Il sindacato scoprì l’ambiente
Nel 2001 Mario Agostinelli era segretario della CGIL Lombardia, portò decine di pullman pieni di gente a Genova «in disaccordo con la CGIL nazionale. La nostra era una sfida ai potenti della Terra ma sembrava quasi una grande gita parrocchiale». Il suo percorso personale riassume bene quello dell’ambientalismo italiano di questi vent’anni.
All’epoca Agostinelli girava la Lombardia fabbrica per fabbrica, «il tema ambientale era ancora il rapporto tra lavoro e salute. Nel sindacalismo italiano i danni della produzione erano visti solo nella fabbrica e intorno alla fabbrica, non si guardava al contesto generale». Oggi Agostinelli si occupa di energia ed è, da laico, presidente dell’associazione Laudato si’, nata per diffondere il messaggio dell’enciclica papale del 2015 sull’ambiente. «Francesco e Greta Thunberg secondo me hanno rovesciato il discorso di Genova, che era ancora molto antropocentrico. Oggi ci sono i 50° C in Canada, se porto mia nipote a Venezia mi dice che forse da grande non potrà più venirci, queste sono generazioni che hanno imparato una visione diversa, perché il ruolo dell’essere umano è diverso». A Genova Agostinelli era nella commissione che si occupava di energia e lavoro, un attivista per il clima di oggi si sentirebbe perso nelle conversazioni di vent’anni fa che racconta lui, invecchiate come se fosse passato un secolo, non tanto per colpa del Genoa Social Forum quanto per l’accelerazione della crisi climatica e l’affermarsi della scienza del clima come paradigma dell’ambientalismo. «Il discorso sul petrolio era ancora sul picco e sulla fine del petrolio, sulla diseguaglianza e i conflitti che portava l’accesso a questa risorsa, non sui danni che stava arrecando alla Terra, è per questo che penso che l’ambientalismo di Genova fosse più antropocentrico di quello post-Laudato si’ e post-Greta. Dopo di loro il pensiero occidentale ha cambiato orientamento».
Qui però c’è un altro seme lasciato da Genova, il suo orizzonte ampio, che teneva insieme le tute bianche di Casarini e Mani tese, la sinistra radicale e il cattolicesimo progressista, Pax Christi e il Leoncavallo. «Dimentichiamo spesso quanto fosse mescolata Genova, sui nostri bus da Milano c’erano le Acli, la Cisl, era una comunità ampia». La frammentazione successiva ha fatto smarrire quell’ampiezza, come vedremo, ma se oggi su tanti temi (basta vedere il dibattito sulla Zan) Chiesa e movimenti sono lontani, nella lotta alla crisi climatica la vicinanza tra il cattolicesimo di Francesco e l’attivismo ambientalista ricorda da vicino le piazze di Genova.