In questi ultimi anni abbiamo assistito a una politica che continua a percorrere la strada dell’iniquità e dell’ingiustizia che privatizza gli utili e socializza le perdite, molto spesso pagate da piccoli risparmiatori con il risparmio di una intera vita.

I Governi non hanno rispettato l’art.47 della nostra Costituzione: hanno aiutato con decine di miliardi le Banche in difficoltà, senza preoccuparsi di colpire i banchieri truffatori che hanno costretto i propri dipendenti a perpetrare l’inganno verso i cittadini (per non perdere il proprio posto di lavoro) e non riconosciuto ai cittadini il rimborso dei loro investimenti.Di fronte a questo disastro è stata costituita una Commissione d’Inchiesta che ha concluso i lavori con una relazione depositata al termine della Legislazione senza individuare e condannare i responsabili di quanto accaduto riconoscendo, però, che ci sono state delle leggerezze nei controlli da parte da Consob e di Banca d’Italia. Questa conclusione è inaccettabile e occorre che questo nuovo Parlamento deliberi una nuova Commissione d’Inchiesta con l’obiettivo dichiarato di individuare e colpire i responsabili secondo il principio che i truffatori debbano andare in galera. Il sistema Banche va radicalmente cambiato, tornando indietro, e dividendo le Banche per il risparmio e lo sviluppo dell’economia da quelle finanziarie. Le prime dovrebbero essere pubbliche, sotto il controllo della Banca d’Italia, della Consob e della Democrazia ed a queste dovrebbe essere vietato la vendita di prodotti finanziari di ogni tipo, compreso le proprie obbligazioni: Le seconde, dovrebbero essere private con i soli controlli di Banca d’Italia e Consob ed abilitate alla produzione e commercializzazione di prodotti finanziari non “tossici”.

Con questa netta distinzione si farebbe definitivamente chiarezza e trasparenza evitando il conflitto di interessi attualmente in atto, con le Banche proprietarie della Banca d’Italia ed evitando che i consumatori siano  manipolati e/o truffati da banchieri senza scrupoli, o da bancari costretti ad operare in maniera truffaldina sotto la minaccia della perdita del posto di lavoro. Infine occorre modificare la procedura per la iscrizione dei cittadini alla Centrale Rischi di Bankitalia o alla CRIF che, oggi, avviene su semplice segnalazione del creditore, senza un esame preventivo di un arbitro che determini la regolarità o meno di tale iscrizione. Il cittadino iscritto diventa un “paria” che non avrà più accesso a nessuna forma di credito spedendolo, di fatto, nelle braccia dell’usura, né riuscirà a togliersi da tale situazione dopo aver adempiuto a tutti i suoi obblighi non esistendo un sistema altrettanto automatico di cancellazione da questa lista (su quest’argomento esiste un progetto di Legge in Parlamento che andrebbe approvato con la massima urgenza).

Giubileo Bancario

Si legge nelle Sacre Scritture che gli ebrei ogni sette anni celebravano il Giubileo che non era solo religioso, ma serviva per fare un esame collettivo della situazione sociale e verificare chi e per quale motivo fosse rimasto indietro e, laddove si fossero riconosciuti motivi reali di tale situazione, i debiti venivano condonati. Non lo si faceva per motivi religiosi, ma per recuperare quella persona o famiglia che, invece di continuare a rincorrere i debiti, avrebbe potuto impegnarsi di nuovo, con rinnovato slancio e   con maggiore fiducia, a concorrere al bene comune e sociale.

Tutto ciò si è perso e oggi le Banche, anche quelle rimaste di proprietà di religiosissime Fondazioni bancarie, per disfarsi dei crediti deteriorati, li svendono a Fondi internazionali (Avvoltoio) al 15/18% del loro valore facciale. Gli stessi Fondi avvoltoio pretendono poi, attraverso atti forzosi il pagamento del capitale, degli interessi e delle spese dai malcapitati debitori. È fin troppo semplice la considerazione: ma se il debitore non ha i soldi per pagare quanto dovuto come potrà mai pagare un debito cresciuto a dismisura grazie a clausole contrattuali vessatorie cui si aggiungono spese di procedura che talvolta superano il valore stesso del credito per il quale di agisce?

Questo problema riguarda milioni di cittadini e famiglie che, per avere un mutuo per comprare la prima casa o per avere accesso al credito per risolvere altre problematiche familiari, hanno impegnato l’unico loro bene con ipoteca e/o garanzie fideiussorie. La vendita all'asta di queste case metterebbe per strada questi cittadini che passerebbero in un sol colpo da impoveriti a poveri e con ciò si opererebbe il più grande massacro sociale della storia italiana. Occorre, allora, fermarsi un istante a riflettere e stabilire le cause effettive di questa situazione che sono la diretta conseguenza della crisi economica, della perdita di lavoro, della perdita di un sostegno alla famiglia per cause naturali o di separazione o di problemi economici più in generale legati alla famiglia. Contro tutto ciò, prima con un piccolo gruppo di persone di buona volontà, e poi coinvolgendo Associazioni, Fondazioni, Commercialisti, Avvocati e Magistrati, abbiamo messo a punto una bozza di Legge che è arrivata all'esame della Commissione Finanza  della Camera dei Deputati, ha avuto varie audizioni ed era pronta per essere mandata all'esame della Camera, quando è stato sciolto il Parlamento. Per completezza di informazione vi è da dire che durante i lavori dell’ultima Legge Finanziaria, vista la piega che stava prendendo la legislatura, si sono presentati emendamenti sia alla Camera dei Deputati che al Senato, che, pur ritenuti ammissibili dalle Commissioni perché non appesantivano il bilancio dello Stato, in sede di approvazione con la fiducia non sono stati inseriti nel maxi emendamento.

La proposta è semplice: la Banca, prima di vendere il credito ai Fondi, dichiari al debitore il valore per il quale è ancora iscritto nel suo bilancio, dopo gli ammortamenti eseguiti, e consenta a quest’ultimo di acquistarla a quel valore che è certamente superiore a quello di vendita al Fondo realizzando anche una operazione maggiormente profittevole. Per evitare, infine, per i poveri e gli impoveriti meritevoli di ricorrere all'usura per realizzare il sogno della loro vita, è prevista la possibilità di accedere ad un prestito bancario garantito dal Fondo per la prevenzione all'usura di cui all'art. 15 della Legge 108/96. Questa proposta è di estrema urgenza perché ogni giorno che passa si  maturano vendite in blocco, da parte delle banche, o singole, per la naturale maturazione delle procedure esecutive con vendite all'asta a prezzi vili a causa di vari ribassi, favorendo ancora una volta le lobbies finanziarie e la mala vita organizzata!

Come puntualmente visto ed esaminato le soluzioni ci sono e vanno applicate per ridare fiducia, dignità e libertà ai cittadini e slancio complessivo all'economia avviando un circolo virtuoso che passa da maggiori consumi, ad un incremento di posti di lavoro, a un rinnovato patto sociale fino alla crescita del PIL e, soprattutto, del bene comune riequilibrando lo squilibrio sociale che si è creato in questi anni di crisi.

 


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