Recensione del libro a cura di Andrea Mulas, Nova Delphi editore, 2018
Grazie alla cura di Andrea Mulas, giovane ricercatore e collaboratore della Fondazione Basso, è stato possibile pubblicare alla fine dell’anno passato una nutrita raccolta di testi diversi (1971-2007), interventi, interviste, articoli, per la maggior parte non ancora editi, attraverso il cui dipanarsi ci si avvicina, attratti come da una calamita, alla ricca personalità e straordinaria umanità di Linda Bimbi.
Ma chi è stata Linda Bimbi? Nata nel 1925, glottologa ed educatrice, a 27 anni entrò nella Congregazione delle Oblate dello Spirito Santo e partì missionaria per il Brasile, dove tra l’altro insegnò all’Università di Belo Horizonte. Sfuggita alla repressione della giunta militare e rientrata in Italia, dopo aver deciso di rinunciare ai voti insieme alle consorelle “ in nome della libertà spirituale e della fedeltà al messaggio evangelico”, di lì a poco avrebbe incontrato Lelio Basso, al cui fianco avrebbe operato alacremente al Tribunale Russell II sui crimini di guerra dei regimi dittatoriali in America latina, diventando ben presto un punto di riferimento fondamentale per le attività della Fondazione internazionale Basso. Linda attraversa la scena nazionale e internazionale del secondo Novecento da protagonista, gli anni delle dittature sudamericane, della Teologia della Liberazione, del Concilio, con un’idea-forza al cui realizzarsi dedicò la vita: “i popoli devono essere soggetti di storia non oggetti di cronaca”. Una maestra di vita Linda, che a 88 anni poteva dichiarare: “È il futuro che m’innamora anche a questa età, penso sempre al dopo…. è il fascino del futuro”! ( dalla postfazione di Franco Ippolito).