
A cura di Caritas Italiana
Il nuovo Rapporto di Caritas Italiana sui conflitti dimenticati è dedicato al “ritorno delle armi”. Guerre e conflitti di questo nostro tempo così infuocato e complesso, narrazioni mediatiche non sempre veritiere, il mondo social e web: questo e altro ancora nello storico Rapporto della Caritas.
Qual è peso mediatico delle guerre nell’agenda informativa? Quale spazio è dato dai media agli aspetti umanitari e al legame tra guerra, ambiente e transizione ecologica? E quale alle risorse naturali essenziali, come l’acqua, sempre più motivo di conflitti? In queste pagine, proviamo a cogliere il legale tra informazione e conflitti, tra social e media tradizionali, tra guerre e nuovi linguaggi.
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- Scritto da Walter Nanni
- Categoria: Dossier - Marzo 2025 - Le guerre le vittime i media
Il ritorno delle armi. Conflitti a differente entità nel nostro tempo.
Il volume, “Il ritorno alle armi. Guerre del nostro tempo”, costituisce l’ottava tappa di un percorso di studio sui conflitti dimenticati, avviato da Caritas Italiana nel 2002, e che ha dato luogo ad altrettante pubblicazioni editoriali. Frutto di un lungo lavoro di studio portato avanti a cura di un gruppo ristretto di studiosi ed enti accreditati, il Rapporto si concentra sul peso mediatico delle guerre nell’agenda informativa, con particolare interesse agli aspetti umanitari e al legame tra guerra, ambiente e transizione ecologica. Uno spazio di approfondimento è dedicato al ruolo dell’acqua, risorsa limitata per eccellenza, che può divenire causa, strumento e obiettivo di un conflitto.
La prima parte del Rapporto è di taglio descrittivo-analitico e intende offrire uno spaccato dei fenomeni e delle tendenze in atto, con particolare riferimento allo scenario geopolitico dello scacchiere internazionale, che vede il ritorno della guerra tra Stati nel continente europeo. Ampio spazio è dedicato all’intervento umanitario, a come le organizzazioni si trovano ad agire in uno scenario di guerra caratterizzato da rischi e opportunità, con particolare riguardo al coinvolgimento dei minori in situazioni di conflitto armato.
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- Scritto da Arianna Albé
- Categoria: Dossier - Marzo 2025 - Le guerre le vittime i media
Spezziamo la violenza. Giovani in dialogo per risolvere i conflitti.
Caritas Italiana, in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione e del Merito, ha bandito per l’anno scolastico 2023-2024 un concorso nazionale rivolto alle scuole di ogni ordine e grado. Il concorso è inserito nell’ambito del Protocollo triennale di Intesa “Educare alla pace, alla mondialità, al dialogo, alla legalità e alla corresponsabilità attraverso la valorizzazione del volontariato e della solidarietà sociale” e per questa edizione ha preso il titolo “Spezziamo la violenza. Giovani in dialogo per risolvere i conflitti”.
Da tutta Italia sono pervenuti 177 lavori che sono stati prodotti con media e tecniche differenti. Attraverso il disegno, fotografie e video, performance teatrali e musicali, installazioni e altre soluzioni creative, i ragazzi e le ragazze di tutte le regioni hanno raccontato il loro personale sguardo in risposta a una domanda volutamente ampia, proprio per accogliere le diverse visioni dei giovani.
“Cosa vuol dire la parola “pace”? Significa solamente assenza di guerra? Può essere raggiunta solo dopo scontri violenti, oppure anche grazie ad approcci nonviolenti? Siamo e saremo “inevitabilmente” incapaci di risolvere i vari conflitti che ogni giorno, in ogni luogo, “inevitabilmente” insorgono?”.
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- Scritto da Federica Arenare
- Categoria: Dossier - Marzo 2025 - Le guerre le vittime i media
Instagram e la copertura dei conflitti dimenticati.
Con l’evoluzione dei social media, piattaforme come Instagram hanno assunto un ruolo sempre più rilevante nella diffusione di informazioni, inclusa la copertura di eventi complessi come i conflitti e le guerre che si consumano a livello globale. Come mostrano i dati del 47° Digital News Report del Reuters Institute, l’uso di social network, in particolare Instagram e Tik Tok, sono in costante aumento rispetto alle fonti da cui fruire informazioni e notizie (Fig. 1).
