“Napoli chiama Vicenza”: per la prima volta abbiamo un documento in cui si possono trovare i dati per capire quanto Napoli e la Campania siano militarizzati. Fa spavento il grado di militarizzazione presente in questa regione, già martoriata per altre ragioni. Io sono grato agli autori del libro, perché di questo tema si parla pochissimo.
Si parla, infatti, di rifiuti, di camorra, ma non vi è alcun cenno alla militarizzazione del territorio campano. Che, però, deve essere inserito nel contesto più generale e ampio del Sud Italia, la nuova frontiera della lotta contro il terrorismo internazionale. Se prima la zona più militarizzata era il Nord Est, ora è il Sud Est. Ecco allora l’importanza di Napoli e della Campania. Nel libro emerge, innanzitutto, la militarizzazione atomica del territorio: a Napoli arriva un centinaio di sottomarini all’anno, cioè circa un sottomarino ogni tre giorni. Napoli non è un porto militare bensì civile. Negli Usa i sottomarini atomici non possono entrare ma possono accedere solo in quelli militari. A Napoli entrano anche nei porti civili, ne entrano un centinaio all’anno. Cosa succederebbe se uno di essi ha un’avaria? Quali rischi per la popolazione che vice in Campania? Questo è il primo aspetto evidenziato nel libro.
Secondo aspetto è la militarizzazione più generale del territorio perché vi sono 7 basi tra Nato e Usa. Ricordiamo che a Napoli è arrivato il Supremo Comando di Pronto Intervento. Il quartier generale è passato da Londra a Napoli e questo implicherà la presenza di circa 20.000 soldati americani. L’ho evidenziato anche all’allora sindaco di Napoli e non ne era al corrente. È incredibile la non conoscenza dei fatti di chi ci governa.
Terzo aspetto: le fabbriche d’armi. Bassolino ha detto, in una sua intervista, che non esistono fabbriche d’armi in Campania. Non esistono? La Campania è piena di tali fabbriche! E il libro pubblica anche l’elenco e le fotografie. Stiamo costruendo a Napoli persino missili. Abbiamo una gran concentrazione di fabbriche! È fondamentale capire quanto questo territorio sia già militarizzato. Non si sorprenda, pertanto, il governo Berlusconi di questo! Militarizzazione campana che è collegata con quella del resto del territorio. Mi chiedo come mai i cittadini non siano informati di questi dati e di queste problematiche. Come è possibile che i cristiani a Napoli non dicano nulla della militarizzazione della loro città? Come accettare silenti una militarizzazione così forsennata del territorio senza dire una parola? Questo libro ci porta ad avere coscienza del nostro territorio, paradigma di un più esteso logo. E nelle guerre che verranno, il Sud sarà in prima linea. E cito, in conclusione, mons. Nogaro che nessuna guerra è giusta. Nulla di armato a che fare con il vangelo, nulla dell’iniquità del mondo. Ogni guerra è assurda. La strada di usciti dei conflitti è il dialogo, per dar spazio al Dio della Vita.
Edizione Centro Gandhi, collana quaderni Satyagraha