtà, il fulcro del libro è la proposta di un metodo, vecchio ma nuovo per il mondo attuale: la pratica del dialogo intergenerazionale.
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- Scritto da Mons. Francesco Neri
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- Qualifica Autore: Arcivescovo di Otranto
Il Cantico delle Creature in don Tonino Bello.
Don Tonino Bello ha una conoscenza diretta e ricca delle Fonti francescane. Tra tutti i testi, in assoluto il primato spetta al Cantico delle creature.
Buon musicista, lo insegna ai seminaristi e lo fa frequentemente cantare in una versione a più voci. Ma il canto deve agganciarsi alle creature concrete, ed ecco che don Tonino accompagna i seminaristi in lunghe passeggiate all’aria aperta. La meta è la campagna con la sua rete di sentieri che conducono a scoprire le piante nella loro varietà di forme e colori, o a soffermarsi sulla sorpresa degli odori come quello, caratteristico, della stalla nel momento in cui è stata bagnata da poche gocce d’acqua. Se è invece l’ora del tramonto, il vicerettore conduce i ragazzi a Salve, a poca distanza da Ugento, per far loro ammirare la luna che si avvicenda col sole, riflettendosi stupendamente nel mare.
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- Scritto da Riccardo Michelucci
- Categoria: Marzo 2025 - La Palestina nel cuore
- Qualifica Autore: giornalista
Il grido disperato d’allarme e di dolore della delegazione palestinese di Kairos, in Italia dal 17 al 23 febbraio.
Chissà cosa avranno pensato, i nostri amici palestinesi della delegazione di Kairos che hanno visitato l’Italia qualche giorno fa, nell’attraversare la nostra tranquilla quotidianità confrontandola con la vita che loro sono costretti a vivere ogni giorno a Betlemme, a Ramallah e in tutta la Cisgiordania. Forse saranno rimasti disgustati dal più o meno inconsapevole razzismo dei nostri politici, dalla disinformazione e dall’insensibilità di parte della nostra opinione pubblica. “Prima di tutto dobbiamo chiedere perdono a questi tre palestinesi per quello che dovremmo fare e non stiamo facendo”, ha esordito eloquentemente il sempiterno Alex Zanotelli nell’accoglierli a Napoli, prima tappa di una visita in Italia che li ha portati poi a Roma, Firenze, Bologna, Padova e Venezia.
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- Scritto da Alessandro Marescotti
- Categoria: Marzo 2025 - La Palestina nel cuore
- Qualifica Autore: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
L’Intelligenza Artificiale cinese che sfida l’egemonia statunitense con l’open source.
DeepSeek sta rivoluzionando il panorama dell’Intelligenza Artificiale con un approccio innovativo che si basa su un software open source, ossia a disposizione di tutti. È una piattaforma di Intelligenza Artificiale nata in Cina ed è molto simile a ChatGPT.
Ghost writer cinese
Un esempio di funzionamento? Poniamo a DeepSeek questa richiesta: “Scrivi un discorso per Pax Christi per commentare pubblicamente l’iniziativa di Trump per la fine della guerra in Ucraina”.
Ed ecco apparire – come se fosse un ghost writer – il discorso sullo schermo del nostro computer: “Care sorelle e fratelli, membri della comunità, rappresentanti delle istituzioni e della società civile, oggi ci troviamo qui, come portatori di un messaggio di pace, per riflettere sull’iniziativa recentemente annunciata dall’ex Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, riguardo la fine della guerra in Ucraina.
Come Pax Christi, organizzazione radicata nei valori del Vangelo e nella promozione della giustizia e della riconciliazione, non possiamo che accogliere con speranza ogni sforzo che miri a porre fine a un conflitto che ha causato immense sofferenze, distruzioni e perdite di vite umane”.
Dossier - Marzo 2025 - Le guerre le vittime i media

A cura di Caritas Italiana
Il nuovo Rapporto di Caritas Italiana sui conflitti dimenticati è dedicato al “ritorno delle armi”. Guerre e conflitti di questo nostro tempo così infuocato e complesso, narrazioni mediatiche non sempre veritiere, il mondo social e web: questo e altro ancora nello storico Rapporto della Caritas.
Qual è peso mediatico delle guerre nell’agenda informativa? Quale spazio è dato dai media agli aspetti umanitari e al legame tra guerra, ambiente e transizione ecologica? E quale alle risorse naturali essenziali, come l’acqua, sempre più motivo di conflitti? In queste pagine, proviamo a cogliere il legale tra informazione e conflitti, tra social e media tradizionali, tra guerre e nuovi linguaggi.
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