Luigino Bruni, autore di questo saggio è ordinario di economia ed etica all’I.U. “Sophia” di Loppiano, l’università del Movimento dei Focolari fondato da Chiara Lubich.
“I colori del cigno” vuole condurre il lettore attraverso un percorso di discernimento, che lo porti a comprendere che è l’istituzione o l’organizzazione a servizio dell’essere umano, come dono di Dio, e non è la persona umana a doversi inserire in un concetto di totale servizio verso di essa, che spesso diviene vera e propria sottomissione.
L’autore indica le organizzazioni del nostro sistema economico come OMI (Organizzazione a movente ideale), coloro che non hanno fatto del profitto economico l’unico e vero scopo, ma con il loro carisma riescono a far raggiungere all’organizzazione obiettivi di bene comune. I diversi carismi delle persone sono i colori del cigno,ma ognuno di noi è un cigno nero poiché né noi stessi, né gli altri, capiscono subito che cosa possiamo rappresentare all’interno dell’organizzazione.
Le organizzazioni richiedono sempre persone motivate, creative e felici, ma questo obiettivo lo si può raggiungere solo se si verifica un disallineamento naturale tra la persona e l’organizzazione in cui si è inseriti,ovvero il lavoratore riesce a trovare lo spazio da dedicare per sé, la sua famiglia i suoi amici e soprattutto con Dio. Nelle organizzazioni religiose può, in apparenza, non verificarsi questo disallineamento, se è prevista una vita di comunità all’interno di un convento, ma nel momento in cui la persona viene lasciata libera di discernere e pensare con la propria testa, anche in questi casi si può raggiungere la necessaria armonia.
E’ molto importante saper ascoltare gli altri, perché ognuno di noi è portatore di fede, esperienze e conoscenze diverse, per cui abbattendo l’idolo dell’ “io”, riusciamo ad evitare eccessi di presunzione e di prudenza nell’ascoltare gli altri. Il pensiero umano deve essere esposto e mai imposto, in una forma di umile dialogo, altrimenti secondo l’autore si cade “nel mito di Sisifo”, condannato dagli dei ad un lavoro inutile e senza speranza. La Sacra Scrittura è certamente utile a un discernimento che si pone gli obiettivi di relazionarsi nel migliore dei modi all’interno di una organizzazione.
Il lavoro umano può essere un vero e proprio fattore di produzione solo se non è considerato una merce, poiché i buoni rapporti rafforzano sia la disciplina che il senso di responsabilità, ma l’essere inseriti in una economia “che uccide” pone l’organizzazione stessa ad avere vita breve.
Concludendo, posso affermare che se leggiamo questo libro all’interno di un percorso spirituale, impariamo a saper fornire i giusti feedback nei momenti in cui il colore del cigno diventa troppo nero.