Con il crollo delle ideologie, con la caduta “di tutti i soli”, come li chiamerebbe Friedrich Nietzsche, non ci è rimasta che la potenza della testimonianza. Molto profeticamente già Papa Paolo VI nell’Esortazione apostolica Evangelii nuntiandi del 1974 ne rivendicava l’importanza: “L’uomo contemporaneo ascolta più volentieri i testimoni che i maestri, o se ascolta i maestri lo fa perché sono testimoni”.
Per chi vive al Sud, da questo punto di vista uno dei principali testimoni è Giovanni Modugno: professore bitontino, antifascista, apostolo infaticabile, su cui negli ultimi anni stanno fioccando pubblicazioni molto interessanti e a cui si ispira esplicitamente una associazione, “Città dell’Uomo”, che opera come centro di formazione permanente dei giovani nel solco dell’insegnamento e del messaggio del grande pedagogista.
Il Professore, come semplicemente lo chiamavano i suoi allievi, fece dell’educazione politica e dell’impegno contro ogni forma di ideologia la sua attività privilegiata. Lo preciserà lui stesso come una costante della sua vita: “Quando presi la licenza liceale (…) avrei potuto già subito cominciare a fare qualcosa di buono, dedicandomi agli studi filosofici e sociali e mettendo in valore la mia passione per l’educazione dei giovani e delle masse, ché per me la politica è sempre stata una forma di educazione”.
Da giovane fu attratto dal socialismo, ne vide una comprensibile aspirazione alla giustizia sociale. Non capiva, tuttavia, l’ostilità e la chiusura del mondo cattolico verso di esso, ma, allo stesso tempo ne evidenziò il pericolo di possibili estremismi rivoluzionari in quanto una libertà raggiunta con la violenza tramite la lotta di classe poteva sfociare - a causa della debolezza umana – in uno strumento per soffocare la libertà di altre classi sociali che non fossero quelle proletarie.
Parallelamente si avvicinò al cattolicesimo sociale che stava trovando sempre più seguito in quegli anni grazie al messaggio dell’enciclica Rerum novarum del 1891 di Leone XIII, che pur ribadendo una forte avversità al socialismo, evidenziava la necessità e l’urgenza dello sviluppo materiale e morale del popolo. L’enciclica, per uno storico di sinistra come Rosario Villari, “pose termine alla identificazione tra la Chiesa e le forze sociali più rigidamente conservatrici”.
Poco alla volta si allontanò dalla lotta partitica, ma la sua pedagogia rimase profondamente politica. La scuola, per il Professore, doveva rimanere un luogo “apartitico”, ma non “apolitico” in quanto deve avere come primo obiettivo la formazione integrale della persona promuovendone il senso critico. Il suo impegno si concentrò esclusivamente sull’autoeducazione come scopo primario che deve avere la scuola e, ascoltando il maestro, l’alunno “deve capire che obbedisce alla parte migliore di se stesso, della quale il maestro è solo il coadiutore, il sostegno fermo e amorevole”.
In tal senso il metodo preventivo di san Giovanni Bosco è il migliore da seguire: non è né troppo permissivo, né troppo rigido. Anzi, il Professore diceva che un’educazione improntata all’obbedienza porta ad essere o servi o ribelli.
Furono significative le rinunce di Giovanni Modugno anche in età matura, a partire dal 1923, quando ormai i fascisti avevano preso il controllo del Paese. In questi anni, prevedendo con anticipo la radice di odio che il nuovo regime stava inoculando nel popolo, rinunciò alla carica prestigiosa offertagli dal Lombardo-Radice di Provveditore agli Studi di Bari, motivandola con il fatto che “voleva conservare la sua indipendenza politica e continuare a fare l’educatore, anziché l’amministratore”. Proseguì, così, una lotta silenziosa che diveniva prassi quando periodicamente non si presentava a scuola il giorno che bisognava indossare la camicia nera. Come lui stesso disse: “sono stato tollerato, io credo, perché mi sono limitato a scrivere soltanto qualche articoletto e o continuato a meditare in silenzio”.
Ma la sua idea rimase incisiva soprattutto negli anni Trenta con il diffondersi del nazionalismo pagano anche in Germania. Lo dimostra la ripresa del suo apostolato per l’educazione politica subito dopo la conclusione della Seconda Guerra Mondiale nella sede centrale della Democrazia Cristiana di Bitonto, fondando un corso di formazione politica e parlando con la statura del maestro di vita capace di penetrare nelle coscienze dei giovani pur conservando la sua indipendenza intellettuale. Attività che continuò anche con il pensionamento accettato a malincuore per limiti di età quando un gran numero di giovani andava a trovarlo in casa per chiedergli consigli o per cercare filiale conforto. A questo dobbiamo aggiungere le innumerevoli opere di carità che in questo spazio non abbiamo modo di raccontare come il contributo che diede negli ultimi suoi anni di vita alla fondazione dell’Opera Don Guanella a Bari. Si spense nel 1957, circondato dagli allievi con cui aveva condiviso per tanti anni aule scolastiche diventate un cenacolo di vita.
Tutte le sue scelte di vita furono alimentate da una convinzione intima e profonda che può trovare spiegazione nelle parole di una lettera inviata al pedagogista tedesco F.W. Förster nel Natale 1946, suo grande amico: “Nella crisi della politica mondiale la salvezza era ed è nell’introdurre lo spirito di Cristo nel terreno politico-sociale, nel rispettare i diritti altrui e la dignità dell’uomo. Solo in questa atmosfera cristiana è possibile la comunità culturale cristiana, la quale è non il crollo, ma il coronamento della vera vita nazionale; solo così si può combattere alla radice il nazionalismo pagano che rende gli uomini egoisti, gelosi, ciechi per gli interessi altrui, privi d’amore, di pace e di desiderio di coordinazione delle antitesi. Occorre far comprendere a chi vede nell’educazione religiosa il pericolo di una opprimente coercizione che tale timore, nel quale si cela un’esigenza profondamente cristiana, è del tutto infondato giacché il cristianesimo non si subisce, ma si accoglie nel più profondo dell’anima”.
Bibliografia di riferimento: Vittoriano Caporale, Giovanni Modugno. Pedagogia Scienza della Vita, Cacucci Editore, Bari, 1997; Domenico Saracino, Giovanni Modugno. Politica e cultura e spiritualità in un cercatore di Cristo, Stilo Editrice, Bari, 2006; Giovanni Modugno, La missione educativa. Corrispondenza (1903-1956), Stilo Editrice, 2009; Vincenzo Robles, Giovanni Modugno. Il volto umano del Vangelo, Edizioni Dal Sud, Bari, 2020.