Che posto spetta alla donna nella Chiesa cattolica?
E “perché è così difficile per gli uomini non capire, ma sentire che maschio e femmina sono la stessa cosa, una duplice versione dell’unico Adam, dell’unico Terrestre?”. Il ruolo della donna nella Chiesa – e una lettura e riflessione esegetica della stessa nel Nuovo Testamento – è al centro di questo agile libro che nasce a seguito di un convegno sullo stesso tema, svolto nel mese di giugno 2019 promosso dalla Fondazione Lombardini. Tre capitoli affidati a tre grandi protagonisti del dialogo teologico (e non solo del nostro tempo). Rosanna Virgili ripercorre gli scritti paolini per scardinare pregiudizi sulla naturale subordinazione della donna all’uomo, in realtà voluta dall’uomo e non da Dio, e per rileggere la misoginia dei Testi Sacri. In realtà, spiega la Virgili, “l’essere Kephalè non significa essere al di sopra dell’altro, quanto essere in una relazione di piena reciprocità, pur nella diversità”. A Paolo Ricca, teologo valdese, è affidato il compito di aprire le questioni teologiche che si pongono (o forse non si pongono!) in merito alla ministerialità della donna nella Chiesa, con cenni storici e passaggi e argomenti teologici. Infine, Cristina Simonelli affronta la questione di genere nella Chiesa, tra resistenze, contraddizioni, nuove istanze e innegabili aperture conciliari. Cosa servirebbe, dunque? Simonelli propone “una teologia di largo respiro, realizzata in forma aperta e critica da donne e uomini consci della propria parzialità all’interno di uno stesso mondo, che non releghi il tema femminile ai casi speciali, come se una prospettiva di genere non riguardasse l’intero, compreso l’immaginario su Dio”.