27 ottobre 2023: Custodire il creato costruendo la pace

Venti di morte stanno continuando ad abbattersi sul mondo. Guerre e guerriglie nutrite da armi sempre più sofisticate e letali eliminano vite umane e animali, devastano città e campagne, provocano carestie. Lo sfruttamento e l’inquinamento di acqua, aria e suolo causano siccità, alluvioni, frane. La deriva nucleare che è alle porte renderebbe il mondo un deserto privo di vita. Sono segni dei tempi che interpellano uomini e donne di ogni religione e di ogni forma di pensiero.
Noi, credenti cristiani e musulmani, amanti e costruttori della pace, riaffermiamo che il progetto di Dio per l’umanità è la custodia di tutto il creato, la condivisione dei beni comuni, la convivialità delle differenze.
Nel Corano leggiamo: «Porrò Khalifa cioè un vicario sulla terra» (Sura II,30). Dio pone l’essere umano come custode della creazione affinché possa servirla, custodirla, amarla e ricevere benefici da essa: la terra dà al cielo e il cielo restituisce alla terra. Dio non pone l’essere umano come custode della creazione perché ne sfrutti indiscriminatamente i beni, sprechi il cibo e distrugga la biodiversità.
Leggiamo anche, nella Bibbia: «Il Signore Dio prese ‘adam e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse» (Gen 2,15).
Nella Laudato si’ papa Francesco scrive: «Vivere la vocazione di essere custodi dell’opera di Dio è parte essenziale di un’esistenza virtuosa, non costituisce qualcosa di opzionale e nemmeno un aspetto secondario dell’esperienza cristiana».
La nostra fede è fonte di etica, di preghiera e di ortoprassi quotidiana, ce lo ricorda anche il Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune: «La fede porta il credente a vedere nell’altro un fratello da sostenere e da amare. Dalla fede in Dio, che ha creato l’universo, le creature e tutti gli esseri umani – uguali per la Sua Misericordia –, il credente è chiamato a esprimere questa fratellanza umana, salvaguardando il creato e tutto l’universo e sostenendo ogni persona, specialmente le più bisognose e povere».
A sessant’anni dall’enciclica Pacem in terris siamo chiamate e chiamati a un disarmo dei cuori, a una conversione ecologica che rinnovi la nostra vocazione a essere custodi dell’opera di Dio. Le religioni, così come la politica, la scuola e i mass media sono responsabili dell’educazione alla pace e alla cura. Ci opponiamo alla benedizione delle armate in nome di Dio. Ci opponiamo allo storno di fondi dalla sanità e dall’istruzione a favore del comparto militare. Ci opponiamo al linguaggio bellico che vede nell’altro un nemico. Chiediamo una riconversione dell’industria degli armamenti.
Invitiamo tutte le donne e gli uomini di buona volontà a organizzare il 27 ottobre iniziative per celebrare la XXII Giornata ecumenica del dialogo cristiano-islamico “Custodire il creato costruendo la pace”.
Per esprimere adesioni e comunicare l’organizzazione di iniziative scrivere all’indirizzo mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Comitato promotore nazionale della Giornata ecumenica del dialogo cristiano-islamico

Leggi anche: XXI Giornata ecumenica del dialogo cristiano-islamico


Mosaico di pace, rivista promossa da Pax Christi Italia e fondata da don Tonino Bello, si mantiene in vita solo grazie agli abbonamenti e alle donazioni.
Se non sei abbonato, ti invitiamo a valutare una delle nostre proposte:
https://www.mosaicodipace.it/index.php/abbonamenti
e, in ogni caso, ogni piccola donazione è un respiro in più per il nostro lavoro:
https://www.mosaicodipace.it/index.php/altri-acquisti-e-donazioni