Durante il Convegno “La scuola non è una gara”, in svolgimento a Piacenza, è stato presentato un sondaggio, a cura di Antonella Gorrino e Massimo Lussignoli che ha coinvolto 2137 studenti e studentesse delle scuole superiori di tutto il territorio nazionale.
Non vuole essere rappresentativo della totalità della componente studentesca ma sicuramente la tendenza che emerge ha una sua significatività che ci interroga sul come stanno gli alunni a scuola e cosa pensano riguardo ai voti.
++ IL 71% DEGLI INTERVISTATI VORREBBE UNA SCUOLA SENZA VOTI ++
Un risultato netto, immaginabile ma non scontato per la proporzione con la quale si è espresso e per l’assenza di significative differenze tra le varie tipologie di scuola.
Il motivo che emerge nettamente rispetto al tema dei voti è sicuramente l’ansia. L’87% degli studenti affermano che verifiche e interrogazioni producono ansia che aumenta con il progredire del tempo. I ragazzi del triennio hanno risposto affermativamente per l’89% di contro all’87% del biennio. Sono i ragazzi del liceo che “soffrono maggiormente di ansia, 92%, in buona compagnia con istituti tecnici e professionali al 90%.
Non è la competizione ciò che determina l’ansia: il 51% dei ragazzi non ritiene che i voti mettano in competizione. Solo una piccola percentuale lo pensa. È stato approfondito questo aspetto chiedendo nello specifico agli studenti cosa pensano quando un compagno ha un voto più alto del suo. Anche in questo caso il risultato è molto significativo: il 67% afferma di non attribuire significativa importanza ad un voto più alto del compagno e questa tendenza aumenta con l’età. I ragazzi del triennio concordano con questa affermazione per il 69% di contro al 66% del biennio.
L’idea che i voti servano per motivare ad apprendere e che servano per migliorare, che è propria degli adulti, non appartiene ai ragazzi. Il 55% degli intervistati non condivide questa idea e il 67% non ritiene neppure che i voti servano per valutarli concretamente. Anche in questo caso questa posizione aumenta con il passare del tempo.
Il sondaggio ha esplorato anche cosa significa stare bene a scuola. Per il 51% significa stare bene con gli amici, solo il 15,5% risponde “imparare qualche cosa di nuovo”. Non stare bene a scuola, invece, per il 50% vuol dire essere giudicato o sotto pressione. Il dato che emerge è che sono le relazioni, e soprattutto le relazioni con i pari, a decretare benessere a scuola. I ragazzi considerano i rapporti di solidarietà fondamentali. Il 59% afferma di essere disposto ad aiutare un compagno in difficoltà.
Il sondaggio conferma il tema del convegno. La scuola per i ragazzi non è una gara ma è un luogo dove cercare allenatori che li sostengano. Diversamente diventano generatori di ansia e fonte di giudizio inibente.
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