Il due ottobre, Giornata internazionale della nonviolenza, istituita dall'ONU dopo l'ultimo conflitto mondiale, e valorizzata dall'Associazione internazionale Pax Christi per sensibilizzare i giovani sui valori della pace e della giustizia, si è svolto a Catania l'incontro con studenti e insegnanti di alcune scuole secondarie della provincia per riflettere insieme su come costruire rapporti di pace oggi, in un mondo dilaniato da guerre e conflitti.
Molto significativa la data stabilita dall'Onu per questa ricorrenza, nel ricordo della nascita di Gandhi, fautore della lotta nonviolenta.
La manifestazione, celebrata a Catania presso il Palazzo della Cultura, nella sede del Cortile Platamone, con la collaborazione dell' Assessore alla Cultura, Barbara Mirabella, ha visto quest'anno protagoniste due studentesse dell'associazione Rondine, Cittadella della pace, che ha sede ad Arezzo.
Giuliana Mastropasqua, vicepresidente di Pax Christi Italia, nell'introdurre i lavori della giornata, ha ricordato ai ragazzi presenti il valore di questo evento che costituisce un'opportunità di informazione e di riflessione sulle problematiche del mondo di oggi, ma anche di festa, perché la pace nasce soprattutto dall'incontro, dallo scambio di esperienze tra persone diverse tra loro e dalla capacità di mettersi in relazione con gli altri.
Profondamente educativa la presenza di Rondine per il modello che rappresenta: la pacifica convivenza tra persone provenienti da paesi in guerra, segnati pertanto dalla sofferenza, dalla ingiustizia e dal sopruso.
A Rondine sono presenti studenti internazionali per un percorso di due anni; tutti ragazzi laureati che compiono un master in Italia. Provengono da Palestina, Israele, Russia, Cecenia, Ossezia, Georgia, Nigeria, Mali, Colombia.....
Obiettivo principale quello di educarsi per trasformare i conflitti presenti nei propri paesi in relazioni di pace. Ma per far questo imparano a vivere insieme, si tratta evidentemente di una esperienza complessa e non sempre facile perché è insieme emotiva, affettiva, culturale, umana.
Dyala e Jane, provenienti dalla Palestina e dalla Nigeria, portando la testimonianza della vita quotidiana a Rondine, dove studiano e si educano, in un gruppo di poco oltre venti giovani, alla convivenza pacifica e alla risoluzione dei conflitti, hanno presentato aspetti significativi delle loro giornate, durante le quali tutte le attività hanno un risvolto formativo pur nella semplicità dei gesti.
Con parole toccanti hanno prima raccontato le loro esperienze nei paesi di provenienza.
Dyala parlando della vita quotidiana nella sua città, ha ricordato, ma sull'orlo del pianto, la paura di uscire di casa per la presenza di un carrarmato...., l'impossibilità di raggiungere la scuola o di andare a comprare il pane a causa dei bombardamenti e delle sparatorie, la mancanza di elettricità, la difficoltà a spostarsi nell'ambito della stessa città.
Jane, presentando la sua esperienza, ha riferito della violenza che c'è in Nigeria, dei bambini armati, dei giovani che rischiano la vita, attraversando il Mediterraneo.... In Nigeria, come in tanti altri paesi dell'Africa, a causa delle guerre, i più elementari diritti umani non vengono rispettati, anzi non si conosce nemmeno quali siano i diritti umani, un aspetto, questo, che ha toccato profondamente la sensibilità degli studenti, soprattutto quando Jane ha ricordato un diritto fondamentale per la formazione dei giovani, quello all'educazione, spesso negato ed inesistente. “Ma in Africa i conflitti sono ovunque” ha di nuovo drammaticamente aggiunto “non solo in Nigeria”.
Tra le varie iniziative volte alla riduzione di conflitti armati nel mondo è stata poi presentata dalle ragazze di Rondine la campagna globale Leaders for peace che chiede agli Stati membri delle Nazioni Unite di sottrarre una cifra simbolica dal proprio bilancio della difesa per investirla in borse di studio per futuri leader di pace e l’introduzione dell’educazione ai diritti umani nei sistemi di istruzione nazionali, integrandoli con la sperimentazione della metodologia formativa di Rondine nella trasformazione creativa dei conflitti. La campagna è stata lanciata dai giovani di Rondine lo scorso dicembre in occasione del 70° anniversario della Dichiarazione universale dei Diritti dell’Uomo proprio nelle sede delle Nazioni Unite a New York.
“Ci vogliono leader globali, leader di pace” hanno affermato le due studentesse “ci vogliono leader che condividano il bisogno di gettarsi alle spalle anni di guerre”.
Tra i relatori, Marco Siino, esponente del Mir ( Movimento per la riconciliazione) nel suo articolato intervento ha evidenziato l'importante obiettivo raggiunto dalla Regione Sicilia, quello di inserire nella propria Costituzione l'educazione alla pace, sancendo con una legge approvata nel mese di giugno di quest'anno “la cultura della pace in Sicilia”, finalità già inserita nell'ordinamento di altre Regioni.
Rosario D'Agata, esponente di Pax Christi punto pace di Catania, ha ribadito il significato di questa legge in particolar modo per la Sicilia, sempre in prima linea nelle marce della pace; riveste infatti un ruolo fondamentale di ponte tra i paesi del Mediterraneo e il Nord Africa. In questo modo l'articolo 11 della nostra Costituzione “l'Italia ripudia la guerra” è stato trasfuso nelle leggi regionali. E ancora, pur facendone notare le difficoltà attuative, ha aggiunto che tale legge apre la strada a tante opportunità, ad esempio sarà certamente di aiuto e di supporto nella organizzazione delle prossime giornate della pace e della nonviolenza.
Si è rivolto poi con autorevolezza agli studenti, richiamando l'importanza di educarsi ai valori della tolleranza e dell'accoglienza, al ripudio del razzismo, alla promozione dei diritti umani, al rispetto dell'ambiente, come strumenti di pace.
Insegnanti e studenti hanno preso la parola per sottolineare il compito fondamentale di educare ai valori della pace e della giustizia e per riaffermare il delicato e fondamentale ruolo della scuola nel testimoniarli e diffonderli attraverso un impegno certamente non facile ma di grande portata nel percorso di formazione.
Con entusiasmo gli studenti hanno fatto risuonare nell'assemblea parole come “speranza”, “giustizia”, “riflessione”, “conoscenza”, aspetti che evidentemente hanno lasciato un segno nella coscienza, come lo hanno lasciato le parole di Dyala e Jane “ pace significa imparare ad abbracciare il caos, comprendere la complessità dei conflitti”. Per questo, nel concludere il loro intervento, le ragazze di Rondine hanno lasciato un ulteriore messaggio di pace che risuona come un forte appello all'impegno personale: la necessità di “conoscere le dinamiche della pace, come quella di educarsi ad esporre il pensiero in modo costruttivo per trasformare il conflitto che è intorno a te in pace, perché solo la comprensione e il dialogo possono cambiare il mondo”.
Un segnale di crescita per studenti e insegnanti, in un percorso che deve necessariamente essere sostenuto e alimentato in vario modo durante l'anno scolastico.