In Italia il mercato della lavorazione del pomodoro è spesso caratterizzato da sfruttamento e diritti negati: 430 mila i lavoratori agricoli irregolari in Italia, 100.000 sono vittime di sfruttamento, 80% sono cittadini stranieri (Caso Studio "Sfruttati" OXFAM-Terra giugno 2018).
Nel corso della serata parleremo dell’agricoltura nei territori siciliani e pugliesi, seguendo due realtà che hanno deciso di investire sul proprio territorio e contrastare il caporalato, il lavoro in nero e lo sfruttamento delle risorse naturali. Il loro è un esempio pratico di come l’agricoltura sostenibile non solo sia più rispettosa dell’ambiente, ma che possa anche promuovere una politica del lavoro più equa e rispettosa dei diritti dei lavoratori.
Il Centro per la Pace del Comune di Bolzano, sotto la gestione della Caritas Diocesi Bolzano-Bressanone, in collaborazione con Mandacarù ONLUS, vi invita cordialmente alla presentazione
Martedì 23 Novembre, ore 18.00, presso la Sala don Bosco dell’Istituto Rainerum (piazza Domenicani 15).
Interviene:
Francesco Marchetti –Ufficio marketing e sviluppo prodotti Altromercato
Parteciperanno in videoconferenza
Vincenzo Pisa - presidente della cooperativa Rinascita
Maria Luisa Terenzio – referente della cooperativa Prima Bio
Modera: Matteo De Checchi – giornalista di Meltingpot Europa, attivista con Bozen Solidale e Spazio Autogestito 77
Il primo progetto di cui parleremo sarà la cooperativa Rinascita, formata da alcuni contadini che si sono uniti per valorizzare la produzione biologica del pomodoro Siccagno, una varietà antica che cresce senza l’apporto di acqua e quindi a bassissimo impatto ambientale. Il pomodoro è coltivato in parte su terreni confiscati alle mafie, all'insegna della legalità, oltre che della sostenibilità. Il loro è un impegno per resistere allo spopolamento del proprio territorio e ad ogni tipo di estorsione mafiosa.
La seconda cooperativa, Primabio, nasce nel 1998 nei pressi di Rignano Garganico, in Puglia, per coltivare prodotti biologici.
Nel corso degli anni, hanno ottimizzato le loro tecniche di produzione per ridurre al minimo gli scarti alimentari e i consumi di energia e acqua, creando bacini di raccolta dell’acqua piovana, impianti di irrigazione a goccia, installando un impianto fotovoltaico sulle strutture della cooperativa, e così via.
Per Primabio, che lavora in un territorio noto per lo sfruttamento del lavoro nero e per il caporalato, è importante mantenere una politica di lavoro etica, che garantisca il rispetto dei diritti dei lavoratori, una busta paga equa, e l’integrazione di lavoratori stranieri.
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