“L’Unione europea si fonda sui valori indivisibili e universali della dignità umana, della libertà, dell’uguaglianza e della solidarietà”, si legge nel preambolo della Carta dei diritti fondamentali dell’UE.
Da anni, però, assistiamo alla continua e sistematica violazione di questi principi. Esempi innegabili sono: la militarizzazione e l’esternalizzazione delle frontiere interne ed esterne, le deportazioni brutali, la violenza all’interno degli Stati membri e nei Paesi terzi con cui l’Europa ha concluso accordi per impedire ai richiedenti asilo di entrare nel territorio europeo. In Croazia, Francia, Grecia, Italia, Spagna, ma anche in Libia e Turchia i diritti umani sono spietatamente sospesi ormai da tempo. Abusi e violenze sono diventati la caratteristica dominante della governance europea nella gestione della migrazione.
Il nostro status di cittadini europei ci impone di agire e di chiedere all'Europa di ridare significato alle solenni parole firmate nel 2000 a Nizza dai Capi di Stato e di Governo dei nostri Paesi.
È tempo di unire in un’azione politica comune tutti coloro che si oppongono alle violazioni dei diritti fondamentali, alla tortura, agli abusi su persone indifese, colpevoli solo di cercare una vita dignitosa e una speranza per il futuro, lontano dai Paesi di origine.
Chiediamo innanzitutto all’Unione Europea:
di intraprendere azioni concrete, volte a garantire il pieno rispetto da parte dei suoi membri dell’articolo 4 della Carta dei diritti fondamentali dell’UE, che impone l’obbligo non solo di reprimere ma anche di prevenire la tortura e i trattamenti inumani e degradanti contro TUTTE le persone.
Chiediamo la protezione dei migranti e dei richiedenti asilo con:
• l’istituzione di meccanismi di monitoraggio per individuare e fermare le violazioni dei diritti fondamentali e gli atti che violano la dignità umana, sia alle frontiere che all’interno dello spazio comune europeo;
• il ritiro dagli accordi internazionali sul controllo dei flussi migratori con Paesi terzi colpevoli di gravi violazioni dei diritti umani, e il NON concludere tali accordi in futuro;
• l'istituzione di norme minime di accoglienza applicabili a tutti gli Stati membri e per l'intero periodo di residenza delle persone nel loro territorio;
• la possibilità di sanzioni specifiche in caso di violazione delle norme comunitarie.
Grazie all'ICE (Iniziativa dei Cittadini Europei), un milione di cittadini residenti in almeno un quarto degli Stati membri chiederanno alla Commissione Ue un intervento legislativo. Abbiamo concentrato la nostra richiesta sul rispetto dell'articolo 4 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea.
Come cittadini europei diciamo: basta con la negazione da parte dei nostri governi dei valori espressi nella Carta costitutiva dell'Unione.
Riprendiamoci l'Europa!
Firma anche tu nel luogo a te più vicino: https://www.stopborderviolence.org/#manifesto