Nonostante Instagram nasca come app per la condivisione di fotografie e video, le sue caratteristiche strutturali hanno spinto diverse realtà giornalistiche a sperimentare nuove forme di storytelling. In particolare, è stato proprio in Italia il caso del lancio della prima realtà di giornalismo nativo digitale: Will (@will_ita). Lanciata nel gennaio 2020 e divenuta modello in tutta Europa come prima piattaforma giornalistica nata e pensata per Instagram, ad oggi conta un numero di follower pari alle principali testate giornalistiche tradizionali sulla stessa piattaforma.
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- Scritto da Monia Azzalini
- Categoria: Dossier - Marzo 2025 - Le guerre le vittime i media
- Qualifica Autore: Osservatorio di Pavia
I conflitti dimenticati nei TG italiani del 2022 e 2023.
In occasione dell’ottavo Rapporto sui conflitti dimenticati di Caritas italiana, l’Osservatorio di Pavia ha realizzato uno studio sui sette principali TG nazionali trasmessi in fascia serale (TG1 20:00, TG2 20:30, TG3 19:00, TG4 18:55, TG5 20:00, Studio Aperto 18:30 e TGLa7 20:00) dal 1° gennaio 2022 al 31 dicembre 2023, rilevando il coverage dei Paesi interessati da conflitti di estrema o alta gravità sulla base dell’indice dell’Armed Conflict Location and Event Data (ACLED) (cfr il capitolo 6 del volume a cura di Paolo Beccegato e Walter Nanni, Il ritorno delle armi. Guerre del nostro tempo, Edizioni San Paolo, 2023, ndr).
I risultati hanno dimostrato che le notizie focalizzate direttamente su eventi o situazioni conflittuali, con cronache e reportage, nel 2022 sono 4.695, pari all’11,7% del totale delle notizie. Fra queste, il 96,5% si concentra sulla guerra in Ucraina, il restante 3,5% si distribuisce fra tutti gli altri conflitti del pianeta.
In particolare, riesce ad attirare l’attenzione il conflitto in Afghanistan (con quasi la metà delle notizie dedicata alla condizione delle donne), e in Siria, con più della metà delle notizie concentrate sulla storia di Mustafà, il bambino nato senza arti a causa di un attacco chimico durante la guerra del 2006, accolto in Italia a inizio gennaio per un intervento di protesi. Ai conflitti in Mali, Brasile, Somalia, Iraq, Myanmar, Burkina Faso, Colombia, Haiti, Messico e Pakistan è dedicata solo qualche sparuta notizia; a quelli relativi a Filippine, India, Repubblica Democratica del Congo (RDC), Sud Sudan e Yemen nessuna.
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- Scritto da Pietro Vento e Maria Sabrina Titone
- Categoria: Dossier - Marzo 2025 - Le guerre le vittime i media
Una ricerca dell’Istituto Demopolis per Caritas Italiana.
Alla vigilia del terzo anniversario di guerra “europea”, con l’invasione russa in Ucraina del febbraio 2022, e dopo oltre un anno di escalation del conflitto a Gaza e in Medio Oriente, la visibilità quotidiana della guerra sta condizionando l’immaginario degli italiani. Il 74% associa la guerra a morte e distruzione: è un dato cresciuto di quasi 20 punti in tre anni.
Inoltre, la pervasività iconica dei conflitti ai confini dell’Europa e del Mediterraneo ha intaccato anche le più profonde resistenze degli italiani a occuparsi di dinamiche internazionali: oggi è il 35% che si informa regolarmente sui fatti che riguardano Europa e “resto del mondo”; nel 2021 era meno di un quinto della popolazione.
Giocoforza, se nel 2021 il pensiero dei conflitti attivi nel mondo si presentava inabissato e confuso, oggi è quotidianità e contiguità, tanto prossima, a partire dal febbraio 2022, con l’esplosione del conflitto russo-ucraino, da iniziare ad assumere i profili di una tetra normalità, che non smette però di essere accompagnata da una domanda di pace.
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