Gli uomini e le donne di tutti i tempi sono stati interpellati dagli eventi della storia ad assumere decisioni per dare un futuro all'umanità. Anche noi, oggi, siamo interpellati dalla devastante guerra mondiale a pezzi, che va avanti dall'11 settembre del 2001, con conseguenze gravissime per milioni e milioni di persone uccise, ridotte alla fame o costrette a fuggire dai propri Paesi.
È una guerra che si nutre di bugie e trova origine nella voracità delle grandi potenze che cercano nuovi mercati, materie prime e supremazia globale e che sta aggravando ancora di più i già precari equilibri ambientali con l’avanzare di profondi cambiamenti climatici.
I movimenti migratori, in cui sono coinvolti a livello mondiale un centinaio di milioni di persone, è figlio prevalentemente della guerra nella quale è coinvolto anche il nostro Paese.
La guerra è follia. Occorre uscirne al più presto, fermando la produzione di armamenti che la sostiene e bloccando la diffusione di notizie false che la genera; così come occorre bloccare ogni xenofobia e ogni forma di razzismo.
Non dobbiamo dimenticare ciò che è successo durante la seconda guerra mondiale. Anche allora, per sostenere la guerra, si scatenò un feroce razzismo contro gli ebrei, l'antisemitismo, che portò all'orrore dei campi di concentramento e alla Shoà. Anche allora si usarono la religione e la guerra tra poveri come carburante per la guerra.
Oggi ci risiamo. La guerra tra poveri che si vuole scatenare contro i migranti non serve ai popoli, perché lascia intatti i privilegi e le ricchezze di quanti sono i responsabili della guerra, e non risolve i problemi sociali che ogni guerra si porta dietro, con l'aumento a dismisura delle spese militari da un lato e dall’altro la riduzione drastica di tutte le spese per i servizi e il benessere sociale, a cominciare dalla tutela ambientale e dalla difesa della popolazione e del territorio dai disastri naturali.
Come persone, uomini e donne, credenti e non credenti, appartenenti all’unica razza umana, operanti da anni nel difficile cammino del dialogo, alla ricerca di ciò che ci unisce e della nostra comune umanità, siamo interpellati a promuovere il dialogo e l’incontro tra le religioni e a opporci a qualsiasi forma di razzismo, di xenofobia, di odio religioso e a sostenere senza tentennamenti la libertà religiosa.
Memori della storia del xx secolo appena passato, ci impegniamo perciò:
• a valorizzare il dialogo fra le religioni a ogni livello possibile, nelle nostre istituzioni culturali, nella scuola, nell’associazionismo, nelle nostre comunità religiose;
• a sostenere in particolare il dialogo fra le tre grandi religioni monoteiste: l’ebraica, la cristiana, la islamica, tutte figlie del patriarca Abramo;
• a opporci a qualsiasi tentativo di cristallizzare il razzismo e trasformarlo in un fenomeno organizzato come ha tentato di fare il fascismo in Italia nel 1938;
• a negare ogni giustificazione religiosa a chiunque promuova la guerra o pratichi il razzismo e la xenofobia, soffiando sul fuoco delle differenze che esistono fra le religioni, e compia atti di violenza razziale;
• a promuovere un’informazione veritiera sul fatto religioso, priva di istigazioni all’odio razziale, come previsto tra l’altro dallo stesso codice deontologico dei giornalisti italiani;
• a opporci a qualsiasi iniziativa di guerra e a promuovere una vera educazione alla pace e alla nonviolenza come base della convivenza civile, e a sostenere ogni iniziativa dello Stato che promuova la via diplomatica e non lo scontro;
• a rifiutare qualsivoglia ingerenza statale o di partito politico all’interno di singole organizzazioni religiose che devono essere libere di vivere la propria fede secondo quanto sancito dalla nostra Costituzione.
Ci impegniamo inoltre a promuovere tutte le iniziative di dialogo esistenti fra le religioni e all’interno di esse, fra cui:
• la Giornata ecumenica del dialogo cristiano-islamico del 27 ottobre;
• la Giornata del dialogo ebraico-cristiano del 17 gennaio;
• la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani dal 18 al 25 gennaio;
• la Giornata della libertà religiosa del 17 febbraio;
• il Tempo per il Creato dal 1° settembre al 4 ottobre
• esperienze quali i Consigli cittadini delle chiese cristiane e i Tavoli interreligiosi cittadini;
• tutte le altre giornate e/o iniziative che promuovano l’incontro tra le religioni e che ci aiutino a riconoscerci figli e figlie della stessa umanità.
Consapevoli che ogni essere umano sarà giudicato e ricordato per ciò che ha fatto di buono per l’umanità, chiamiamo gli uomini e le donne di pace di questo nostro paese a un impegno personale e costante su questi temi perché questa è l’unica via che abbiamo per dare un futuro alla nostra umanità.
Roma, 26 febbraio 2018
Info: www.ildialogo.org