L’accordo del 15 gennaio per porre fine alla violenza e al rilascio degli ostaggi offre un raro momento di speranza in mezzo alla sofferenza di Gaza. Oltre 46.000 vite sono andate perse, innumerevoli famiglie sono state sfollate e le infrastrutture sono state distrutte, provocando carestie e malattie.
In Cisgiordania, gli insediamenti illegali e la violenza dei coloni stanno costringendo le comunità palestinesi ad abbandonare le loro case. La portata di questo trauma è inimmaginabile.
Questa sofferenza è causata non solo dalle bombe e dai proiettili, ma anche da ingiustizie profondamente radicate che devono essere affrontate. Ci auguriamo che questo cessate il fuoco non rappresenti un’interruzione temporanea della violenza, ma l’inizio di un dialogo significativo fondato sulla giustizia, sull’uguaglianza e sulla dignità di tutte le persone. Affinché il dialogo sia realmente possibile, qualsiasi pausa nella violenza deve portare immediatamente a un cessate il fuoco permanente, che consentirebbe la vera attuazione del dialogo.
La vera pace può essere raggiunta solo affrontando le cause profonde di questa violenza con responsabilità e rispetto. Gli aiuti umanitari devono raggiungere coloro che ne hanno bisogno, il diritto internazionale deve essere rispettato e gli insediamenti illegali devono essere fermati. Rimaniamo impegnati per un futuro in cui sia i palestinesi che gli israeliani vivano in pace, sicurezza e rispetto reciproco.