Questo post fa parte di un blog, Ban breve, una serie di aggiornamenti sulle storiche trattative 2017 per creare un trattato che bandisca le armi nucleari. Ban Breve è stato scritto da Tim Wright
Traduzione a cura di Michela Ferraro
È trascorso quasi mezzo secolo da quando i governi hanno concluso il Trattato di Non Proliferazione Nucleare (NPT). Oggi, la maggior parte dei 190 Stati membri sarebbero anche d’accordo sul fatto che è stato fatto troppo poco per la realizzazione dell’obiettivo principale prefissato, cioè un mondo libero dalle armi nucleari.
In tale contesto, la maggioranza delle nazioni del mondo sono in procinto di intraprendere la più notevole iniziativa dal 1968 volta ad attuare l’articolo VI del Trattato, che obbliga tutti gli Stati membri a proseguire i negoziati “in buona fede” su misure efficaci per il disarmo nucleare.
Il 27 marzo a New York sono iniziati i negoziati ONU per uno “strumento giuridicamente vincolante all’ abolizione delle armi nucleari”.
Come siamo giunti a questa svolta storica?
L’Irlanda insieme a Brasile, Egitto, Messico, Nuova Zelanda e Sud Africa, ha lanciato l’idea di un trattato sul divieto delle armi nucleari durante l’incontro del TNP nel 2014. Tale divieto, hanno detto, si affiancherà a sostegno del TNP e costituirà una delle misure più efficaci necessarie ad eliminare le armi nucleari.
“Un divieto delle armi nucleari è un imperativo logico e morale”, ha detto l’ambasciatrice irlandese, Patricia O’Brien, secondo cui “È anche un imperativo legale, derivante dall’articolo VI del TNP”.
Nell’Assemblea generale delle Nazioni Unite lo scorso dicembre è diventato chiaro che una grande maggioranza dei membri del TNP hanno supportato il trattato proposto. Hanno votato a stragrande maggioranza a favore della risoluzione che stabilisca il mandato per i negoziati.
Il nuovo Trattato, una volta adottato, metterà le armi nucleari sulla stessa base giuridica di altre armi di distruzione di massa, che sono state a lungo vietate ai sensi della legge internazionale.
I sostenitori sperano che rafforzerà notevolmente la norma globale contro le armi nucleari e spronerà l’azione necessaria verso la loro abolizione.
I negoziati sono una risposta indispensabile alla profonda preoccupazione espressa da tutti i membri del TNP nel 2010 per le “catastrofiche conseguenze umanitarie” che deriverebbero da qualsiasi uso di armi nucleari.
Nel documento finale della Conferenza del TNP di quell’anno, hanno affermato la necessità di ”fare tutti gli sforzi al fine di predisporre le misure necessarie a creare e mantenere un mondo senza le armi nucleari”.
Dopo decenni di paralisi di sforzi multilaterali per il disarmo nucleare, i negoziati sono una grande opportunità per gli Stati NPT di contribuire verso la piena attuazione dell’articolo VI.
Naturalmente, alcuni membri NPT con forza si oppongono all’iniziativa, reputando che contale iniziativa con ogni probabilità verrà fortemente compromessa l’assunto secondo cui la loro fiducia sulle armi nucleari sia legittima.
A ottobre scorso, gli Stati Uniti “hanno incoraggiato fortemente” i loro alleati della NATO a votare contro l’inizio dei negoziati. “Se le trattative iniziano, chiediamo agli alleati e partner di astenersi dall’unirsi a loro”.
Peraltro, il governo degli Stati Uniti ha dichiarato in un articolo che il divieto renderebbe più difficile la cooperazione tra i membri della NATO durante i preparativi per una guerra nucleare.
È probabile che diversi alleati degli Stati Uniti seguiranno tale richiesta.
L’Australia, ad esempio, il 2 marzo ha detto che prevede di boicottare i colloqui, in quanto “non sarebbe in grado di negoziare in buona fede”.
Ma altri costituiranno una visione indipendente.
Ad esempio, i Paesi Bassi, che ospitano armi nucleari USA sul loro territorio, il 27 febbraio hanno detto di “aver scelto di partecipare in modo costruttivo, con una mente aperta e senza ingenuità”.
È questa la modalità di intervento responsabile per qualsiasi nazione che vuole sostenere il TNP ed evitarne un’ulteriore disintegrazione.
La più grande minaccia oggi per il TNP non deriva dalla negoziazione di un Trattato sul divieto, come alcune nazioni hanno maliziosamente sostenuto, ma piuttosto dalla costante mancanza di Nazioni dotati di armi nucleari e dalla inerzia di alcuni Stati nell’assumere seriamente i loro obblighi di disarmo.
Il TNP non è un licenza per alcune nazioni di mantenere le armi nucleari per sempre e per altre nazioni di rivendicare a tempo indeterminato la “protezione” delle armi nucleari di un alleato.
Recenti minacce di una nuova corsa agli armamenti nucleari e programmi in corso per sostituire vecchie testate nucleari con altre sempre più letali hanno compromesso la sussistenza del TNP, così come lo sconsiderato boicottaggio dei prossimi negoziati alle Nazioni Unite.
In un momento di grande incertezza globale e instabilità, la negoziazione di un divieto sulle peggiori armi di distruzione di massa è più cruciale e urgente che mai.
Gli Stati dovrebbero sforzarsi di raggiungere il più solido ed efficace trattato possibile.