Presentato a Tokyo l’aggiornamento del rapporto “Worldwide investements in cluster munitions a shared responsability”: aumentano gli investimenti nelle produzioni delle bombe a grappolo messe al bando nel 2008. In Italia una legge in materia già approvata in Senato attende l’approvazione definitiva da parte della Camera dei Deputati.
Nonostante 119 nazioni abbiano già aderito alla Convenzione del 2008 sulle munizioni a grappolo per liberare il mondo dalle famigerate cluster bombs, negli ultimi quattro anni 166 istituzioni finanziarie hanno investito – da ottobre 2009 a marzo 2017 - 31 miliardi di dollari in aziende che producono queste armi.
Il rapporto “Worldwide investements in cluster munitions a shared responsability” presentato oggi a Tokyo dall’associazione PAX (ONG con sede nei Paesi Bassi membro della Cluster Munition Coalition) ci dice che i 31 miliardi di dollari di investimenti sono stati accordati principalmente a sei aziende che producono munizioni a grappolo. Tra le sei, due società si trovano in Cina (Cina Aerospace Science and Industry e Norinco), due in Corea del Sud (Hanwha e Poongsan) e due negli Stati Uniti (Orbital ATK e Textron).
Le bombe a grappolo sono vietate perché danneggiano in modo sproporzionato i civili così come accade per il continuo uso di munizioni a grappolo da parte delle forze siriane e russe in Siria e della coalizione a guida saudita nello Yemen. Questi ordigni hanno effetti devastanti sulle popolazioni civili facendo stragi e causando morti e feriti per decine di anni anche dopo la fine dei conflitti.
“Vedere un aumento di 3 miliardi di investimenti a favore di produttori di bombe a grappolo, passando dai 28 miliardi nel 2016 rispetto ai 31 totalizzati nel 2017 è l’ennesima prova che la bulimia di profitto non conosce vergogna – dichiara Giuseppe Schiavello direttore della Campagna Italiana Contro le Mine - tutti sono consapevoli di ciò che stanno finanziando ovvero morte, dolore e mutilazioni ed è semplicemente il palese protrarsi di un’infamia”.
La situazione di continuo rilancio economico di questa produzione urta evidentemente contro la volontà della maggioranza dei Paesi del mondo, che hanno dichiarato le munizioni a grappolo fuori legge.
“Non c’è altro modo di definire queste attività – continua Schiavello – ed è bene che la gente per disinvestire i propri risparmi sappia quali sono le istituzioni finanziarie, i fondi di investimento ed i fondi pensionistici coinvolti in modo da non essere complici di omicidi e stragi di gente impossibilitata a difendersi. E’arrivato il momento che i risparmiatori pongano le loro inderogabili condizioni morali per non essere involontari e disinformati favoreggiatori”.
Per quanto riguarda il nostro Paese, sin dalla ratifica da parte dell’Italia della Convenzione sulle Munizioni Cluster la Campagna Italiana contro le mine e la Rete Italiana per il Disarmo hanno promosso e supportato l’iter del disegno di legge “Misure per contrastare il finanziamento delle imprese produttrici di mine antipersona, di munizioni e submunizioni a grappolo”. Il Ddl 4096, dopo la sua approvazione al Senato e la sua discussione in Commissione Finanze della Camera dei Deputati - ove ha trovato l’accordo di tutti i gruppi i politici - è attualmente in attesa di essere calendarizzato per la votazione in aula oppure di essere rinviato di nuovo in Commissione Finanze, con l’accordo di tutti i capigruppo e con l’autorizzazione della sede deliberante per la votazione definitiva.
“Attendiamo l’approvazione di questa legge da 7 lunghi anni, una prima versione fu approvata alla Camera nel 2012, ma poi cadde il Governo e si dovette ricominciare l’iter da capo. Il Ddl ha fatto di nuovo grandi passi in avanti ed ha trovato – come raramente accade – l’approvazione ed il plauso di tutte le forze politiche. Chiediamo con forza e confidiamo che questa proposta divenga definitivamente legge dello Stato entro il 1 agosto 2017 data in cui si celebra il VII anno dall’entrata in vigore della Convenzione di messa al bando delle bombe cluster, confermando il serio impegno italiano in questo ambito” – conclude Schiavello.
Maggiori informazioni: Campagna Mine
Per interviste: Giuseppe Schiavello 340/4759230